In viaggio con Fabrizio Bruno – Viaggiare in Islanda

Vuoi organizzare o realizzare un viaggio in Islanda e non sai come fare?
Ti stai chiedendo quale sia il migliore mezzo per un viaggio in Islanda o il periodo migliore per visitarla? Cosa sia necessario e indispensabile e se serva un visto per l’ingresso o una patente internazionale?
Vuoi sapere qual è il mezzo più divertente e quale quello più economico per affrontare un viaggio in Islanda e quali documenti siano necessari per una vacanza  o un viaggio lì?
Sei curioso/a di scoprire quali assicurazioni sono necessarie e se è vero che l’Islanda è il paese più caro del mondo e la vita costa carissima?
E poi, è meglio un hotel, una guesthouse o un campeggio? Ha senso percorrere tutto il Big Circle e quanto è lungo? Quanto tempo ci vuole per fare un giro completo dell’Isola?
Per partire, nave o aereo? Noleggio del mezzo o mezzo proprio? Quali sono le condizioni meteo dell’Islanda? Vento, freddo, moscerini, vulcani, guadi, fiumi, strade sterrate e difficili, quali sono le insidie dell’Islanda?

Se qualcuna o molte di queste domande ti girano in testa, ti consiglio di leggere i miei suggerimenti qui di seguito!

Godafoss

Viaggio in Islanda da 34 anni e al momento ci sono stato 69 volte, in tutte le stagioni.

Tutto è iniziato nel lontanissimo 1986, quando il console Islandese mi chiamò per chiedermi se fossi disposto a visitare un paese difficile, bello, selvaggio, con una natura primordiale e paesaggi apocalittici, praticamente senza infrastrutture e con pochissimi alberghi, quasi privo di punti di pernottamento e ristoro e con grandi distanze tra un centro abitato e l’altro.

Uno stato del Nord di cui si sentiva parlare poco e non così facile da raggiungere.

Una regione in cui il turismo classico soffriva la mancanza di copertura telefonica, la scarsità di servizi pubblici di trasporto, la rete stradale appena abbozzata e in gran parte senza asfalto, il tutto condito da un clima freddo e difficile e da una situazione geologica instabile che scatenava continuamente eruzioni e terremoti!

Un quadro insieme terrificante ed affascinante!

Ma la sfida era lanciata: ovviamente accettai ed iniziò la mia avventura in Islanda.

Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti… o meglio, trattandosi di Islanda, si potrebbe dire che di ponti ne sono crollati sotto l’acqua!

L’Islanda si è aperta al turismo d’avventura, anche grazie ad iniziative come quelle di quel console, che aveva invitato, oltre a me, anche altri piccoli tour operator  giovani e votati ad un turismo d’élite e di avventura.

Fabrizio Bruno trai ghiacci di Jokulsarlon

In seguito il turismo stesso è cresciuto nei numeri e si è evoluto nella tipologia, nelle esigenze e nelle modalità, richiedendo sempre nuovi luoghi in cui sbarcare milioni di pacifici, ma comunque violenti e impattanti, invasori, armati di macchine fotografiche, telecamere e attrezzature da divertimento.

I mezzi di trasporto, nell’ultimo quarto di secolo si sono evoluti in maniera incredibile, di pari passo con i sistemi di comunicazione e con lo sviluppo di internet e dei social, con un progresso tecnologico senza precedenti.

Sono mutati anche gli scenari internazionali, sono cambiati i luoghi in cui è possibile viaggiare, perché guerre, rivoluzioni e terrorismo hanno pesantemente sconvolto i rapporti tra i popoli ed hanno determinato la chiusura o l’apertura di nuove e vecchie frontiere.

In tutto questo  turbinio di eventi, alla fine degli anni Ottanta, l’Islanda si è trovata ad essere molto più facilmente raggiungibile, rispetto ad altre destinazioni “avventurose”, ma ugualmente interessante ed affascinante, a causa di un clima relativamente difficile e di un paesaggio veramente unico.

Non più uno scalo comodo per raggiungere l’America, ma una meta a sé stante, capace di promettere natura e avventura, le nuove richieste dei turisti degli anni Novanta.

L’inizio del terzo millennio ha visto l’Islanda inizialmente proiettata verso un progresso velocissimo e poi travolta da una crisi economica catastrofica (2008-2011).

La recessione seguita al crollo delle banche del paese fu tangibile e disastrosa e mise l’Islanda in ginocchio, nonché al centro di polemiche politiche ed economiche che esulano dalle competenze di questo mio blog e che ancora oggi sono causa di dibattiti e di tensioni che separano le opinioni a favore o contro il comportamento che il governo ed il popolo islandese hanno tenuto durante lo svolgersi di questi eventi.

In ogni caso, complice anche la chiusura di alcuni “luoghi sacri” del turismo avventuroso, dal 2010 in avanti, l’Islanda ha visto una crescita esponenziale del numero di turisti sul proprio territorio, fino  ad arrivare ai livelli attuali, in cui oltre due milioni di turisti ogni anno sbarcano sull’isola e rappresentano una massa di impatto enorme se paragonata agli abitanti del luogo che sono poco più di 300.000.

A causa di questo elevatissimo numero di turisti è cambiato completamente l’aspetto del paese e in molti casi, di fronte alle attrazioni più classiche, sembra di essere in America (qualcuno ha paragonato le principali mete turistiche islandesi alle sedi di Disneyland!), ma per adesso il turismo di massa si ferma intorno al Golden Circle e difficilmente si spinge nel Nord del paese, ancora più difficilmente nel Nord Ovest e meno che mai nel difficile Deserto Centrale.

Opera d’arte moderna simbolo della capitale (Nave Vikinga)

In ogni caso la crescita si è arrestata e l’ultimo anno (2019) ha registrato un calo del turismo stimato nel 17% rispetto alla stagione precedente, complice anche il fallimento di una delle due compagnie aeree islandesi (la WOW).

Io dico: “Per fortuna!”, anche se non tutti saranno d’accordo con me!

Il 2020 è stato un anno terribile per il turismo islandese, ma la pandemia ha colpito tutto il mondo e la crisi mondiale avrà effetti che al momento non sono ancora calcolabili.

In questo mondo molto “social” e molto “di facciata”, l’Islanda si è trovata al centro dell’interesse di molti influencer, raramente molto preparati e molto più spesso “forzati” a scrivere di luoghi che non conoscono, spinti dal loro stesso ruolo: un’aberrazione degli anni “post 2010”.

In un contesto del genere è difficilissimo fare la distinzione tra le lecite impressioni di viaggio personali di chi tocca una terra per la prima volta e ci passa qualche ora o qualche giorno da turista e i preziosi consigli di chi, esperto di una regione in cui ha trascorso mesi ed anni, è seriamente preparato sull’argomento ed è in grado di fornire suggerimenti preziosi o addirittura indispensabili per affrontare una visita, un viaggio, un avventura in un paese straniero o addirittura cimentarsi in discipline outdoor tecniche e complesse su di un territorio sconosciuto e potenzialmente ostile.

Nei prossimi articoli sul blog tratterò i temi delle domande che ti ho posto nell’introduzione, così che tu possa chiarire tutti i dubbi e goderti un meraviglioso viaggio sull’Isola! Intanto, ti propongo un video con alcune idee interessanti per viaggiare in Islanda…
Stay tuned!


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Mi chiamo Fabrizio Bruno e sono nato in Provincia di Cuneo al cospetto del Monviso, dove vivo tutt’ora, nella Valle del Po, quando non sono in viaggio.
Da oltre trent’anni mi occupo professionalmente di viaggi, attività outdoor, discipline sportive attive ed estreme e turismo tecnico, come consulente, docente e accompagnatore nonché come organizzatore, con il Tour Operator Culture Lontane di cui sono socio e direttore.
Sostengo ed insegno a colleghi e allievi che per essere sempre frizzante e piacevole nei confronti dei clienti è importante non essere monomaniacali; anche per questo motivo nell’arco dell’anno spazio da una disciplina all’altra, cambiando spesso regione, nazione e continente. Passo infatti da attività molto slow, quali il volo in mongolfiera, il trekking o il turismo enogastronomico ad altre molto adrenaliniche e veloci, quali il rafting, i viaggi in moto e le escursioni in 4×4 tra le piste e le dune del deserto.
Abitualmente vivo più di 300 giorni l’anno fuori casa e racconto le mie esperienze on line oppure sui libri e sulle guide turistiche che pubblico da oltre 20 anni. Ho viaggiato in oltre 100 stati del mondo, in alcuni per poche volte, in altri molto più sovente (ad esempio sono stato 69 volte in Islanda), in altri luoghi ho vissuto per lunghi periodi, come ad esempio è avvenuto per il Sahara, il Nord del Brasile, l’Ovest degli USA e l’Est del Canada

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