Ti racconto le Marche – Le Marche di Osvaldo Licini

“LA REGIONE DELLE MADRI”: PAESAGGIO, NATURA E AMBIENTE

Delle Marche si può parlare dell’aspetto geografico, storico politico, ecc., ma se si tralasciano natura e paesaggio, sarà poi difficile avere un quadro completo e articolato su questa regione così poco conosciuta.

Una regione dal carattere “alto e semplice, lontano e così familiare, apparentemente accessibile ma in effetti geloso e in grado di difendere la propria originalità”. Una terra che offre una stupefacente varietà di paesaggi e di ambienti naturali e umani, che, però, sembrano aprirsi alla vista del visitatore in modo timido e velato, con una sorta di umiltà e ritrosia, ma che, paradossalmente, proprio in questo loro farsi intravedere e concedersi poco alla volta, racchiudono il loro fascino segreto, la loro bellezza discreta.

L’ambiente naturale ed il paesaggio sono parte integrante della quotidianità dei marchigiani che, nell’epoca del progresso e della tecnologia, mantengono ancora il privilegio di godere di una natura e di un paesaggio unici nel loro genere. E’ proprio per questo motivo che si può parlare delle Marche come di un grande giardino naturale ed artificiale insieme.

Il giardino naturale è quello composto dall’estro di FLORA, divinità italica collegata alla fioritura primaverile. Lo stesso Osvaldo Licini scriveva:”… adesso guardiamo dalle finestre crescere la primavera e i cambiamenti rapidi del cielo e dei verdi, e ci divertiamo come a teatro”.

Il giardino artificiale, invece, è quello dovuto all’intervento di POMONA, dea romana protettrice delle messi e dei frutti dell’agricoltura, e nella regione certo non mancano esempi d’intervento umano abile e sapiente.

Il giardino marchigiano è l’esempio più chiaro di luogo di coniugazione dei due spiriti: quello della naturalità e quello della sapienza umana. Il grande scrittore italiano Guido Piovene, nel suo viaggio nelle regioni italiane, ha pensato naturale definire la regione Marche in questi termini:”…Un grande e naturale giardino all’italiana quasi interamente chiuso dalle montagne, quasi che l’uomo stesso ne avesse fornito il disegno e dove la varietà dei coltivi e degli alberi
è usata a scopo ornamentale… Il lavoro concorre alla bellezza e lucidità del paesaggio… il più rotondeggiante d’Italia
.”

Il paesaggio marchigiano ha da sempre impressionato artisti e poeti soprattutto per i segni dell’uomo. Una campagna fortemente antropizzata, un paesaggio dolce, armonico, dalle mille sfumature cromatiche come se fosse un affresco. Non a caso, i nomi scelti come slogan pubblicitari della regione e delle varie province, fanno riferimento, spesso e volentieri, all’aspetto ambientale e paesaggistico.

E se madre natura crea una bellezza così armoniosa e perfetta ecco che gli artisti sono pronti ad imitarla, su insegnamento dei classici, per arrivare, a loro volta, ad essere gli artefici di un lavoro altrettanto perfetto.

La natura ha influito moltissimo nella pittura marchigiana soprattutto nel ‘400, quando i campi, le colline, le siepi e i corsi d’acqua fanno da sfondo alle varie composizioni pittoriche esaltandone il contrasto cromatico. La pittura marchigiana dal ‘400 in poi, è realismo e razionalità. E’ realistica perché basata sulla dimensione concreta della forma e dell’ampiezza dei campi e del paesaggio modificato dall’uomo. E’ razionale perché si modella sull’equilibrio tra componente architettonica e ambiente naturale.

Si passa pertanto, da una cultura del paesaggio fisicamente vissuta e modellata nel quotidiano dalla fatica, ad una cultura delle immagini dove l’ambiente dipinto si fa documento e testimonianza di ambienti che oggi non ci appartengono più o che sono stati profondamente modificati dall’uomo. Ed ecco che le immagini dipinte assumono un valore sociale che sensibilizzano verso la tutela e la salvaguardia ambientale.

La denominazione al plurale della regione ci suggerisce un territorio articolato ma che, allo stesso tempo, possiede connotati di unicità nel senso che le sue parti si fondono in un’unicità che crea la terra “più classica” d’Italia. Le varie parti si fondono creando, compenetrandosi l’una all’altra nel segno di una bellezza tutta rinascimentale che si fonda sull’equilibrio, l’armonia e l’eleganza.

Tale valore della sintesi ha forgiato il temperamento equilibrato dei suoi abitanti inducendo ad atteggiamenti riflessivi, un po’ malinconici ma mai iperbolici: niente è estremamente primitivo, né estremamente moderno. E’ una griglia ideale nel rapporto realtà-fantasia e anche metafora letteraria. E’ la “regione delle Madri”, come dichiara Osvaldo Licini nel 1941, ovvero la terra dove l’artista dichiara di essere disceso per conservare alcuni valori immateriali che appartengono allo spirito umano.
E Carlo Bo commenta:“al di là di qualunque confine o linea di demarcazione geografica, (Le Marche) vivono per aria, sospese dentro un’idea di poesia quanto mai libera, …..vivono di vita propria, sono, appunto, prima ancora che una regione geografica, una viva e concreta rappresentazione dell’anima, in tutta la sua caleidoscopica complessità.”

La ricerca identitaria della regione così variegata, non può non passare attraverso il suo paesaggio dove la cultura della siepe, di leopardiana memoria, è metafora dell’identità marchigiana. Lo stare al di qua della siepe significa sentirsi ancorati alle origini, mentre stare oltre la siepe significa volere entrare pienamente nel mondo. Ciò caratterizza il carattere anche degli artisti marchigiani che se da una parte sono solitari, non sono però isolati. Il modo autarchico di un’economia curtense che si ripercuote nell’arco del tempo nelle campagne marchigiane, ha fortemente stimolato l’invenzione, la creatività, l’intelligenza del fare e del fare
bene.

Mostra di Osvaldo Licini “La regione delle Madri” – Monte Vidon Corrado dal 25/07/2020 – al 08/12/2020
Orari di ingresso (Settembre – Ottobre – Novembre – Dicembre)
La mattina, dalle 9.00 alle 13.00
Biglietti: Intero: € 5,00 Ridotto: € 3,00 Ridotto (6-18 anni): € 2,00 Gratuito: bambini fino a 6 anni non compiuti
Patrocini: promossa dalla Regione Marche e organizzata dal Comune di Monte Vidon Corrado in collaborazione con il Centro Studi Osvaldo Licini.

Osvaldo Licini
Casa Licini
Un quadro di Osvaldo Licini

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Mi chiamo Daniela, abito nelle Marche e precisamente a Macerata e lavoro come guida e accompagnatrice turistica da 25 anni. Svolgo la professione di guida turistica principalmente da Ancona fino ad Ascoli Piceno passando per piccoli ed incantevoli borghi dell’entroterra e adoro condurre i visitatori nel cuore autentico delle Marche svelando loro suggestivi ed infiniti angoli sconosciuti delle Marche “… ove per poco il cor  non si spaura”.
Amo narrare la bellezza della mia terra in modo insolito con letture e piccole teatralizzazioni affinché i visitatori conservino il ricordo di un viaggio che è vera esperienza. Se desiderate, dunque, conoscere meglio questo piccolo angolo di mondo, non esitate a contattarmi!

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