Molti visitatori che vengono Taormina solo per il piacere di farsi una passeggiata sul Corso Umberto, rischiano di non notare angoli intriganti che si trovano nelle viuzze laterali.
Basterebbe nominare una chiesetta, quella del Varò, dall’aspetto esterno insignificante e anonimo e che si direbbe al primo sguardo una semplice vecchia casa, per scoprire al suo interno un tripudio di stucchi bianchi barocchi e per questo una delle cornici preferite per celebrare matrimoni.
La trovate in cima alle scalette che salgono adiacenti alla Porta di Mezzo o dell’orologio, che delimitava un tempo la città medioevale, quando Taormina si era ridotta per dimensione e si estendeva tra quella che oggi chiamiamo per la direzione in cui guarda, Porta Catania e l’odierna panoramica piazza IX aprile.

All’interno della porta, nello stipite si riconoscono ancora le scanalature per alloggiare i fermi per bloccarla in caso di pericolo.
Il mosaico di stile bizantineggiante della Vergine con bambino risale al 1966 e rimanda all’affresco dello stesso soggetto ormai quasi irriconoscibile che si intravede in cima alla volta.
Questa porta batte su una cinta muraria di epoca greca e la torre, esistente già in epoca medievale, andò bruciata dai francesi nel 1676 durante un assedio di tre giorni quando Taormina rimase fedele al re di Spagna al contrario di Messina, che si era appunto rivolta ai francesi. Venne ricostruita aggiungendo l’orologio tre anni dopo.
Dalla piazza IX aprile, così intitolata per commemorare una rivolta della cittadinanza contro i Borboni non andata a buon fine appena un mese prima dello sbarco di Garibaldi con i suoi mille a Marsala, si gode uno splendido panorama sulla baia di Naxos e la vista dell’Etna. I bar storici che si affacciano sul belvedere sono il Wunderbar e il Mokambo dove non è difficile vedere seduti ai tavolini celebrità del mondo del cinema durante il festival dei Nastri d’Argento.
Da non perdere poi il Palazzo dei Duchi di Santo Stefano, risalente al XV secolo e situato vicino a Porta Catania nel luogo dove si trovava l’antico quartiere ebraico, di cui resta solo testimonianza nella toponomastica di via del Ghetto e del Vicolo degli Ebrei.
Oggi sede della fondazione Mazzullo, artista di Graniti, località non distante dalle Gole dell’Alcàntara, ospita oltre alla mostra permanente delle sue sculture, anche quelle temporanee di artisti provenienti da tutto il mondo ed è location prediletta per celebrare matrimoni civili anche da parte di stranieri, grazie allo stile inconfondibile dato dalla mescolanza di pietra lavica e calcare nei decori delle sue bifore e dei suoi fregi. A piano terra è interessante notare come nell’unica sala sia una sola colonna centrale proveniente dal teatro a sostenerne le volte a crociera.
E’ costruito a ridosso di una delle cinte murarie e non distante da quello che fu il monastero dei Domenicani, ordine religioso incaricato della Santa Inquisizione.

Gli ebrei avevano lì accanto la loro sinagoga e sappiamo che infastidivano con i loro canti i vicini monaci, ma non potevano essere cacciati facilmente, essendo “proprietà regia” e in quanto fondamentali per le loro capacità artigianali e di commercio all’economia del regno, godevano della protezione del sovrano sotto gli Aragonesi. Con l’unione delle corone di Castiglia ed Aragona e dopo la conquista dell’ultima roccaforte musulmana a Granada, sotto il Regno di Spagna furono espulsi anche dalla Sicilia nel 1493.
In questa parte della città non mancano certo occasioni per mangiare, potendo spaziare nella scelta tra i migliori arancini e pizza al taglio della rosticceria da Cristina, e una vasta tipologia di locali alla mano o alla moda per assaggiare il meglio delle specialità gastronomiche siciliane.
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Ciao, mi chiamo Chiara Rozzi. Sono nata a Milano, cresciuta al lago di Garda a Salò dove mi sono trasferita all’età di 7 anni. Dal 1987 opero nel turismo come accompagnatrice e poi come guida autorizzata. Vivo a Taormina in Sicilia dal 1989.
Come al solito informazioni preziose scritte con garbo!