Roma, un’eterna sorpresa – La Basilica di Santa Francesca Romana

La Basilica di Santa Francesca Romana è speciale per molteplici motivi: la sua posizione, la storia della santa a cui la chiesa è dedicata, le bellezze interne e le storie che, secondo la tradizione, trovarono luogo proprio qui, dove sorge la basilica. Per svariate ragioni, dunque, è consigliabile fare una visita a questo straordinario luogo di culto. Uno su tutti: l’area su cui sorge la Basilica di Santa Francesca Romana è quella del Foro Romano, il celeberrimo cuore politico della Roma antica. Originariamente, attorno all’850 d.C., il primo nucleo della chiesa fu costruito per volere di Papa Leone IV con il nome di Santa Maria Nova. Non fu un caso, poiché dall’altra parte del Foro Romano, fino ad almeno tre anni prima, vi era una bella chiesetta che si chiamava Santa Maria Antiqua. Purtroppo, però, attorno all’847 d.C. l’edificio fu sotterrato da un terremoto e, per perpetrarne la memoria, Leone IV commissionò una nuova chiesa nella zona, utilizzando un nome simile. Ma le sorprese non finiscono qui… 

La Basilica di Santa Francesca Romana

La Basilica di Santa Francesca Romana, infatti, sorge sulle rovine di quello che un tempo era il tempio più grande dell’Urbe: quello dedicato alle divinità Venere e Roma (intesa come personificazione della città). Il tempio in questione fu voluto, e forse anche progettato, per volere dell’imperatore Adriano nella prima metà del II secolo d.C. Come molti altri edifici, soprattutto monumentali, della Roma antica, anche questo tempio nel corso del tempo fu prima abbandonato e poi, progressivamente, spogliato delle sue decorazioni ed elementi architettonici: marmi, colonne, pavimentazione. Tutto ciò che poteva essere utile fu riutilizzato in altri edifici o, come in questo caso, in maniera molto più diretta, un altro edificio fu semplicemente costruito riutilizzando alcuni elementi e mura dell’edificio precedente. Un esempio di riciclo di materiali, insomma, che però ha portato alla realizzazione di questa fantastica chiesa che, nel corso dei secoli, fu anche rimaneggiata, restaurata ed abbellita. Al suo interno, ad esempio, troviamo la celebre “Madonna Glykophilusa”, un’icona mariana del V secolo d.C. Ma, ancora una volta, c’è altro da dire sulla Basilica di Santa Francesca Romana, a partire dal motivo per cui il nome fu modificato da Santa Maria Nova a quello attuale…

L’abside della Basilica di Santa Francesca Romana

Nel 1440 le spoglie mortali di Santa Francesca Romana, dai Romani chiamata affettuosamente “Ceccolella”, furono trasportate all’interno della chiesa. Ecco, dunque, spiegato il motivo della modifica del nome. Ma chi era, davvero, Francesca Romana? Secondo l’agiografia, e per i cristiani, lei rappresenterà un concreto esempio di carità cristiana. Quando era praticamente ancora una bambina fu costretta a sposare un uomo della famiglia dei Ponziani, nobile e ricca all’epoca. Non appena prese possesso della casa si prese cura del marito (che aveva dei problemi di salute) ma, soprattutto, aprì la sua dimora ai più bisognosi: poveri, mendicanti o disperati usavano andare dai Ponziani per aver conforto a aiuto da Francesca, che era sempre pronta a dare una mano, una parola di incoraggiamento o un sostegno. La sua vita privata, inoltre, fu costellata di tragedie. Ebbe in totale tre figli in un momento, però, non facile per Roma e per i Romani, in quanto un’epidemia all’epoca falcidiò la Città Eterna. Due dei figli di Santa Francesca Romana morirono mentre l’ultimo, Battista, si ammalò gravemente. Nonostante la piaga fosse contagiosa, con amore materno e con coraggio “Ceccolella” stesse sempre vicino al figlio, fino a che lui non guarì. Purtroppo, però, questo fu anche l’ultimo atto d’amore di Francesca Romana, che si ammalò della stessa malattia e perì.

Capito il motivo per cui la Basilica di Santa Francesca Romana si chiama proprio così, è tempo di raccontarvi un’altra storia che ha a che fare con un angolo ben preciso della chiesa. Dopo esser magari scesi nella cripta sotterranea, per rimanere un poco in contemplazione dinanzi alle spoglie mortali della povera santa, tornate indietro e mettetevi proprio di fronte l’altare maggiore. Sul muro di destra scorgerete due fori, due cavità. Esse sarebbero state lasciate, secondo la tradizione, nientemeno che da San Pietro in persona! Secondo alcune fonti scritte qui ci sarebbe stato l’incontro tra l’Apostolo Pietro e Simon Mago, un malvagio che tentò in tutti i modi di acquistare i poteri dello Spirito Santo pagando moneta sonante. Simon Mago, sapiente nel campo della magia, diede una dimostrazione della sua potenza quando, all’arrivo di San Pietro, cominciò a volare, proprio come un uccello. Fu allora che il Principe degli Apostoli si inginocchiò e pregò. Dio gli diede ascolto poi in un istante Simon Mago cadde rovinosamente, morendo sul colpo.

Le impronte delle ginocchia San Pietro – Basilica Santa Francesca Romana

Un’altra storia che ci fa comprendere come la Basilica di Santa Francesca Romana sia meritevole di una visita. Sorta sopra i resti di un antico tempio romano, si comprendere il contesto in cui essa fu realizzata. Legata ad una santa la cui devozione, ancora oggi ed in particolare a Roma, è molto sentita, essa divenne anche scontro di un incontro molto particolare. Una chiesa tutta da vedere insomma, e di motivi ce ne sono! 


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