I Musei Vaticani sono così pieni zeppi di meraviglie che è difficile fare una scelta, provando a decidere quale opera d’arte è la migliore o la più bella. Inoltre nei musei ci sono centinaia se non migliaia di ornamenti di epoca classica, in particolare romana, come rilievi, sarcofagi o statue marmoree. Ma qualche volta in questa sterminata collezione può essere trovato qualcosa di simpatico, di curioso e di speciale come, ad esempio, le iniziali lasciate dalle divine mani di Michelangelo…

Nel cortile ottagonale dei Musei Vaticani ci sono dei capolavori assoluti come il Perseo del Canova, l’Apollo del Belvedere o il famoso Laocoonte, gruppo scultoreo in marmo del I secolo a.C. Ma ora provate a seguire le mie istruzioni: andate verso il centro del cortile voluto da Papa Giulio II agli inizi del ‘500, dove c’è la fontana, e svoltate a sinistra. Vedrete dinanzi a voi una grande vasca in granito rosa di provenienza egizia, un ornamento molto gradito nella Roma antica ma anche un ottimo esempio dell’opulenza dell’impero romano. Sulla vostra sinistra avrete un piccolo blocco marmoreo con dei rilievi ma, soprattutto, con due strane lettere incise sulla superficie: MB. Esse, secondo la tradizione, sono le iniziali di colui che le realizzò: Michelangelo Buonarroti.

Secondo questa curiosa leggenda, dunque, sarebbe stato il geniale maestro del Rinascimento l’autore di questa incisione. Dopotutto lui era di casa qui in zona Vaticano, in quanto la sua Pietà già dal 1499 faceva sfoggio della sua immensa bellezza in una cappella della Basilica di San Pietro, così come i suoi meravigliosi affreschi sulla volta della Cappella Sistina, commissionati proprio da Papa Giulio II. Dobbiamo dunque pensare che Michelangelo venisse qui molto spesso, passando magari anche attraverso questo cortile che già, all’epoca, doveva essere pieno zeppo di bellezze archeologiche. Giulio II, dopotutto, non fu solo un pontefice potente, ma anche un amante delle arti ed un mecenate, un uomo capace di spendere una fortuna per capolavori dell’antichità. E proprio quest’ultimi dovevano adornare il cortile, facendo breccia nel cuore di uno studioso e curioso come Michelangelo. L’artista, al pari di altri, usava venire qui anche per osservare, disegnare, realizzare schizzi e semplicemente ammirare quelle opere d’arte di epoca greco-romana che, per un maestro del Rinascimento, erano modelli di perfezione e bellezza. Ce lo dobbiamo dunque immaginare, il nostro Michelangelo, passeggiare per le aree della residenza pontificia (allora gran parte degli attuali Musei Vaticani facevano parte degli appartamenti papali) beandosi di statue e rilievi. E, secondo questa tradizione, tante furono le volte che Michelangelo venne qui che incominciò a sentirsi un po’ come a casa sua. Aggiungiamo che il maestro del Rinascimento è rinomato anche per il suo carattere un poco burbero e scontroso, ed ecco che la leggenda è servita: secondo questa storia, infatti, Michelangelo cominciò ad appoggiarsi al blocco in marmo descritto in precedenza, utilizzandolo un poco come un tavolo da lavoro dove appoggiare fogli, matite o chissà cos’altro. Sentì talmente suo questo blocco di marmo che decise, dunque, di incidere le sue iniziali proprio qui, dove le possiamo vedere…
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