Val Trebbia: quando Piacenza non è solo pianura e Genova è il suo mare…

Quando si pensa a Piacenza vengono in mente svariate cose, dall’arte alla cucina: come si fa a non citare la splendida Piazza Cavalli o il Palazzo Gotico? E come si fa a non perdersi nei sapori di questa città, con i suoi salumi impareggiabili? Certo è che l’ultima cosa a cui si pensa è l’outdoor. Invece, al contrario, il territorio piacentino offre svariate opportunità per chi si avventura alla scoperta dei suoi paesaggi segreti, dove si può camminare, arrampicare, scendere torrenti o arrampicare sul ghiaccio. Delle valli che scendono dall’appennino a sud di Piacenza, vale la pena citare la Val Trebbia, descritta da Hemingway come “la valle più bella del mondo”, con i suoi canyon e le sue vette di tutto rispetto, che arrivano quasi a 2000 metri. Una valle carica di storia, dove Liguria ed Emilia si scambiano tradizioni, sapori e dialetti. Per gli amanti dell’escursionismo troviamo mete molto frequentate e conosciute, come il Monte Pénice, che con i suoi 1462 metri, è l’ultimo bastione dell’appennino, prima della pianura. Luogo di culto fin dall’antichità, sulla cima ospita il Santuario di Santa Maria e una statua del Cristo Redentore, e poco più in basso troviamo alcuni ripetitori, tra cui quello storico della RAI, con il più alto bacino di utenza d’Italia e il secondo in Europa per superficie territoriale coperta.

Pietra Parcellare in veste invernale

La vetta è raggiungibile anche in auto, ma una tranquilla passeggiata ad anello è indubbiamente il modo migliore per salire al monte. Il punto di partenza è il ristorante Tre Passi, situato sullo spartiacque tra le valli Staffora e Tidone, da qui si segue una larga strada sconnessa immersa in un bosco di conifere fino a congiungersi con quella asfaltata che sale dal Passo del Penice. Ancora qualche tornante e ci troviamo davanti al Santuario; intorno a noi un panorama mozzafiato e inaspettato: appennino, Alpi e pianura si rincorrono a perdita d’occhio sotto il nostro sguardo. La via del ritorno ripercorre la strada dell’andata, scendendo però fino al Passo del Penice. Qui troviamo i piccoli impianti di risalita per un sempre più difficile periodo invernale, per via dello scarso innevamento, e il bar-ristorante omonimo. Vale la pena fermarsi per un tagliere di salumi piacentini, accompagnato da un bicchiere di ottimo vino dell’Oltrepo Pavese. Si chiude così l’anello seguendo la strada in direzione Varzi.

La vastità dei panorami dalla sommità del Penice

La vista degli impianti meccanici allo stremo induce la riflessione su come sta cambiando il turismo montano in particolare alle quote dove è sempre più difficile. trovare un costante innevamento.

 Non sono mancati i segnali negli ultimi tempi e molto poteva esser fatto per cambiare i paradigmi dell’uso della montagna.

La Valle Trebbia non è però solo Piacenza: è anche Genova ed ancora oggi la gerarchia ecclesiastica riconosce Bobbio, insieme alla Superba, un’unica Diocesi.

 L’importanza di Bobbio è testimoniata dal magnifico centro storico in cui spiccano le diverse fasi della presenza religiosa e nobiliare: imperdibili il Monastero di San Colombano del 614, il trecentesco Castello Malaspina ed il Duomo, uno dei migliori esempi di architettura emiliana del ‘400.

 Ma la Val Trebbia nasconde dei piccoli tesori per gli escursionisti più esigenti ed arditi, mete secondarie ma non per questo meno spettacolari, e una di queste è senza dubbio la Pietra Parcellara: un vistoso roccione che si erge in mezzo alle vicine colline tondeggianti. Composta di roccia ofiolitica e alta solo 836 metri, la Pietra Parcellara ha il soprannome di “Cervino Piacentino”, in quanto, per chi arriva da Piacenza, si presenta come una piramide aguzza e difficilmente conquistabile.

 Questo non deve scoraggiare, perché salendo da nord-ovest riusciamo a raggiungere la vetta senza particolari difficoltà. L’itinerario è consigliato a chi ha già esperienza in montagna e vuole scoprire il panorama di questa particolare cima. Lasciando l’auto nel piccolo abitato di Brodo, si seguono i segnavia che si addentrano nel bosco su comodo sentiero, fino al piccolo Oratorio Parcellara. Da qui si sale a zigzag per ripide rocce, con qualche tratto esposto, fino alla croce di vetta. Anche qui la vista non ci delude: si apre sulla Val Trebbia, su molte cime dell’appennino e sulle dolci colline sottostanti, che digradano verso la pianura. Per chi desiderasse un retrogusto più avventuroso la Pietra Perduca offre severe e scure pareti di conglomerato serpentinoso che contrastano con il verde brillanti di prati e la quiete del piccolo Oratorio di S.Anna.

Certo, non si tratta di arrampicata per climbers ultra-esigenti piuttosto un modo per esplorare in modo diverso questi luoghi inaspettati alla portata dell’arrampicatore medio e dell’escursionista medio.

 I più focosi, tuttavia, potranno trovare l’occasione di una vacanza rilassante nella magnifica ospitalità piacentina con i trattai riservati delle comunità della Liguria interna.

Del resto queste sono le Terre di San Colombano che mettono in relazione (grazie anche ad una vastissima rete sentieristica) Portofino, l’Alta Valle Scrivia, La valle Fontanabuona e l’Alta Val Trebbia. Uno dei maggiori sistemi escursionistici di tutto l’Appennino ancora troppo poco conosciuto e promosso.

 Spesso è più facile trovare visitatori stranieri che italiani, stupiti dell’assoluto privilegio gastronomico di questi luoghi e della carenza di strutture di appoggio per il viaggiatore.

 Ma questo fa parte del fascino recondito di queste valli per le quali la vera vocazione sembra essere  quella di luogo privilegiato per le vacanze multisport dove le attività sportive classiche praticabili in particolare a Bobbio e Rivergaro sono accompagnate dall’outdoor per cui c’è l’imbarazzo della scelta.

Bici da strada e Mountain Bike ovunque con chilometriche sgroppate e dislivelli consistenti nella fitta rete di strade locali e strade rurali. Arrampicata sportiva nelle falesie sparse un po’ ovunque: oltre alla citata Pietra Perduca le più rimarchevoli sono Vaccarezza, Pillori, Perino e Rovaiola. Molte sono raggiungibili anche in bici e se amate l’elettrobike il connubio bici\scalata tocca qui livelli di eccellenza.

 Dal punto di vista logistico è opportuno ricordare che il fondovalle oscilla tra i 400 ed i 500 mslm mentre le vette più alte della sinistra orografica (M.Penice in testa) sfiorano i 1500 mslm mentre sulla destra orografica le principali elevazioni sono tutte concentrate nel complicato territorio del comune di Coli (fino ai 1250 m del Monte S. Agostino).

 Ciò significa condizioni ambientali che possono variare rapidamente, anche in estate. Gli inverni sono affascinanti e possono essere discretamente nevosi. Il periodo migliore per visitare questi luoghi sono le mezze stagioni (straordinarie le fioriture tardo-primaverili in quota ed il foliage autunnale) ma in ogni mese dell’anno si può avere la certezza di non stare con le mani in mano.

 Attualmente la ricettività in vallata è un po’ il punto debole dello sviluppo di un turismo stabile e responsabile. Vale la pena però ricordare che i piccoli Comuni montani di Travo e Coli stanno sviluppando iniziative di microricettività molto interessanti ed in linea con la filosofia outdoor. In particolare molto accogliente, ancorchè spartano, è l’ostello comunale di Coli, gestito da un’associazione locale molto ospitale e propositiva.

 A presto nelle terre di San Colombano!

Le apparentemente invincibili placche di Perino su un tranquillo torrente (occhio ai temporali!!)
Le ombrose ed arcigne arenarie di Pillori
Uno dei punti più panoramici, Passo di Santa Barbara – Comune di Coli

FABIO PALAZZO – Hike&Climb
Guida Alpina & Dr. Agronomo
E-mail: info@fabiopalazzo.it
E-mail: fabio@hikeandclimb.it

FEDERICO CIPRIETTI Hike&Climb
Accompagnatore di Media Montagna
E-mail: fedemediamontagna@gmail.com


FABIO PALAZZO
Sono Guida Alpina UIAGM e Dottore Agronomo, docente a contratto di Pianificazione del Paesaggio presso l’Università di Genova. Vivo a Genova ma nel lavoro di Guida mi divido tra la Liguria, la Toscana, l’arco alpino e qualche bella esplorazione fuori dall’Europa.
Nelle due professioni, ormai da molti anni, cerco di unire le esperienze lavorative e personali in una sintesi che contribuisca ad arricchire chi entra nel mondo complesso ed emozionante delle montagne. Praticamente tutta la mia vita lavorativa è stata finora spesa nelle aree interne italiane. Che non sono solo montagne ma anche cultura materiale e comunità.
Accompagnando e formando come Guida o contribuendo al percorso dei giovani paesaggisti spero di condividere la consapevolezza per il valore e la sensibilità del territorio montano ed il suo riscatto attraverso la conoscenza e la pratica sportiva. Mai fine a se stessa.
Sono un Tecnico del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico ed un membro del Club Alpino Accademico Italiano nonché un socio ordinario dell’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio e della Società Italiana dei Territorialisti.
 Spero di condividere con tutti Voi non solo esperienze ed informazioni ma anche una presa di posizione nei confronti del mondo che cambia attraverso un modo responsabile e partecipativo di esplorarlo. Anche dietro la porta di casa.
E-mail: info@fabiopalazzo.it oppure fabio@hikeandclimb.it
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FEDERICO CIPRIETTI
Mi chiamo Federico e sono un Accompagnatore di Media Montagna, iscritto al Collegio delle Guide Alpine del Piemonte.
Ho cominciato ad andare in montagna con i miei genitori fin da piccolo, e da allora non ho più smesso. Amo vivere questi territori in tutte le loro sfaccettature: dalla gita in compagnia, ai trekking di più giorni in solitaria. Il mondo dello scautismo mi ha insegnato il rispetto per la natura, il gioco di squadra e il valore della condivisione della vita all’aria aperta.
Ma la montagna non è solo comunità e divertimento, è anche tecnica, conoscenza e competenza, valori che ho saputo fare miei con i corsi del Club Alpino Italiano.
Il mondo dei viaggi mi ha accompagnato lungo il mio percorso di studi, presso l’I.S.S.S. Firpo-Buonarroti, fino al diploma di perito turistico, e subito dopo la voglia di vivere a 360° la vita montanara mi ha portato a gestire un rifugio alpino nell’entroterra di Genova.
Andare per monti in compagnia rimane per me una delle emozioni più belle ed è per questo che ho voluto farne una professione a tutti gli effetti, diventando accompagnatore di media montagna.
E-mail: fedemediamontagna@gmail.com

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