Roma, un’eterna sorpresa – La Fonte di Giuturna: un inaspettato angolo del Foro Romano

Tutti noi sappiamo che il Foro Romano era il centro politico, economico e sociale della Roma antica, un luogo abbellito da numerosi edifici quali templi, librerie o basiliche. Ma molte erano, inoltre, i luoghi o sacelli sacri nell’area, come ad esempio la Fonte di Giuturna. Siamo proprio a fianco delle magnifiche colonne marmoree dell’antico Tempio dei Dioscuri, Castore e Polluce, oggi assimilati alla costellazione dei Gemelli. Quei resti marmorei sono molto di più di pezzi in marmo, in quanto innanzitutto hanno a che fare con la sacralizzazione di un’area importante, per i Romani. Giuturna era, infatti, la guardiana (o ninfa), di una fonte naturale di acqua dolce che scendeva da un pendio del Palatino sino a qui, nell’area del Foro Romano. I Romani spesso personificavano elementi naturali come foreste, fonti o similari, come in questo caso. Ma c’è di più, poiché la Fonte di Giuturna è legata ad un paio di storie e leggende che hanno a che fare con personaggi storici molto diversi tra loro. Costoro però, in un certo qual senso fecero la storia di Roma e resero l’Urbe stessa eterna. Ecco il motivo…

Il Foro Romano

La prima storia che ebbe a che fare con la Fonte di Giuturna è ambientata al V secolo a,C., quando i Romani si ritrovarono a combattere contro la Lega Latina a sud del territorio dell’Urbe, nell’odierna Ariccia, più o meno. La lega in questione, un’alleanza di numerose tribù che vollero spezzare l’egemonia di Roma sul territorio, si rivelò più forte del previsto. I Romani erano vicini a perdere la battaglia, e forse la guerra stessa, quando le fonti scritte ci narrano dell’avvento di un miracolo. Improvvisamente, con l’esercito romano quasi in rotta, dal cielo giunsero due magnifici guerrieri su grandiosi destrieri bianchi, i quali aiutarono i Romani a sconfiggere i nemici e a vincere la battaglia. Quei due erano i gemelli Castore e Polluce, che decisero di mettersi a fianco di Roma. Non solo, poiché la notte della battaglia alcuni abitanti dell’Urbe videro due bellissimi cavalli bianchi abbeverarsi in questa fonte, proprio nel cuore del Foro Romano, prima si svanire nel nulla. Non è dunque un caso se la Fonte di Giuturna si trovi proprio qui, vicino a quel tempio eretto proprio in memoria di questo episodio e dedicato ai Dioscuri. Ma ci sono un altro paio di leggende che legano quest’area sacra a Roma. In questo caso, però, dal mondo pagano ci dobbiamo spostare a quello cristiano… 
Siamo nel IV secolo d.C. e Roma, governata da Costantino il Grande, stava affrontando una terribile pestilenza. Purtroppo, nonostante tutti gli sforzi, l’imperatore non riuscì a fare fronte al problema e, anzi, si ammalò gravemente anche lui. Secondo la tradizione una notte sognò San Pietro e San Paolo, i quali gli consigliarono di trovare San Silvestro, il Papa dell’epoca, per avere una mano e salvare sé stesso e la città. San Silvestro era fuggito da Roma, costretto all’esilio perché cristiano, e si era rifugiato in eremitaggio sul Monte Soratte. Fu trovato e portato a Roma. La prima cosa che fece fu portare Costantino alla Fonte di Giuturna, dove lo battezzò nel nome della Trinità. Non solo l’imperatore guarì completamente dal suo male, ma anche l’intera Urbe fu liberata dall’epidemia. Da quel momento Costantino abbracciò la fede cristiana, imponendo una nuova via alla storia dell’Impero Romano. Sintomatico è il fatto che Silvestro avrebbe battezzato Costantino proprio in quella fonte d’acqua pura utiilizzata dai Romani per secoli, quegli stessi romani che avevano ripetutamente perseguitato i cristiani. Ma non finisce qui, poiché un”altra tradizione è legata allo stesso San Silvestro ed alla Fonte di Giuturna. Si narra, infatti, che voci circolavano a Roma in merito alla presenza di un mostro nel Foro Romano. Il Papa intervenne subito, e con coraggio si recò nel cuore dell’Urbe antica, arrivando proprio nei pressi della Fonte di Giuturna. Lì vide una scalinata che scendeva nell’oscurità. La intraprese per ritrovarsi in una enorme stanza sotterranea, dove scorso il muso diabolico di un malvagio drago. Allora San Silvestro si mise di fronte alla bestia, esclamando: “Gesù Cristo nato da una vergine, crocifisso e sepolto, è risorto e siede alla destra del Padre: verrà un giorno a giudicare i vivi e i morti: tu, Satana, aspetta la Sua venuta nella fossa!”. Quel drago da allora è lì, in attesa… 


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