Mi trovo la Chiesa di San Giorgio al Velabro davanti, a pochissimi passi dal cosiddetto Arco di Giano, uno dei monumenti della Roma antica piรน curiosi. Se notate bene la facciata della chiesetta medievale, perรฒ, noterete qualcosa di particolare: una struttura in marmo, un architrave, rifinita con bellissimi rilievi. Di cosa si tratta? Dell’Arco degli Argentari, una testimonianza della Roma antica con un passato alquanto interessante…
Innanzitutto รจ doveroso dire come la zona, in passato, era un importante centro del commercio e dell’economia dell’Urbe antica, quando ancora Roma era poco piรน che un villaggio. Era qui, infatti, che si venne ad installare il cosiddetto Foro Boario, il mercato delle carne (e successivamente di altri alimenti), posto a ridosso delle rive del fiume Tevere. In un momento storico in cui l’economia di Roma era basata fondamentalmente sulla pastorizia e l’agricoltura si capisce bene l’importanza di tale mercato. A questo unite anche il significato della parola “argentari”. Chi erano costoro? Possiamo considerarli uomini d’affari, commercianti e mercanti (presa alla larga un po’ come i nostri banchieri). Saranno proprio loro, questa sorta di corporazione, a donare all’imperatore Settimio Severo (siamo agli inizi del III secolo d.C.), un fantastico monumento in marmo. Quello che oggi, appunto, noi conosciamo come Arco degli Argentari.
Questa magnifica sezione muraria, ripiena di rilievi bellissimi di carattere civile, non รจ solo un regalo, molto generoso tra le altre cose. Innanzitutto ci si puรฒ avvicinare meglio per tentare di scorgere, tra le figure umane raffigurate, qualcosa che non c’รจ piรน. Notando meglio, infatti, si vede come una figura sia stata completamente abrasa, come se fosse stata appositamente cancellata. Il ritratto dell’uomo che, originariamente, faceva bella figura di sรฉ sull’Arco degli Argentari, rappresentava Geta, il fratello di Caracalla (figlio dell’Imperatore Settimio Severo). Alla morte del padre i due si contesero il trono. Geta morรฌ e Caracalla giustificรฒ la sua morte andando in Senato ed accusando apertamente il defunto fratello di alto tradimento. Era un modo, questo, per giustificare allo stesso tempo come lui, Caracalla, dovesse essere l’unico vero imperatore romano. Per tale ragione, tra le prime decisioni prese dal neo imperatore ci fu quella di cancellare, fisicamente anche, la memoria storica di Geta, ormai ufficialmente riconosciuto come traditore. Statue, rilievi o altre opere d’arte raffiguranti Geta furono cancellate o distrutte. Questo processo e questa pratica sono conosciuti con un nome specifico, in latino: damnatio memoriae. E quella figura abrasa sull’Arco degli Argentari ne รจ un esempio perfetto.
ร tempo di concludere dicendo anche che l’Arco degli Argentari, soprattutto nel Medioevo, รจ stato spesso il soggetto preferito di leggende e storie particolari. Molte di esse ci dicono che questo piccolo monumento marmoreo รจ, in realtร , un passaggio verso una camera segreta ricolma di tesori. Si narra che un uomo era in possesso di un tomo che gli avrebbe indicato l’ubicazione esatta di questo grande tesoro. Giunto nei pressi dell’Arco degli Argentari l’uomo lo osservรฒ e lo esaminรฒ, rivelando cosรฌ un’entrata segreta. Fu cosรฌ che esso entrรฒ, per mai piรน ricomparire…

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