Percorrere via Caracciolo di mattino presto con il sole che sorge alle spalle del Vesuvio e illumina l’orizzonte dove appare dolce e lucente la collina di Posillipo. La sirena adagiata sul mare a chiudere il golfo, l’antica Ammenus poi diventata Pausilypon (pausa dagli affanni), termine che racchiude in sé la bellezza e la gioia del luogo. Per molti il nome fu un’intuizione di Publio Vedio Pollione, generale romano che decise di viverci costruendo la sua splendida villa tra la Gaiola e la Baia di Trentaremi; per altri invece il nome è collegato alla presenza della scuola filosofica Epicurea che insegnava agli uomini a liberarsi dagli affanni per raggiungere la felicità interna.
Posillipo icona perfetta e sfondo ideale; Posillipo luogo antico scoperto dai Greci e esaltato dai Romani che per storia e geologia più vicino ai Campi Flegrei che a Napoli.

Si può andare a Posillipo alla ricerca di qualcosa di antico e forse più autentico che sfugge all’attenzione perché non rientra nell’immaginario collettivo. Sulla collina, infatti, sono ancora visibili i profili degli antichi nuclei dei Casali, oggi inglobati dalla moderna espansione edilizia. Per ritrovare le tracce della loro identità bisogna raggiungere la parte più alta della collina, lasciare le strade panoramiche per immettermi in vicoletti, percorrere stradine e salire scale.
L’insediamento originario di Posillipo, data la lontananza sia dalla città di Napoli che dai centri flegrei, assunse la struttura di una comunità autosufficiente con un sistema basato principalmente sull’autoconsumo. Nel Medioevo accanto agli insediamenti agricoli si stabilirono alcune comunità religiose proprietarie della maggior parte dei terreni dai quali traevano ingenti rendite. Quando nella seconda metà del Cinquecento cominciarono a svilupparsi i due nuovi villaggi di Villanova e Porta di Posillipo più vicini alla città, la costa tornò nuovamente a popolarsi di ville signorili.

I villaggi più antichi erano quelli di Angari e Megaglia che, nel Medioevo, con Santostrato e Spollano formavano il Casale di Posillipo, giuridicamente ed economicamente autonomo.
Il villaggio di Angari si svolgeva ai lati di una stradina ancora oggi chiamata Cupa Angara, dove sono riconoscibili resti di case rurali. Un’altra strada partiva da Angari e portava direttamente a Villanova. Oggi è nota con il nome del Marzano e nel percorrerla si respira ancora una certa atmosfera rurale con odori, suoni e colori che ti fanno allontanare dalla dimensione della città.
Nella piazzetta dell’antico Casale di Villanova si conserva in buone condizioni la Chiesa di Santa Maria della Consolazione costruita nel 1737 da Ferdinando Sanfelice su una cappella che la Principessa Eleonora Piccolomini fece erigere nel suo fondo nel 1488. La Chiesa conserva l’altare maggiore in marmi policromi e una bella tavola del Cinquecento ma subì notevoli danni per il terremoto del 1980 che causarono il crollo di parte del pavimento. Vennero così alla luce le antiche mura, una pavimentazione in cotto maiolicato e in marmo del 400 e una lapide marmorea. Nel 1982 durante i lavori di ristrutturazione furono rinvenuti una ventina di scheletri provenienti da una fossa comune.

Il Casale di Santostrato è il più grande nucleo ancora abitato della collina e ha uno schema ad avvolgimento con al centro la chiesa e la piazza antistante. Il nome deriva dal culto di Santo Stratone introdotto da una colonia greca proveniente da Nicomedia. La chiesa del villaggio fu fondata nel 1266 da tre greci sui resti di una fabbrica romana poi ampliata nel cinquecento.

Giunti al Casale di Santostrato si ha la sensazione di immergersi in una realtà che ha mantenuto ostinatamente le distanze fisiche e culturali con la città di Napoli. Girando tra le stradine se ne coglie l’identità e gli sguardi rivelano l’appartenenza ad una comunità centenaria che parla un’altra lingua e venera un altro santo.
In alcuni punti le file di case continue s’interrompono in un cortiletto dai quali si gode una vista sul golfo respirando un assoluto senso di pace.
Lasciando Santostrato ci si dirige verso il Parco del Virgiliano uno dei luoghi più belli in assoluto dell’intera collina di Posillipo, così denominato in onore del poeta romano. Il parco è costruito con una struttura a terrazze arricchite da una folta vegetazione ed è collocato in una posizione strategica sul promontorio di Posillipo. La splendida visuale panoramica del golfo di Napoli, comprende il Vesuvio, la penisola sorrentina, le isole di Capri, Procida e Ischia e Nisida e la costa flegrea da Pozzuoli a Capo Miseno.


All’interno del Parco sono numerosi i chioschi per una piacevole sosta all’ombra dei pini marittimi tra uno snack e una bibita.
A poca distanza, in direzione Marechiaro c’è il famoso Ristorante Rosiello con annesso vigneto per la produzione autoctona di vino. Tra i filari dell’Azienda Agricola Varriale prosperano secolari uve falangine: Falanghina Flegrea, Piedirosso, Cacamosca, Fiano e Greco di Posillipo.
Scendendo dal lato opposto della collina si può pranzare da La cantina di Coroglio, classica trattoria napoletano dall’ottimo rapporto qualità prezzo. In un’atmosfera di una tipica taverna di porto si può gustare una gran bella pasta e fagioli con le cozze, specialità della cucina partenopea accompagnato da un ottimo vino dei Campi Flegrei.
Mi chiamo Michele Carneglia, vivo a Napoli e sono una guida turistica abilitata della Regione Campania. Animato da passione ed entusiasmo e con una consolidata esperienza nella gestione e conduzione di tour sia per individuali che per gruppi, propongo una vasta gamma di visite guidate, itinerari tematici e tour su richiesta. Opero in particolare nella città di Napoli, nei siti archeologici dell’area Vesuviana, nei Campi Flegrei e in Costiera Amalfitana.
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