Dalla collina di San Martino ai Quartieri Spagnoli percorrendo la Pedamentina ovvero l’arte e la storia raccontate attraverso le diverse anime di Napoli.

L’itinerario parte dalla panoramica “Terrazza delle dame” per godere della splendida vista sulla città e prosegue con la visita della Certosa di San Martino uno dei siti più rappresentativi di Napoli in quanto luogo dove storia, arte e bellezza paesaggistica si fondono in perfetta armonia.
La Certosa, che sorge in uno scenario incantevole a dominare l’intero golfo, fu costruita nel corso del trecento e la realizzazione fu affidata all’architetto e scultore senese Tino di Camaino capomastro della corte Angioina. Oggi dell’impianto originario restano i grandiosi sotterranei gotici notevole esempio di opera d’ingegneria.

Dal cortile monumentale, dove si può ammirare lo sperone della sagoma stellare di Castel Sant’Elmo, si accede alla chiesa che puo’ definirsi una sorta di ‘museo’ della pittura e della scultura napoletana del seicento e settecento. Le cappelle sono rivestite da preziose tarsie marmoree particolarmente raffinate e la volta che conserva la primitiva struttura trecentesca fu dipinta da Giovanni Lanfranco.

Nel coro le grandi tele alle pareti furono commissionate ai più importanti artisti del XVII secolo come Guido Reni, Massimo Stanzione, Jusepe de Ribera e Battistello Caracciolo. Nella sagrestia monumentale gli armadi in noce sono rivestiti di tarsie lignee realizzate da artisti fiamminghi e napoletani.
Dal 1866 la Certosa di San Martino è destinata a Museo ed è aperta al pubblico dal 1867.
Il museo nazionale custodisce la principale raccolta pubblica italiana dedicata al “presepe napoletano”. La sezione ruota intorno al grandioso presepe Cuciniello (formato da circa 800 pezzi tra pastori, animali e accessori), ambientato in una finta grotta e dotato di un impianto d’illuminazione che simula l’alternarsi del giorno e della notte. Nel corso degli anni si sono aggiunti altri nuclei provenienti da raccolte private come il presepe Ricciardi o i 965 pezzi della collezione Perrone.

La Sezione Navale del Museo espone una serie di modelli originali di cantiere in scala databili tra il XVIII e il XIX secolo, con le tipologie di navi varate dai cantieri di Napoli e Castellammare di Stabia che resero la ‘marina da guerra’ borbonica, una potenza navale nel Mediterraneo.
Altri ambienti della Certosa sono dedicati al Museo dell’Opera che comprende le immagini e i ricordi dei personaggi che vi hanno vissuto; la sezione Immagini e Memorie dove attraverso immagini ed oggetti si racconta la storia di Napoli dal quattrocento all’ottocento e del suo sviluppo urbano ben documentato da un’ampia cartografia. Ed ancora la Sezione Teatrale dove dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie e cimeli illustrano temi della storia teatrale napoletana della prima metà dell’ottocento ad oggi.
Lasciata la Certosa si prosegue lungo la suggestiva Pedamentina, (una delle antiche scale che collegano la zona collinare al centro della citta’) per godere di fantastici scorci panoramici e riassaporare atmosfere antiche fino a raggiungere il caratteristico quartiere/mercato della Pignasecca dove tra voci, volti e colori si espone ogni genere di merce. Da queste parti una sosta gastronomica è d’obbligo e davvero c’e’ l’imbarazzo della scelta: dal mitico “per e ‘o muss” servito al momento dalle tradizionali tripperie alla pizza fritta di Fiorenzano al cuoppo di mare da consumare direttamente in pescheria.
Il tour prosegue con una passeggiata narrata alla scoperta dei Quartieri Spagnoli, icona dell’animo popolare napoletano; un reticolo di stradine dove i famosi bassi convivono con palazzi nobiliari e chiese monumentali, dove le botteghe artigiane si alternano alle caratteristiche cappelle votive. I Quartieri sono un luogo vitale, energico, caotico. Nel percorrerli non c’è bisogno di fissare una meta o un itinerario preciso da seguire; è preferibile lasciarsi guidare dall’istinto, dagli umori e dalla curiosità nel tentativo di cogliere gli aspetti quotidiani e provare a riannodare i fili della storia e della tradizione.

L’origine spagnola dei Quartieri è ancora percepibile nello stile architettonico dei palazzi più antichi adornati da maestosi portali, mascheroni, volte affrescati e stemmi nobiliari.
Tante anche le Chiese, alcune diventate meta di pellegrinaggio; in Vico Tre Re a Toledo c’è un piccolo santuario dedicato a Santa Maria Francesca delle cinque piaghe che nacque e visse nei Quartieri. Annessa alla piccolissima chiesa sorge la casa della Santa che custodisce la sedia “miracolosa” dove pativa sul suo corpo i dolori della passione di Cristo. Su quella sedia divenuta oggi meta di numerosi fedeli, siedono le donne che desiderose di avere un figlio affidano alla speranza e alla fede la possibilità di procreare.
Negli ultimi anni i Quartieri Spagnoli sono al centro di un progetto di Street Art che sta creando un interessante mix di storia, tradizione e arte moderna e che ha donato uno nuovo slancio di vitalità all’intera area. Da Maradona a Totò, da Eduardo alla Loren, dai volti popolari dei Quartieri alla mitica sirena Partenope è un susseguirsi di colori che rendono la passeggiata ancor più piacevole ed interessante.
Numerose anche nei Quartieri le locande, pizzerie, ristorantini, bar e stuzzicherie per ogni tipo di richiesta. Dalla famosissima “Trattoria Nennella” dove in un’atmosfera caotica e coinvolgente si assapora un piatto di pasta patata e provola, alla pizza al pesto specialità della piccolissima quanto ottima pizzeria “Nu murzillo sapurito” senza dimenticare, infine, di gustare il “caldofreddo” un caffè davvero speciale creazione del Bar Mastracchio al Vico Tofa.

Mi chiamo Michele Carneglia, vivo a Napoli e sono una guida turistica abilitata della Regione Campania. Animato da passione ed entusiasmo e con una consolidata esperienza nella gestione e conduzione di tour sia per individuali che per gruppi, propongo una vasta gamma di visite guidate, itinerari tematici e tour su richiesta. Opero in particolare nella città di Napoli, nei siti archeologici dell’area Vesuviana, nei Campi Flegrei e in Costiera Amalfitana.
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