Adoro Torino al tramonto, quando il cielo si tinge di rosso e il buio sembra arrivare da est. Poi la notte, e con la notte i ritmi della città cambiano. Questo è il momento preciso in cui i luoghi e i monumenti lasciano trapelare la loro anima e scoprono il loro volto più vero e alle volte, più “noir”.

Torino è una città esoterica, fondata alla confluenza di due fiumi: la Dora Riparia, che simboleggia la Luna e il Po, che simboleggia il Sole, ma ha una particolarità rispetto ad altre: è al vertice di un triangolo di magia bianca, insieme a Lione e Praga, e al tempo stesso è al vertice di un triangolo di magia nera, insieme a Londra e San Francisco. Ogni quartiere del centro storico ha una sua energia che prevale sull’altra e per seguire il flusso dell’energia , si deve cominciare il tour dalla Piazza Statuto, cuore nero di Torino, dove al centro si erge un monumento carico di mistero: un monte di quarzite dove dei Titani bianchi cadono nel tentativo di raggiungere la vetta. Lì un Angelo di bronzo, forse Lucifero, impedisce loro l’ascesa. “Essotericamente”, ovvero “scientificamente” parlando il monumento vuole celebrare i caduti durante i lavori di scavo del tunnel ferroviario del Fréjus, inaugurato nel 1871, ma osservandolo bene sono molti i particolari che possono essere interpretati in chiave assolutamente “esoterica”.
Lasciando la piazza si attraversa il quartiere Valdocco, luogo di sofferenza perché qui, in un luogo ben preciso denominato “Rondò della Forca”, i condannati venivano impiccati sul patibolo. Attorno all’oscurità, le luci della speranza: la presenza di San Giovanni Bosco, con la Basilica di Maria Ausiliatrice, di San Giuseppe Cafasso e di tanti altri “Santi Sociali” che a Valdocco, quartiere povero della città Ottocentesca, hanno portato la loro opera di carità.
Contrapposto ai Santi Sociali c’è il Boia di Torino, un professionista mal tollerato dai cittadini. I panettieri di Torino solevano porgere al boia la micca di pane al contrario, in modo da non mostrare la croce sulla crosta. E’ per questo che ancora oggi noi non amiamo mettere il pane al contrario sulla nostra tavola ! Nel quartiere più antico della città, il Quadrilatero Romano, c’è ancora la sua casa, che era di proprietà del Comune di Torino.
Il “viaggio” nella città della notte passa attraverso zone grigie, come la Piazza Solferino, dove una maestosa fontana del Novecento, la cosiddetta “Fontana Angelica” cela diversi simboli legati alla Massoneria. Se osserviamo la fontana nel suo significato apparente notiamo quattro bronzi che rappresentano le Quattro Stagioni, ma se andiamo oltre ecco rivelarsi ai nostri occhi i simboli di Boaz e Jachin, sostenitori delle colonne del Tempio di Re Salomone, la pietra squadrata, ad indicare l’iniziazione, oppure le due donne, simbolo di bellezza e di amore: la Primavera che è l’amore sacro e l’Estate che è l’amore profano.
Nel percorso sempre più intrigante e misterioso, ci si imbatte in vari mascheroni , guardiani dei palazzi barocchi che sembrano spiarci dall’alto e raccontarci le storie che li hanno visti testimoni nei secoli. Al confine tra il cuore bianco di Torino e quello nero c’è un portone, chiamato da tutti “il Portone del Diavolo”. E’ un notevole esempio di scultura barocca , ma ad un’attenta osservazione ecco che animali simbolici, quali la capra o il serpente, si materializzano ai nostri occhi. Tra i fiori che lo decorano ecco un ratto e un uccello con i denti aguzzi e la coda da scorpione. Si narra che questo Palazzo, appartenuto al conte Giovan Battista Trucchi di Levaldigi, sia stato palcoscenico di almeno due delitti. Il più famoso fu quello della ballerina Emma Cochet trovata assassinata in una sala del Palazzo. Sembra che ancora oggi il suo fantasma si aggiri per le Sale, in cerca di pace.

Il cuore luminoso e bianco della città è Piazza Castello. Il punto più positivo è al confine tra quest’ultima e la Piazzetta Reale, dove in passato si estendeva la Sindone. Il punto magico è controllato da due bronzi che rappresentano i gemelli Castore e Polluce. Un dei due gemelli porta un pentacolo sul capo, segno di conoscenza assoluta.
Il nostro viaggio prosegue verso la chiesa della Gran Madre di Dio, al di là del fiume Po, dove due statue di donne velate ornano la scalinata alta 7 metri. Sono la Fede e la Religione. La Fede tiene sollevata, con la mano sinistra, una coppa, forse il simbolo del Sacro Graal. Torino possiede la Sindone e una croce fatta con un pezzo di legno della croce di Gesù. Il Graal potrebbe completare una triade di reliquie legate alla passione di Cristo. Il vero Graal però, sembra essere nascosto nella città, forse nel cuore bianco o forse nel cuore nero. La statua ci indica il luogo con lo sguardo, ma gli occhi non hanno pupille e nulla traspare . La Religione invece ha, ai suoi piedi, una tiara papale. Simbolo religioso, ma la posizione in cui è messa sembra voler dirci dell’altro. Per “leggere” il vero significato dobbiamo ricorrere alle “Vere Centurie e Profezie“ scritte da Nostradamus nel XVI secolo dove una quartina profetizza che “Il Sacro Romano Potere” sarà messo “dabbasso” proprio dalla città bagnata dai due fiumi.

Torino Magica® è diventato negli anni un tour–icona della città di Torino ed è organizzato da Somewhere Tours & Events con marchio registrato. Nel 1999 anche Dario Argento vi partecipò, rivelandoci dei dettagli curiosi dei suoi film girati in una Torino che sa sempre di mistero.
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