Oggi vorrei continuare la nostra passeggiata nel quartiere di Santa Cruz, per scoprire altri luoghi ricchi di fascino che evocano il passato lirico della città.

Siviglia è intimamente legata al mondo operistico e vanta più di 100 opere ambientate nella città andalusa o ispirate alle sue storie. Il Barbiere di Siviglia di Rossini, Le nozze di Figaro e Don Giovanni di Mozart, la Carmen di Bizet sono tra le opere liriche più famose di tutti i tempi.
Passeggiando per i vicoli di Santa Cruz ti appariranno, uno dopo l’altro, gli scenari di queste opere e respirerai l’atmosfera vissuta dai protagonisti.
Tra i luoghi più fotografati del quartiere troviamo il famoso Balcone di Rosina. Sotto questo balcone, il Conte d’Almaviva, uno dei protagonisti del Barbiere di Siviglia, canta una serenata alla sua amata Rosina. Con la complicità di Figaro, un astuto e simpatico barbiere, l’aristocratico riuscirà a coronare il suo sogno d’amore, sposando la giovane, nonostante l’opposizione di Don Bartolo, anziano tutore della ragazza.

Le Nozze di Figaro, messe in scena circa trent’anni prima dell’opera rossiniana, e anch’esse ispirate alla trilogia dello scrittore francese Beaumarchais, ruotano attorno alle trame del Conte d’Almaviva, invaghito della cameriera della Contessa d’Almaviva (la giovane Rosina dell’opera di Rossini).

Il Conte cerca di imporre a Susanna, promessa sposa di Figaro, lo ius primae noctis, ma dopo una serie di colpi di scena, questi chiederà perdono alla Contessa e le nozze tra Figaro e Susanna si potranno finalmente celebrare.
Da Plaza Alfano, su cui si affaccia il Balcone di Rosina, potrai godere di un bello scorcio dei Jardines de Murillo.

Questi giardini furono intitolati al pittore sivigliano per eccellenza, Bartolomé Esteban Murillo, vissuto a Santa Cruz nel XVII secolo.
Le dimensioni dei ficus che si ergono nei giardini ti sorprenderanno! Questi alberi, originari del continente australiano, appartengono alla specie denominata “ficus Macrophlylla” e furono importati in Europa nel XIX secolo. Sono comunemente conosciuti come ficus magnolia, per la forma delle loro foglie, che ci ricordano quelle di una magnolia, o come fico della baia di Moreton, per la loro regione di provenienza nel Queensland, in Australia. La base del tronco è caratterizzata da radici contorte, simili a sculture, il cui effetto ornamentale è incrementato dalle radici aeree che partono dai rami e raggiungono il suolo, formando ulteriori tronchi secondari.
Anche se questi esemplari sono notevoli per dimensioni, è l’Italia che vanta il ficus più grande d’Europa, piantato a Palermo nel 1863, la cui chioma si estende per 10.000 m3.
Un’altra piazza ricca di storia è Plaza de los Venerables , dominata da uno splendido edificio barocco del XVII secolo, che fu residenza di sacerdoti. Nell’attualità, l’Hospital de los Venerables è sede della Fondazione Focus e del Centro Velázquez, dedicato al pittore nato a Siviglia nel 1599. L’edificio, con un bel patio e una chiesa affrescata da Valdés Leal, ospita una collezione permanente, con alcuni dipinti di Diego Velázquez, Bartolomé Esteban Murillo e Juan de Valdés Leal.

Una targa commemorativa ci ricorda che in uno dei vicoli che sbocca sulla piazza, nacque don Juan Tenorio, protagonista del dramma omonimo scritto da José Zorrilla nel XIX secolo.

Nella stessa piazza scorgerai l’Hosteria del Laurel, in cui il drammaturgo spagnolo ambienta la prima scena di quest’opera teatrale. In questo luogo, don Juan incontra il suo amico-nemico Don Luis, un anno dopo aver fatto con lui una scommessa, in base alla quale sarebbe stato proclamato vincitore chi avesse sedotto più donzelle e ucciso più uomini in duello. Don Juan vince ma, non soddisfatto, sfida, ulteriormente, il suo rivale, avvertendolo che riuscirà a sedurre la promessa sposa di quest’ultimo e una novizia. Riesce nel suo intento ma è costretto a fuggire da Siviglia perché si macchia anche dell’uccisione dello stesso Don Luis e di Don Gonzalo, il padre di Doña Inés, la novizia sedotta, che reclamano giustizia per l’offesa recata al loro onore.

In questa versione romantica del mito di Don Giovanni, il protagonista, prima di morire, si pentirà di tutti i suoi peccati e raggiungerà il paradiso, accompagnato dallo spirito di Doña Inés, morta, nel frattempo di crepacuore per essere stata abbandonata. Questo epilogo si differenzia da quello dell’opera lirica Don Giovanni di Mozart, nella quale il protagonista non si pente delle sue azioni e, circondato da demoni e diavoli, è trascinato all’inferno.
Lasciando Plaza de los Venerables e percorrendo calle Justino de Neve, giungerai al Callejón del Agua, scenario di un’altra opera, la famosissima Carmen di George Bizet.

Il nome di questo vicolo fa riferimento all’acqua trasportata, fino al Real Alcázar, da un acquedotto islamico costruito nel XIII secolo, di cui si conservano ancora alcuni resti. Una targa ci ricorda che, in una taverna ubicata in questa zona, s’incontrarono Carmen, Don José e il torero Escamillo.
Proseguendo verso Calle Vida raggiungerai l’unica porta delle mura della judería, che si è conservata fino ai nostri giorni. Sotto l’arco, un’altra targa rievoca la scena in cui Carmen riesce a fuggire durante il suo trasferimento in prigione.
Il primo atto dell’opera di Bizet si apre nella Real Fabrica de Tabaco di Siviglia. Carmen, la passionale sigaraia, di origine gitana, accusata di omicidio, è catturata dall’esercito. Il sergente Don José ha il compito di portarla in carcere ma, lungo la strada, la giovane riesce a sedurlo e a convincerlo a lasciarla fuggire. Don José è condannato a scontare una pena in carcere per il suo atto. Rilasciato, si unisce a Carmen e ai contrabbandieri. Il giovane sergente è perdutamente innamorato della gitana ma lei, stanca della sua gelosia, presto lo abbandona e s’innamora del torero Escamillo. Un pomeriggio, Carmen si reca alla Plaza de toros di Siviglia per assistere a una corrida in cui partecipa il suo nuovo amore. Lì incontra, per caso, don José che la supplica di tornare con lui. Lei lo rifiuta sprezzante e Don José, in un raptus di rabbia e gelosia, uccide la sensuale gitana con una pugnalata e si consegna alla giustizia.
Storie di amori e passioni s’intrecciano a Santa Cruz…scoprile, perdendoti nel dedalo di serpeggianti viuzze e graziose piazzette!
Se decidi di visitare Siviglia facendoti accompagnare da una guida ufficiale, non esitare a contattarmi! Sarò felice di aiutarti!
Sono Giusy Serraino, guida accreditata dalla Junta de Andalucía. Nel 1994 ho iniziato la mia carriera professionale lavorando come accompagnatrice turistica in giro per la Sicilia. Nel 2008 mi sono trasferita a Siviglia. Qui, grazie alla mia professione, continuo a coltivare le mie più grandi passioni, l’arte e la storia. Accompagno gruppi e clienti individuali alla scoperta di questa splendida città, di cui mi sono innamorata fin dal primo istante. Per me sarà un piacere farti conoscere la Siviglia più autentica!