Romagnatrekking – Escursione per le vallate di Castagno d’Andrea e di Celle (FI)

Mancano quindici minuti alle 9.00, scendo dall’auto e subito l’aria frizzante mi accarezza il viso regalandomi un brivido di piacevole freddo, nonostante la mia barba ed il sole che splende in cielo: dopotutto ci troviamo a 1455 m immersi in una faggeta pura nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.

È il primo di novembre e sto aspettando il gruppo di escursionisti che accompagnerò lungo un itinerario affascinante e spettacolare, dal punto di vista naturalistico ed escursionistico.

A poco a poco arrivano i clienti: questa volta è un gruppetto non troppo numeroso e molti di essi già li conosco perché allievi dei corsi di escursionismo che regolarmente organizzo, allo scopo di creare “escursionisti consapevoli”, persone capaci di poter affrontare in autonomia un’uscita in ambiente naturale in sicurezza e nel rispetto della biodiversità del luogo che si visita (e magari in maniera sostenibile, che non guasta mai!).

Dopo il briefing inziale, dove mi presento e spiego chi sono le Guide Ambientali Escursionistiche (io sono associato ad AIGAE – Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche, che rappresenta quasi tremila GAE in tutta Italia) ci trasferiamo fino al punto di partenza del sentiero. Oggi ci aspetta un itinerario ad anello, a tratti panoramicissimo, che si affaccia sulla vallata di Castagno d’Andrea (ridente paese nel versante toscano del Parco Nazionale) e la vallata di Celle (piccolo nucleo abitativo, ormai abbandonato, sul versante forlivese).

La prima parte del sentiero è totalmente pianeggiante, su strada forestale ben battuta, che ci permette di chiacchierare e di ammirare i colori dell’autunno che dipingono i boschi misti di carpino, orniello, faggio, acero montano e campestre, querce e noccioli della vallata sottostante.

L’inizio del sentiero su strada forestale

Ci affacciamo da un belvedere e guardiamo il sole che lentamente scalda le tante case sparse (per la maggior parte ruderi delle antiche abitazioni dei montanari dei secoli scorsi, abbandonate in larga parte dopo la fine della Seconda Guerra in favore di un più confortevole appartamento in paese).

Dopo poche decine di minuti arriviamo al rifugio Fontanelle, struttura aperta e gestita nel periodo estivo ed ora chiusa ma fruibile in autogestione grazie alla cucina e alla stanza letto che permette a gruppi organizzati di trascorrere una o più notti in mezzo alla foresta.

Aggiriamo l’edificio e ci dirigiamo verso le Balze delle Rondinaie, uno dei balconi naturali più spettacolari di tutto il Parco Nazionale, da dove è possibile spaziare con lo sguardo fin giù nella piana di Castagno d’Andrea. Questo luogo è una parete di roccia marnoso arenacea, una scogliera di svariate decine di metri che, ad anfiteatro, si affaccia sulla valle sottostante e deve il suo nome ad una colonia di Rondini montane che nidifica fra le rocce stesse.

Ci affacciamo alle Balze delle Rondinaie

La Cascata del Piscino, una delle poche nel Parco con un salto degno di questo nome, si presenta a noi in lontananza, gettandosi nel fondovalle; il sole ci acceca ma ci regala uno spettacolo meraviglioso e la calda giornata crea l’effetto “mare di nubi” sotto di noi. Proseguiamo nella faggeta che sembra dorata grazie alla luce splendente del sole: ora il sentiero si fa ripido con una discesa resa ancor più insidiosa dall’umidità della notte e dai sassi e radici che si nascondono sotto il tappeto di foglie marroni cadute dai faggi.

Il mare di nuvole sulla vallata di Castagno d’Andrea
La cascata del Piscino

Zigzagando qua e là raggiungiamo una seconda strada forestale che nel giro di pochi minuti ci conduce a Giogo di Castagno, una splendida area attrezzata con tavoli e panche dove sostiamo un poco, rapiti dalla bellezza della vallata che si estende sotto di noi.

La vista dal Giogo di Castagno

Di nuovo zaino in spalla perché ora il nostro nuovo obiettivo è il bivacco Sassello, dove ci fermeremo per una breve pausa pranzo. Durante il cammino ci fanno da quinta scenografica le foreste di faggio che, a seconda dell’esposizione e della quota, assumono una colorazione dal verde acceso al marrone (con tutte le sfumature intermedie); attraversiamo fossi e piccoli corsi d’acqua ormai quasi asciutti e che nel periodo primaverile (al discioglimento delle nevi) si gonfiano e creano l’habitat ideale per anfibi quali l’Ululone appenninico (Bombina pachypus) o la Salamandrina di Savi (Salmandrina perspicillata)  che vivono nel Parco stesso e che godono di un regime di tutela elevato.

Lungo il sentiero che porta al bivacco Sassello

Dopo un paio d’ore di cammino fra boschi misti e rimboschimenti di conifere (realizzati nel dopoguerra a consolidamento dei terreni abbandonati dai montanari dell’epoca) arriviamo al bivacco Sassello. Il contrasto è forte: da un lato la bellezza di una vallata multicolore che sembra una tavola dipinta da un artista, dall’altra i resti bruciacchiati del bivacco andato a fuoco lo scorso anno a causa di un incendio e che ora lo rende inservibile.

Il bivacco Sassello
La valle che si affaccia davanti al bivacco

Una breve pausa pranzo e poi di nuovo in marcia… anche perché ora dobbiamo recuperare tutto il dislivello che abbiamo percorso in discesa: si sale! Prima per la strada forestale poi per sentiero fino a giungere a Poggio di Coloreta, punto di snodo di sentieri ed itinerari. Prendiamo decisamente verso sud e risaliamo attraversando tratti panoramici che di affacciano sia verso il Sassello sia verso il fosso di Fiumicello, famosa vallata a monte di Premilcuore, dove sono presenti un mulino storico (ancora funzionante), un Sentiero Natura e un ottimo ristorante con cucina tipica romagnola.

Saliamo, saliamo e saliamo ancora fino a giungere alla Costa di Poggio Corsoio… ormai il grosso del lavoro è fatto! Ora si cammina su comoda strada forestale che dopo diversi tornanti ci riporta al rifugio Fontanelle. Da qui la strada è la medesima dell’andata e possiamo quindi abbandonarci in libertà a chiacchiere e foto, che renderanno indelebile nella mente dei camminatori di oggi questa soleggiata giornata di novembre!


Laureato in Scienze Faunistiche, sono Guida Ambientale Escursionistica dal 2006 e fondatore di Romagnatrekking®. Innamorato fin da piccolo di montagna, natura e soprattutto di animali selvatici, da molti anni ho fatto di questa passione il mio mestiere.
Accompagno in escursioni giornaliere e trekking di più giorni, in ogni ambiente naturale e area protetta dell’Emilia-Romagna e d’Italia. Mi occupo di Outdoor Education per scuole di ogni ordine e grado. Organizzo anche corsi di aggiornamento per Guide GAE e per chiunque voglia saperne un po’ di più di Natura. Sono docente nei corsi di formazione per aspiranti Guide Ambientali Escursionistiche.
Sono il Responsabile delle Attività Didattiche del Museo Ornitologico “F.Foschi” di Forlì e collaboro con altri musei naturalistici.
“Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori.” (R.Messner)
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