La Basilica di Santa Cecilia è una delle chiese più belle di tutta Trastevere, storico rione romano, dove è possibile respirare un’atmosfera che profuma di tradizioni, di arte e di bellezza. Dopotutto tutta Trastevere è così, ma in particolare questa chiesa, trasformata in basilica nel IX secolo ma più antica, ha tanto da narrare e molto da svelare…

Come altre chiese di una certa età a Roma, anche la Basilica di Santa Cecilia ha subito numerosi rimaneggiamenti, ristrutturazioni e restauri nel corso dei secoli, tanto che oggi si rimane affascinati da testimonianze di varie epoche e stili. Ad esempio, colpisce immediatamente l’occhio l’elegante ciborio che svetta da circa 800 anni nell’area dell’altare maggiore, un ciborio goticheggiante, con rilievi ed intarsi policromi, ad opera di Arnolfo di Cambio.
Nel Duecento quest’ultimo fu un maestro molto affermato e famoso, e ciò attesta l’importanza della Basilica di Santa Cecilia. Ma c’è a che un’altra sorpresa, sempre dal Medioevo, la quale non è facile da vedere: parlo dell’affresco parziale, raffigurante il Giudizio Universale ad opera del Cavallini (altro importante artista di fine Duecento), visibile in quella che era la contro facciata antica della chiesa. Per vedere questo capolavoro pittorico, però, si deve citofonare alle suore e salire su, con il loro permesso. Non sempre possibile, ma lo consiglio.
Certamente, però, la grandiosa opera d’arte che rende inestimabile la Basilica di Santa Cecilia in Trastevere è la straordinaria statua marmorea ad opera dello scultore Stefano Maderno, un maestro del Seicento e del Barocco.

Ecco, ammirando la scultura, i suoi tratti e lineamenti così delicati sebbene ci mostrino le fattezze del corpo della santa, si può introdurre il discorso su Santa Cecilia, la cui storia personale è sicuramente meritevole di essere conosciuta…
Non sappiamo tantissimo su Santa Cecilia, tant’è che ancora oggi si nutrono dei dubbi sulla sua reale esistenza. Nonostante questo, però, la sua ufficiale agiografia ci dice che Cecilia era una giovane e bella ragazza che, un giorno, si innamorò con Valeriano, il quale divenne successivamente suo marito. Entrambi facevano parte di famiglie sicuramente agiate, in quanto la basilica stessa a Trastevere si erge al di sopra di sostruzioni di epoca romana che attestano l’esistenza di un complesso residenziale di una certa rilevanza, complesso che sarebbe stata proprio la dimora della santa.
Tra le peculiarità della giovane Cecilia c’era la sua soave voce, tanto che si narra che usasse cantare non appena poteva; non ci dobbiamo sorprendere, dunque, se oggi è considerata la patrona dei musicisti e della musica in generale. Inoltre la vita di Cecilia è costellata di miracoli e visioni, come quando un giorno un angelo scese direttamente dal cielo per pregare con lei. Ovviamente Cecilia, così come Valeriano, era una fervente cristiana. Purtroppo però all’epoca la fede in Cristo non era ben vista, tanto che Valeriano e gran parte della sua famiglia furono uccisi, mentre a Cecilia, sempre secondo la sua agiografia, toccò qualcosa di peggiore: la tortura. I Romani tentarono di riconvertirla senza alcun esito, tanto che un giorno la rinchiusero nei locali termali della sua abitazione.
Gli aguzzini di Cecilia pensarono così di farla uccidere dai bollenti vapori delle stanze, peccato che dopo tre giorni passati lì dentro la giovane Cecilia uscì senza alcun graffio ed in complete forze. Proseguendo con la storia, dunque, i Romani decisero che era il momento di passare alle maniere forti, e per uccidere Cecilia decisero semplicemente di tagliarle la testa. Pare che ci vollero ben tre colpi d’ascia prima che il capo fosse spiccato dal corpo della giovane. Il martirio della santa, dunque, fu particolarmente cruento, sebbene il vero colpo di scena arrivò secoli più tardi…
Si narra, infatti, che Cecilia fosse stata sepolta nelle attuali Catacombe di San Sebastiano, una delle zone deputate alla sepoltura dei morti della comunità cristiana.
Papa Pasquale I, nel IX secolo, fu un pontefice che tenne moltissimo al culto dei martiri, tanto che ne traslò tantissimi dalle catacombe per spostarli in basiliche da lui rinnovate o costruite. Quando si imbatté nel loculo in cui Cecilia fu tumulata ecco il miracolo: il corpo della santa era immacolato ed intatto, come se la morte fosse sopraggiunta pochi attimi prima. Di conseguenza Pasquale I credette ad un miracolo vero e proprio, e fu gioco facile per lui traslare il corpo della santa nella nuova basilica a Trastevere da lui voluta.
Ma c’è di più, poiché lo stesso miracolo si ripeté una seconda volta! Alla fine del ‘500, nel corso dei lavori di rinnovo della basilica medievale, si decise di riaprire la tomba di Santa Cecilia. Ed ancora una volta il suo corpo sembrava immutato, quasi come se la santa stesse dormendo beatamente.
E la statua del Maderno, che ancora oggi è ben visibile all’interno della Basilica di Santa Cecilia, riesce bene a trasmetterci quel senso di pace e quiete che il corpo della santa sembrava avere, nonostante la morte e le torture…
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