Siviglia arte e passione – La lunga e travagliata storia del Monastero di Santa Maria de las Cuevas

Santa Maria de las Cuevas, monastero certosino sull’isola della “Cartuja” (Certosa) fu costruito nel XV secolo su un antico eremo che era stato eretto per venerare l’effige della Madonna rinvenuta, secondo la tradizione, all’interno di un pozzo di estrazione dell’argilla (cueva).

Il monastero svolse, in passato, un importante ruolo non solamente di carattere religioso ma anche sociale. Il suo prestigio era tale che quasi tutti i monarchi spagnoli lo visitarono, iniziando dalla regina Isabella di Castiglia, nel XV secolo.

Come una piccola urbe circondata da mura, il monastero accoglieva al suo interno due foresterie, una per i familiari dei frati e per i pellegrini e l’altra destinata a importanti personalità dell’epoca.

Qui Cristoforo Colombo passò lunghi periodi consultando i libri della magnifica biblioteca del monastero, prima di riunirsi, a Salamanca, con la regina Isabella di Castiglia.

La comunità monastica era quasi totalmente autosufficiente: possedeva estesi orti, coltivazioni di piante medicinali, contava su una prebenda papale per pescare nel Guadalquivir e disponeva di grandi vasche con tartarughe di cui i certosini si cibavano.

Il terremoto di Lisbona del 1755 danneggiò gravemente il monastero, il cui stato di conservazione fu ulteriormente compromesso dalle numerose inondazioni dovute allo straripamento del fiume Guadalquivir.

Nel 1811 il maresciallo Soult, comandante in capo delle truppe francesi che conquistarono Siviglia, destinò il monastero a caserma e a sede amministrativa dell’esercito. Tutti gli arredi religiosi e le opere d’arte furono trafugati e gli spazi interni furono trasformati.

Dopo l’espulsione dei francesi da Siviglia, i frati rientrarono nel monastero; pochi anni dopo, nel 1836, questo venne confiscato dallo stato e venduto a un imprenditore inglese, Charles Pickman, che lo trasformò in una fabbrica di porcellane.

A testimonianza di questa fase storica vissuta dall’edificio, rimangono alcune fornaci “a bottiglia” costruite nel XIX secolo e altre a forma di torri cilindriche, risalenti al XX secolo.

Fornace a bottiglia

Nel 1871 la Cartuja divenne fornitore ufficiale della Casa Reale Spagnola; anche l’imperatrice d’Austria, nota come “Principessa Sissi”, era solita acquistare articoli prodotti dalla fabbrica sivigliana.

Negli anni ’80 del XX secolo il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti espropriò il monastero e la fabbrica fu trasferita a Salteras, in provincia di Siviglia, dove le porcellane “La Cartuja” continuano a essere prodotte.

Il monastero certosino fu restaurato e utilizzato come Padiglione Reale durante l’Esposizione Universale del 1992, organizzata a Siviglia per celebrare i 500 anni dalla scoperta dell’America.

Attualmente l’edificio è sede del CAAC (Centro Andaluz de Arte Contemporaneo), dell’Instituto Andaluz del Patrimonio Histórico e del rettorato dell’Universidad Internacional de Andalucía.

L’accesso principale, chiamato “Porta di Terra”, fu concepito dall’architetto Ambrosio de Figueroa, a modo di arco di trionfo.

La porta di Terra

A fianco alla porta è ubicata una piccola cappella, di una sola navata, che fu utilizzata in origine per accogliere i poveri e gli infermi.

Cappella ubicata a fianco alla Porta di Terra

Dopo aver attraversato un ampio piazzale, ci troveremo davanti al vero e proprio ingresso del monastero, la “Porta delle Catene”, che ci conduce a un atrio su cui si staglia la facciata della chiesa abbellita da un delizioso rosone decorato con piastrelle policrome.

Facciata della chiesa con rosone decorato con piastrelle
Atrio dal quale si accede alla chiesa

La chiesa di una sola navata e con volta a crociera venne utilizzata come stalla dai francesi e come magazzino durante la fase produttiva della fabbrica; oggi è uno degli spazi che ospita le esposizioni temporanee del Centro di Arte Contemporanea.

Nella cripta della Cappella di Sant’Anna hanno riposato, per alcuni anni, i resti dell’Ammiraglio Cristoforo Colombo.

Il famoso navigatore italiano morì nel 1506 a Valladolid, ma il suo legame con Siviglia era stato così forte che il figlio Diego, nel 1509, decise di trasferirne le spoglie nel Monastero di Santa Maria de las Cuevas.

Nel 1536 i resti mortali del grande navigatore intrapresero un lungo viaggio verso Santo Domingo, dove rimasero fino alla fine del XVIII secolo; dal 1791 al 1898 le spoglie di Cristoforo Colombo riposarono nella Cattedrale de La Havana. Fu alla fine del XIX secolo che queste furono riportate a Siviglia, nella cui Cattedrale sono attualmente conservate in un imponente mausoleo.

Dalla chiesa raggiungeremo il bel chiostro “mudejar” (moresco) del XV secolo, centro della vita monastica, la cui delicata semplicità ci invita alla riflessione.

Il chiostro mudejar

Entrando in quella che fu la Sala Capitolare ci sorprenderà la ricchezza decorativa delle numerose tombe appartenenti ai membri della famiglia Ribera, benefattori del monastero. Le sepolture dei due esponenti principali della famiglia, Pedro Enríquez e Catalina de Ribera, annoverate tra le opere scultoree più rilevanti dell’arte funeraria rinascimentale, furono realizzate a Genova da Antonio Maria Aprile da Carona e Pace Gaggini, dopo che il figlio della coppia aveva ammirato le sculture di quest’ultimo nella Certosa di Pavia.

Catalina de Ribera giace con una veste che indica la sua condizione di vedova e porta sul grembo il libro della fondazione dell’Hospital de las Cinco Llagas, la cui costruzione è stata promossa dalla nobildonna.

Il monumento funerario di Catalina de Ribera

Pedro Enriquéz indossa un’uniforme per ricordare la sua morte avvenuta in battaglia durante la conquista del Regno di Granada.

Il monumento funerario di Pedro Enríquez

L’antico refettorio, dove i monaci consumavano i loro pasti, mentre un frate leggeva le Sacre Scritture dal pulpito, era dominato dal dipinto dell’Ultima Cena di Alonso Vázquez, oggi esposto nel Museo di Belle Arti di Siviglia.

Nella Cappella della Maddalena, utilizzata per il culto durante la costruzione della chiesa, riposarono i resti mortali dell’arcivescovo Gonzalo de Mena, fondatore del monastero, prima che la sua tomba fosse trasferita nella Cappella di Santiago della Cattedrale di Siviglia.

Lasciando il chiostro “mudejar” si raggiunge un ampio spazio chiamato “chiostro grande” su cui si affacciano alcune edificazioni moderne che hanno sostituito le celle dei frati conversi e che oggi accolgono le esposizioni temporanee.

Il chiostro grande con le fornaci

Proseguendo la nostra visita scorgeremo un altro patio, su cui si aprivano le celle priorali utilizzate dalla famiglia Pickman come residenza, quando il monastero divenne una fabbrica.

Fontana ubicata in un patio del monastero

Prima di lasciare l’edificio potremo ammirare altre due cappelle, la cappella di Santa Catalina e quella di San Bruno con resti di affreschi murari.

Dirigendoci verso la “Porta del Fiume” per lasciare il complesso monastico, ci imbatteremo nel monumento dedicato a Cristoforo Colombo, voluto dalla moglie di Charles Pickman per ricordare il forte vincolo del navigatore italiano con il monastero.

Monumento dedicato a Cristoforo Colombo e a fianco l’imponente ombú

A fianco al monumento un imponente ombú richiamerà la nostra attenzione. Secondo la tradizione quest’albero fu piantato dal figlio minore di Cristoforo Colombo, Fernando Colombo.

Il suo nome botanico è Phytolacca Dioica. È un albero originario della Pampa del Sudamerica che raggiunge i 20 metri di altezza. Cresce rapidamente ma il legno è piuttosto morbido e può essere tagliato con un coltello. In spagnolo viene anche chiamato “Bellasombra” (Bella Ombra) proprio per la larghezza della sua chioma che offre riparo dal sole.

Per maggiori informazioni o se decidi di visitare Siviglia e il Monastero di Santa Maria de las Cuevas facendoti accompagnare da una guida ufficiale non esitare a contattarmi! Sarò felice di aiutarti!


Sono Giusy Serraino, guida accreditata dalla Junta de Andalucía. Nel 1994 ho iniziato la mia carriera professionale lavorando come accompagnatrice turistica in giro per la Sicilia. Nel 2008 mi sono trasferita a Siviglia. Qui, grazie alla mia professione, continuo a coltivare le mie più grandi passioni, l’arte e la storia. Accompagno gruppi e clienti individuali alla scoperta di questa splendida città, di cui mi sono innamorata fin dal primo istante. Per me sarà un piacere farti conoscere la Siviglia più autentica!

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