Sicilia carattere mediterraneo – Raccontare Palermo, tremila anni tra storia e arte

La ricchezza e la bellezza di Palermo stanno nelle sue mille anime, frutto di dominazioni, di arrivi e partenze, di accoglienza e scambio.
Il susseguirsi delle dominazioni dai Fenici ai Romani, dai Bizantini agli Arabi, dai Normanni agli Spagnoli, ha dato a Palermo un immenso e variegato patrimonio artistico, monumentale e astronomico.
La mia città ha una forte identità e una storia plurimillenaria. Esplorarla significa immergersi in un mondo dove storia, arte, mito, natura, tradizioni convivono in un mix unico e irripetibile.

Storia, arte, mito, natura e tradizioni a Palermo

Palermo è stata raccontata da celebri viaggiatori con tutta la passione e la nostalgia che questa città suscita nel cuore di chi la visita.
Raccontare Palermo in un articolo non sarà facile! Anche per chi come me ci vive e la vive da sempre ed ha visto come è cambiata in questi ultimi anni.
Tante sono le cose di cui vorrei parlarvi: aneddoti, storie, leggende, i colori e gli odori dei suoi mercati, la movida della Vucciria e di via Paternostro, i monumenti, i giardini, le visite sui tetti della Cattedrale e di Santa Caterina d’Alessandria.
La lista è lunga e la scelta variegata! Ma cosa la rende veramente unica?
Per me sono i suoi contrasti, la sua multiculturalità, la sua ospitalità. Palermo è la città in cui culture diverse si sono mescolate tra loro nel tempo e hanno imparato a convivere e a dialogare. L’influenza arabo-normanna è ancora ben visibile, testimoniata dai monumenti e dalla stessa topografia del centro storico.
Nel IX secolo, durante la dominazione musulmana, Palermo fu elevata al rango di capitale e fu ampliata, abbellita e modernizzata. Gli Arabi crearono le condizioni per lo straordinario sviluppo artistico dei due secoli successivi e i Normanni, arrivati sull’isola nel 1061, non cancellarono ma assorbirono totalmente la civiltà islamica.
Forse in pochi lo sanno ma Palermo dal 2015 è finalmente parte della prestigiosa World Heritage List.

L’itinerario Unesco arabo-normanno comprende diversi siti tra cui le due chiese che ho scelto per voi da vedere assolutamente.
Sono due capolavori dell’architettura normanna; due chiese che al viaggiatore moderno evocano forme e colori di un oriente lontano nel tempo e nello spazio.
La chiesa di San Giovanni degli Eremiti (1132-1148) è uno degli edifici più affascinanti della mia città.

La Chiesa di San Giovanni degli Eremiti

Immaginare Palermo senza il fascino esotico delle sue cupole rosse non è possibile. Fu edificata per volere del primo re normanno di Sicilia Ruggero II, sovrano illuminato e colto, su più antiche preesistenze di epoche diverse. Nel VI secolo d.C. San Gregorio Magno fonda in questo luogo il monastero di San Ermete, da qui l’etimo “eremiti”. Durante il periodo musulmano vi sorgeva una moschea, della quale oggi rimane la cosiddetta “sala araba”. Nel XII secolo la chiesa faceva parte del monastero dedicato a San Giovanni Evangelista e a San Ermete, che fu affidato da Ruggero II ai padri benedettini.
La sua architettura è fondata sul rigore geometrico, tipicamente arabo, con interni privi di ogni decorazione. Ma le sue cupole saranno state veramente rosse o no?
Vi svelo un segreto: le cupole normanne, in realtà, non sono mai state rosse! In origine erano ricoperte da un intonaco di colore rosato che poteva diventare grigio a causa degli agenti atmosferici. Nel XIX secolo la chiesa fu restaurata dall’architetto Giuseppe Patricolo che valutò di colore rosso l’intonaco ritrovato. Fu così che decise di rivestire di colore rosso vivo le cupole delle chiese normanne.
Rosse o grigie le cupole di San Giovanni degli Eremiti erano e restano tra i simboli di Palermo. La bellezza del luogo è dovuta anche al bellissimo giardino ottocentesco con palme, agrumi, carrubi, gelsomini che, intorno all’antico chiostro, crea una piccola oasi di pace. Da non perdere!

Il Chiostro di San Giovanni degli Eremiti
Il Giardino di San Giovanni degli Eremiti

Santa Maria dell’Ammiraglio è un altro gioiello imperdibile dell’architettura normanna, situata in piazza Bellini nel cuore del centro storico di Palermo. Questa è la chiesa che tutti chiamiamo “la Martorana” e che nessuno chiama con il suo vero nome!
Fu edificata per volere di Giorgio d’Antiochia, grande ammiraglio di Re Ruggero II, e affidata al clero greco bizantino, e ancora oggi ospita le celebrazioni del rito greco ortodosso. La decorazione musiva della chiesa fu realizzata da maestranze bizantine nel XII secolo. Fulcro della decorazione è il Cristo Pantocratore seduto in trono benedicente, al centro della cupola, circondato da angeli, profeti ed evangelisti. A causa delle numerose modifiche subite nel corso dei secoli, la chiesa presenta una sovrapposizione di stili arabo normanno, bizantino e barocco. Vi lascerà senza fiato!

Ma perché i palermitani si ostinano a chiamarla la chiesa “della Martorana”? Nel 1434 la chiesa fu ceduta da Alfonso d’Aragona alle monache benedettine del vicino convento, oggi distrutto, fondato nel 1194 da Eloisa Martorana, dalla quale la chiesa prese il nome. Ma la tradizione di questo edificio sacro è anche un po’ dolce grazie ad una legenda, che rimanda all’ospitalità tipicamente siciliana. Si narra che nel 1194 le monache benedettine ricevettero in visita un importante cardinale. L’accoglienza fu ineccepibile, tutto venne preparato con attenzione. Ma il colpo di scena si ebbe nel giardino del convento, le cui piante, in pieno inverno, erano spoglie di frutti: quella volta, invece, sui rami degli alberi si trovarono dei frutti realizzati con pasta di mandorle e zucchero, colorati in modo tale da imitare quelli veri. Da quel momento, la produzione della pasta di mandorla, detta appunto “martorana”, divenne la caratteristica più nota della chiesa dell’ammiraglio. Fu così che le specialità delle monache divennero patrimonio dei pasticceri della
città, che ogni anno, per la festa dei morti, il 2 Novembre, ne rinnovano la secolare tradizione.

Adesso non vi resta che assaggiare la Frutta Martorana…dove? Sempre in piazza Bellini c’è il Monastero di Santa Caterina d’Alessandria al cui interno troverete il paradiso dei dolci. Ce n’è per tutti i gusti!


Mi chiamo Paola Ponte e sono una guida turistica dal 1997, laureata in Storia dell’Arte, parlo francese, inglese e spagnolo. Vivo a Palermo dove svolgo principalmente la mia professione, abilitata inoltre per tutta la Sicilia.
Le tre parole che descrivono meglio il mio lavoro sono: passione, condivisione, bellezza. E’ un lavoro emozionante e non avrei potuto scegliere di meglio. Ogni giorno è diverso, nuove opportunità, straordinarie esperienze, la fortuna di conoscere persone nuove e condividere con loro l’amore per la mia terra.
La Sicilia è una terra antica, fatta di storia, arte, leggende, tradizioni e con una natura esplosiva. Ecco perché un viaggio in Sicilia è sempre una buona idea!
Per saperne di più leggi gli articoli che ho scritto per il blog e troverai tanti consigli utili per vivere un’esperienza unica!

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