Sicilia Bedda – Il borgo di Savoca

A meno di mezz’ora di strada da Taormina si trova un borgo che vale la pena di visitare: Savoca.

Si trova a 330 metri sul mare e si raggiunge salendo da Santa Teresa di Riva, cittadina balneare oltre il Capo di Sant’Alessio, dal quale invece si sale per arrivare a 420 metri sul mare ad un altro borgo medievale, Forza d’Agrò, per una tortuosa e panoramicissima strada, con viste mozzafiato.

Il borgo di Savoca

Savoca deve il suo nome al sambuco, pianta ancora oggi utilizzata per farne liquori e confetture dai fiori e dalle bacche, ma che può essere altamente tossica contenendo cianuro in altre parti come semi e corteccia. Veniva anticamente utilizzata per la concia delle pelli e probabilmente anche durante i processi di mummificazione insieme al salnitro. Questa pratica alquanto macabra si è effettuata in Sicilia fino agli anni venti, epoca alla quale risale l’ultima, la celebre mummia di Rosalia Lombardo di soli quattro anni e alla quale si deve la sensazionale fama delle cosiddette Catacombe dei Cappuccini a Palermo.

In epoca barocca i monaci ritenevano opportuno attendere il completo disfacimento delle carni, prima di seppellire le sole ossa, che risultavano così purificate dalla caducità terrena. Per ottenere questo risultato nelle cripte delle chiese si trovavano i Putridarium, dove sedevano i cadaveri in appositi colatoi e addetti malpagati si occupavano ripetutamente di forarli affinchè fuoriuscissero i liquidi corporei, con conseguente emanazione di effluvi pestiferi anche negli ambienti sovrastanti, per la gioia dei fedeli che assistevano alle funzioni sacre… Per questo motivo Napoleone emmesse l’editto di Saint-Cloud nel 1804, che stabiliva che tombe e cimiteri per motivi igienico-sanitari dovessero essere poste al di fuori delle mura cittadine, provvedimento recepito nel Regno di Italia due anni più tardi, scatenando un acceso dibattito, come testimonia il Carme dei Sepolcri di Ugo Foscolo.

Ma nel Regno delle due Sicilie si proseguì ostinatamente imperterriti a seppellire nelle cripte.

Per giungere alla totale decomposizione ci volevano parecchie settimane, ma per una strana concomitanza di correnti d’aria, a Palermo capitò che i corpi si asciugassero rimanendo quasi intatti. Questo inusuale fenomeno venne interpretato dai monaci come espressione del monito Memento mori, ossia ” ricordati che sei destinato a morire “. Così iniziarono a sviluppare un vero e proprio metodo affinchè questa sorta di mummificazione fosse applicata a tutti i confratelli, estraendo appositamente viscere e cervello dai defunti, ricoprendoli di salnitro per essicarli prima, lavandoli in seguito con aceto, riempiendoli di paglia e infine ponendoli rivestiti in piedi in nicchie gli uni accanto agli altri. Ai nobili sembrò un’espressione di distinzione dalla gente comune ed erano disposti a pagare ai monaci cifre incredibili per fregiarsi di avere almeno un membro della famiglia mummificato. I monaci colsero al volo l’occasione e approfittando di questa smania di “staus symbol” del ceto nobile, finanziarono i propri monasteri. Costava di più mummificare un uomo che una donna, per il valore attribuito alle persone a seconda del genere di appartenza: emancipazione femminile e parità dei sessi erano ancora una assoluta improbabilità…

Nel convento dei cappuccini a Savoca se ne conservano ancora una trentina, la prima risalente al 1776, l’ultima al 1876. Un deprecabile atto vandalico nel 1985 vide i poveri resti sfregiati con vernice spray verde e solo nel 2011 sono stati riposti nel loro sito originario, dopo il restauro. quasi tutti in teche e sdraiati anzichè in piedi.
La loro vista a qualcuno suscita orrore e disgusto ad altri commozione, ad altri ancora dissacrante ilarità. Personalmente ritengo siano un’ennesima riprova della vacuità umana, un tentativo malriuscito di assicurarsi la notorietà eterna o semplicemente l’espressione del desiderio intimo di non essere dimenticati dopo la morte…

Oltre alle mummie, Savoca deve la sua popolarità addirittura internazionale al fatto che furono girate alcune scene del film Il Padrino di Francis Ford Coppola nel 1972. Pare che inizialmente lo volesse girare a Corleone, ambientazione dell’omonimo romanzo di Mario Puzo, ma che gli fu richiesto il pagamento di un “pizzo” per  lavorare in tranquillità e che per questo preferì spostare le riprese dall’altro lato della Sicilia…

Apollonia a Savoca

Se queste circostanze  siano verità o leggenda poco importa: la scelta di questi luoghi ha reso Savoca e dintorni leggendari e frotte di turisti vengono attirati quassù per fare un selfie di fronte al Bar Vitelli o davanti alla chiesa di San Nicolò, conosciuta in realtà ai più come Santa Lucia, che appaiono nelle inquadrature del film che vede interpreti Al Pacino nel ruolo di Michael Corleone e la bellissima Simonetta Stefanelli, che sposerà in seguito Michele Placido, in quello di Apollonia.

Al Pacino nel ruolo di Michael Corleone al Bar Vitelli di Savoca

Chi non vuole inerpicarsi a piedi per le ripide e strette stradine, troverà comodo noleggiare un giro in Ape Piaggio, opportunità offerta da un solerte cittadino che si è inventato questa attività con grande divertimento degli stranieri…

La cittadina era la sede estiva dell’archimandrita di Messina che aveva qui un castello di cui resta oggi ormai solo un rudere nel punto più alto del paese;  fiorente era la produzione della seta, appannaggio esclusivo degli ebrei che avevano qui una folta comunità fino alla loro cacciata nel 1492.

Interessantissimo il museo etno antropologico, unico nel suo genere, raccoglie utensili ed attrezzi di antichi mestieri e dà l’idea della realtà contadina di un non lontano passato e mostra la ricostruzione fedele dei cicli di produzione e degli ambienti rurali.

Un luogo incantevole dove soggiornare in questo paesino medievale è il Resort Borgo San Rocco, dove si può godere prenotando, anche solo della eccezionale cucina del suo ristorante.
Vi aspetto!


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Ciao, mi chiamo Chiara Rozzi. Sono nata a Milano, cresciuta al lago di Garda a Salò dove mi sono trasferita all’età di 7 anni. Dal 1987 opero nel turismo come accompagnatrice e poi come guida autorizzata. Vivo a Taormina in Sicilia dal 1989.

Un commento

  1. E se decidi di visitare Savoca al crepuscolo…. Ti si intenerisce il cuore…..
    E fa sospirare gli innamorati.
    Grazie cara per questa stupenda presentazione, chapeau !

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