In viaggio con Fabrizio Bruno – Come muoversi in Islanda

Quale è il migliore mezzo per un viaggio in Islanda? E il mezzo più divertente? E quello più economico?

In questo mio nuovo articolo ti spiegherò i vantaggi e gli svantaggi dei vari mezzi di trasporto, tradizionali e non, che potrai utilizzare durante il tuo viaggio in Islanda, così che possa identificare quello più idoneo alle tue esigenze di viaggio.

I mezzi di trasporto che vedremo in questo articolo:
1. Automobile
2. Motocicletta
3. Van e camper
4. Bicicletta e mountain-bike
5. Quad
6. Motoslitta
7. Mezzi pubblici
8. A piedi e trekking
9. Slitte trainate dai cani
10. Canoa, Kayak e Rafting

Una valle nascosta senza strade in Islanda

Automobile

Conviene noleggiarla in loco e consente una grande mobilità e una grande indipendenza, in un paese senza pericoli oggettivi (restando sui percorsi classici), praticamente privo di delinquenza, molto avanzato dal punto di vista sociale, relativamente ricco e molto attrezzato per quanto riguarda soccorsi e recuperi (sempre restando nelle zone classiche e turistiche). 

Con una Toyota nei Fiordi

Ci sono mezzi per tutte le tasche, sempre con prezzi più alti di quelli standard europei e soprattutto di quelli americani, ma per le fasce entry level non si spende più una follia come accadeva prima del 2010. Per le auto particolari, i veicoli speciali (Big Foot, ecc.) le auto di alta gamma ed i 4×4 di alto livello il discorso e ben diverso e le cifre si alzano notevolmente arrivando facilmente ai 2000 Euro a settimana e più.

Se si è appassionati di 4×4 (quelli veri non i SUV!!!) e se li si sa condurre in fuori asfalto (quello vero non la sterrata che porta al parcheggio di Madonna di Campiglio o alla spiaggia in Costa Smeralda!!!), il mezzo a trazione integrale diventa il principe dei mezzi adatti ad esplorare una regione così particolare e selvaggia.

Il costo è elevato, ma le soddisfazioni sono immense. Consiglio di essere prudenti ed eventualmente appoggiarsi a organizzazioni, guide e agenzie specializzate in tali servizi facilmente reperibili in rete.

Alla guida di un 4×4

Attenzione alla legge in quanto il fuoristrada (fuori dalla sede stradale) è giustamente punito severamente (si arriva anche all’arresto) in un ecosistema così delicato.

Divieto

Attenzione anche e soprattutto al fatto che in Islanda, similmente a quanto avviene in molte parti del mondo e a grande differenza di quanto avviene in Italia, il fuori asfalto (cioè la strada sterrata) non è considerato “fuoristrada” e il concetto di strada di un islandese va ben oltre quello di fuoristrada che molti italiani hanno in mente!

Molte strade islandesi presentano guadi e ostacoli che farebbero la felicità degli appassionati di “percorsi estremi” del nostro paese (vedi filmati sul mio canale Youtube). Quindi “occhio” ai cartelli e alle indicazioni che raccomandano obbligo di 4×4, oppure ampia “luce a terra”, ecc.

Un guado in Islanda

Ricordo che la quasi totalità dei SUV non è in grado di passare indenne su difficoltà di quel genere e che la maggior parte dei noleggi non autorizza la guida su quelle strade (informarsi bene al momento del contratto).

Mercedes Big Foot in Islanda

Inoltre per i nordici, islandesi inclusi, il pressapochismo, la scarsa abitudine a rispettare le regole e il “machismo” dei latini in generale, sono molto malvisti e restano comportamenti ai quali ancora oggi essi sono poco avvezzi.

Quindi è un classico il vedere turisti disperati, che dopo aver pagato conti stratosferici di soccorso e riparazione, si vedono addebitare l’intero costo del mezzo, come evidenziato da un grande ed esplicito cartello di ammonimento che campeggia nell’aeroporto internazionale di Keflavik, ossia dei furbetti che si arrangiano e manomettono o mascherano danni e malefatte in maniera artigianale e poi contattano il loro avvocato dopo aver passato una notte nelle accoglienti e modernissime carceri islandesi…

…non ne voglio nemmeno parlare, ma me ho conosciuti diversi!

Motocicletta

Vale in parte il discorso fatto per le automobili.  Però ci sono alcune considerazioni importantissime da fare.

In moto in Islanda

Premesso che i gusti sono gusti e che la soddisfazione di fare un viaggio con la propria moto, qualunque essa sia, è impagabile, devo essere molto sincero: la moto ideale per effettuare un tour motociclistico in Islanda è la crossover, meglio se non troppo grossa e pesante, per concedersi qualche divagazione sterrata, visto che tanto difficilmente si potranno apprezzare le doti di una grande moto da viaggio su tratte che normalmente sono relativamente brevi.

Moto Crossover nel cuore dell’Isola

La protettività e alcuni accessori quali le manopole riscaldate, i paracolpi o gli pneumatici polivalenti saranno utili, mentre viaggiando in estate i fanali supplementari non serviranno praticamente a nulla, in quanto non si viaggia mai al buio. Poter toccare agevolmente a terra è fondamentale viaggiando per ore con terreno difficile e clima pessimo.

Una buona autonomia permetterà di viaggiare più rilassati, ma non è necessaria al 100%, in quanto pianificando un po’ le tappe non sono mai necessarie autonomie di oltre 200-250 km. Da qualche anno è possibile noleggiare questo tipo di moto in loco, sia da agenzie locali, sia da quelle estere che operano sul territorio. Ma le unità disponibili sono poche e bisogna prenotare con largo anticipo.

KTM e paesaggio islandese

A causa del clima, della temperatura, del tipo di asfalto, della morfologia del terreno, dei tratti sterrati anche sulle strade più importanti, della ridotta ampiezza delle carreggiate frequentate quasi esclusivamente da turisti distratti, e infine dai limiti imposti dalla legge, viaggiare con una moto prettamente stradale o addirittura sportiva è inutile e soprattutto poco divertente.

In moto in centro ad Akureyri

Moto da enduro race, leggere ed agili: sarebbero divertentissime su quel terreno, ma per le loro caratteristiche intrinseche richiedono di viaggiare con una organizzazione o con assistenza al seguito per carburante, bagagli e viveri di supporto.

Inoltre, non si creda di poter andare a “sgassare” impunemente su quelle piste, che leggi a parte, invitano al viaggio contemplativo e non ad una andatura corsaiola, che mi si consenta non è nemmeno adatta al luogo ed al paesaggio.

In ogni caso, con queste moto è tecnicamente possibile e divertente passare guadi e passaggi impegnativi. A periodi è stato possibile noleggiare mezzi del genere in loco. Attualmente non mi risulta possibile e quindi è necessario portarsi la moto e l’organizzazione da casa.

Moto da trial…nemmeno a parlarne: il fuoristrada è assolutamente vietato.

Moto dual sport “vere” sarebbero le migliori in assoluto per vedere qualunque parte dell’isola, deserto centrale incluso. Però attenzione: se si è veramente appassionati, bravi nella guida, esperti e attrezzati per vento, maltempo, guadi con acqua profonda, ecc. allora si può pensare di aver trovato un vero paradiso, ma se manca qualcuno di questi ingredienti o se si ha un po’ di sfortuna, ci si trova in un vero inferno.  Non si trovano a noleggio e bisogna portarsele da casa con tutto quello che ne consegue (spedizione o lungo viaggio attraverso l’Europa).

Nota importante specifica per motociclisti con le crossover: valutate bene ed onestamente l’insieme costituito da moto+bagaglio+capacità di guida+ eventuale passeggero prima di affrontare le piste sterrate dell’interno e dei fiordi dell’ovest.

Viaggiare per ore e per centinaia di chilometri su sterrati resi viscidi e fangosi dalla pioggia insistente con un forte vento laterale e con un freddo pungente può essere impegnativo per la maggior parte dei centauri. Mentre il farlo per diversi giorni di seguito è pesante per chiunque, specialmente se a fine giornata non ci si scalda con un pasto caldo e una doccia bollente in un comodo hotel, ma si consuma un pasto frugale in una angusta tenda, cercando di dormire con i vestiti umidi in una luce che non tramonta quasi mai. 

A tutto questo aggiungete lunghi tratti di pietre smosse, sabbia vulcanica profonda e impalpabile e guadi lunghi decine di metri in cui nella migliore delle ipotesi ci si bagna le gambe fino al ginocchio e poi decidete con modestia e senso di responsabilità il percorso da fare.

Van e camper

Luogo eccezionale per utilizzarli! Ci sono molte aree di sosta e campeggi, spesso dotati di servizi minimi, ma molto validi e diffusi nei punti cruciali del territorio. Il campeggio libero non è consentito, ma non se ne avverte il bisogno. Nelle zone selvagge diventa una necessità e di fatto è consentito o comunque tollerato. Però l’esperienza top è quella di avere il camper a trazione integrale adatto al fuori asfalto impegnativo.

Io sono un grande appassionato di questa tipologia di mezzi, ma in Italia e in Europa in generale i possessori di van 4×4 sono davvero pochi e quindi quasi sempre si deve optare per il noleggio in loco, che costa molto caro, ma che offre infinite possibilità. Dal pick up con cellula abitativa ai mezzi più completi e complessi da prenotare con largo anticipo perché sono pochi.

Un pickUp 4×4 con cellula abitativa

Personalmente consiglio un van 4×4 compatto ma non troppo (entro i 5 metri e mezzo) con altezza interna adatta a restare in piedi, con le marce ridotte, protezioni sotto scocca e possibilità di guado di almeno 60 cm (tipo il Mercedes Sprinter tanto per fare un esempio).

Con un mezzo di questo genere non ci sono limiti all’esplorazione del territorio, in quanto si muove come un vero fuoristrada e consente la libertà di un camper divertendo nella guida. Si parcheggia quasi come un’auto e quando si va in hotel lo si può parcheggiare con facilità. A bordo ha spazio a sufficienza per una vita accettabile in climi pessimi e ampio spazio per le attrezzature sportive.

Per chi si accontenta (ma è un vero peccato) di restare sul Golden Circle o sulla strada perimetrale, può andar bene un camper a sole due ruote motrici. In questo caso la scelta è molto ampia tra i noleggiatori locali, anche perché per la legislazione islandese è considerata camper anche una piccola auto furgonata con un materasso a bordo.

Dal momento che però non ci sono passaggi bassi, zone con barriere anti camper e parcheggi sotterranei, tanto vale utilizzarne uno che abbia una altezza interna sufficiente a restare in posizione eretta, specialmente se lo si vuole utilizzare sempre anche per dormire risparmiando i pernottamenti nelle strutture ricettive.

Bicicletta e mountain – bike

Sono un grande appassionato di mountain bike, mentre non amo le bici da strada o da corsa.

In Islanda in bicicletta

So benissimo che l’Islanda rappresenta il sogno di moltissimi pedalatori e con l’avvento delle biciclette elettriche a pedalata assistita si tratta di un traguardo raggiungibile da tutti, però voglio essere molto chiaro in merito alla questione.

Si tratterà sicuramente di una grande soddisfazione, ma non sarà sicuramente un viaggio confortevole o comodo. Freddo, maltempo e soprattutto vento teso e tagliente costituiranno elementi di grande disagio e sofferenza che metteranno a prova anche la più coriacea delle determinazioni, specialmente per coloro che decideranno di affrontare l’impresa in autonomia, senza l’appoggio di mezzi di supporto o addirittura in solitaria.

In tal caso le lunghe distanze tra un centro abitato e l’altro unite alla mancanza di strutture ricettive nei luoghi più remoti, obbligherà, dopo giornate faticose e impegnative sotto tutti i punti di vista, a bivacchi scomodi e freddi accompagnati da pasti frugali e poco allettanti. Una difficoltà accessoria in grado di intaccare la volontà e il divertimento dei meno avvezzi alle avventure estreme.

Tra le avvertenze da non dimenticare ci sono senz’altro la mancanza di copertura telefonica cellulare nei luoghi più isolati e la difficoltà nel reperire sorgenti di acqua potabile, cosa che può sembrare paradossale nella terra delle cascate e dei ghiacciai, dove i torrenti scorrono impetuosi e incontaminati ma torbidi e violenti o dove le affascinanti  lande desolate alla base dei vulcani sono coperte di ghiaccio e neve, ma risultano desertiche in quanto si tratta di luoghi in cui l’acqua non è biodisponibile!

Quad

Trova in questo minuscolo stato insulare uno dei migliori terreni di gioco possibile, regalando sensazioni simili a quelle della moto, ma senza il problema di cadere nei guadi e nei passaggi più tecnici, inoltre consente un ottimo spazio per i bagagli ed è insensibile al vento laterale.

Ovviamente non consente la guida e le “pieghe” delle moto, ma come già detto, non è questa la regione in cui cimentarsi nella guida sportiva. Quindi può essere una interessante alternativa per coloro che amano muoversi con il manubrio e il vento in faccia, ricordando che mai come in Islanda tale affermazione possa essere vera…e si tratta di vento forte, pioggia e neve!

Per motivazioni tecniche intrinseche che non spiegherò in questa sede, il quad non ha grande autonomia e non è adatto a lunghissime percorrenze. Quindi il più delle volte lo si utilizza per escursioni organizzate (ci sono diverse agenzie specializzate in loco) più che come mezzo da viaggio.

Utilizzato a fini turistici o utilitaristici, come in Nord America, è un ottimo mezzo per godere delle bellezze naturali raggiungibili grazie alle sue eccezionali doti di mobilità su terreno impervio, anche nella versione con volante, capottina e posti affiancati (ATV side by side).

Gli italiani sono poco avvezzi a intenderlo in questo modo e lo associano ad un mezzo rumoroso e aggressivo utilizzato a velocità sostenuta per fini ricreazionali sportivi.

Chi decide ci venire con il proprio deve ricordare che sul traghetto il rimorchio paga un supplemento importante.

Nota Bene: il quad non è per nulla una “moto facile”! Si tratta di un mezzo complesso con una guida molto particolare, molto simile a quella delle motoslitte e per certi versi ricorda quella del kart.

Se si è alle prime armi va trattato con grande cautela e al primo approccio può risultare sconcertante, specialmente per i motociclisti abituati all’equilibrio dinamico. Utilizzato a sproposito si ribalta facilmente con conseguenze disastrose per il pilota, da qui una immeritata fama di “mezzo pericoloso” diffusa tra i motociclisti che con supponenza e presunzione l’hanno preso troppo “alla leggera” ed hanno avuto gravi incidenti.

Motoslitta

Valgono gran parte delle considerazioni fatte per il quad al punto precedente, soltanto riferite alla stagione invernale e al terreno innevato.

Teoricamente ci si trova in un territorio molto adatto a questo mezzo di locomozione, ma la mancanza di una tradizione in tal senso (come per le slitte a trazione animale) non ha favorito la nascita di una organizzazione strutturata simile a quella dei territori nord americani.

E’ quindi possibile con discreta facilità trovare società che organizzano tour di gruppo o escursioni individuali, ma è quasi impossibile noleggiare una motoslitta ed intraprendere con essa un vero viaggio attraverso il paese, come si può fare in Canada, ad esempio, muovendosi di 100 o 200 km al giorno e appoggiandosi alla diffusa rete di rifugi, stazioni di servizio e strutture presenti sui percorsi.

Resta quindi un divertente modo di passare una giornata o qualche ora nella neve, ma al momento non c’è  la possibilità di organizzare raid impegnativi ed appaganti come avviene in altri paesi “nevosi”, indipendentemente dalla vastità del loro territorio.

Mezzi pubblici

Non sono un fan del trasporto pubblico…lo si capisce leggendo i miei scritti e guardando i miei post. Detesto viaggiare in gruppo o con molte persone intorno, amo profondamente l’indipendenza, adoro guidare qualsiasi mezzo che si muova e sopporto male orari e tabelle.

Inoltre, ritengo che i posti migliori siano quelli un po’ nascosti e fuori dagli itinerari di massa, quindi con i mezzi pubblici mi sento veramente molto limitato. Quindi non sono la persona adatta a parlare di questo modo id viaggiare.
In ogni caso ecco qualche dritta maturata in decenni di viaggi in Islanda.

Aerei

A dispetto di un territorio relativamente piccolo e selvaggio, ci sono diversi aeroporti nei punti strategici dell’isola che consentono di volare agevolmente da e per l’aeroporto nazionale (domestico) di Reykjavik, dal quale partono comode navette per quello internazionale di Keflavik raggiungibile in meno di un’ora di strada, l’unica doppia carreggiata del paese.

Se non si hanno timori nei confronti dei piccoli aerei da turismo o degli elicotteri, è anche possibile utilizzare le piccole aviosuperfici sparse un po’ ovunque, per raggiungere luoghi remoti, come nei migliori film d’avventura o addirittura sorvolare le migliori attrazioni naturali del paese, in stile americano, utilizzando poi taxi e autonoleggi per muoversi intorno al luogo di atterraggio, ma i costi sono impegnativi e si tratta di lussi che mi concedo soltanto quando accompagno clienti vip!

Taxi e noleggio con conducente

Ci sono e sono efficienti e offrono un servizio abbastanza capillare, ma hanno costi decisamente elevati.

Autobus

Offrono un servizio eccellente a prezzi ragionevoli. Non si tratta quasi mai di mezzi moderni e raffinati come i nostri Gran Turismo, ma sono attrezzati per climi rigidi e condizioni stradali estreme. Ci sono anche a trazione integrale o addirittura anfibi, con i quali si raggiungono luoghi incredibili attraversando piste, guadi e ghiacciai! Certo restando sulle destinazioni classiche del turismo di massa, ma con possibilità inaspettate e impensabili in altri luoghi del pianeta…e se lo dico io che detesto il trasporto pubblico…si può star certi che è vero!

Un bus da percorsi estremi

Molto interessante la possibilità di utilizzare i minibus privati che organizzano escursioni collettive con un numero limitato di persone. Hanno prezzi ragionevoli, guide preparate, autisti cortesi e raggiungono praticamente tutto il meglio dell’Islanda.

Ci sono anche in versione big foot, coreografici e inarrestabili, che hanno il solo difetto intrinseco di essere alti e quindi scomodi da salire e scendere (sembra di salire su di un camion). Particolare questo che può sembrare ridicolo, ma non lo è in un luogo nel quale il panorama cambia ogni 5 chilometri e continuamente impone fermate per la classica foto ricordo.

In conclusione l’ottimo sistema pubblico di trasporto fa sì che l’Islanda sia molto appetibile per coloro che vogliono adottare questo modo di spostarsi e quando proprio si resta a piedi…sappiate che l’autostop è molto diffuso e un turista che ti porta lo si trova sempre, come in Europa negli anni settanta!

I treni… semplicemente non esistono: l’Islanda è train free!

A piedi e trekking

L’Islanda è il regno del trekking e del camminare, anche in considerazione di quanto detto a proposito dei trasporti pubblici. Si può fare di tutto e di più, basta essere attrezzati per vento e clima rigido e mutevole, ma infondo tutti i trekker lo sono!

Trekking sui Lapilli

Alpinismo in tutte le sue forme, camminate sui ghiacciai, trekking estremi, passeggiate di più giorni, brevi escursioni intorno all’albergo, trek + barca, grotte con l’acqua calda, escursioni sui vulcani o tra i soffioni e i fanghi ribollenti, scatenate la fantasia e vedrete che in Islanda si può fare, ovviamente non cercate le foreste o gli animali selvatici, ma  il resto c’è tutto. Ci si può organizzare da soli, si possono utilizzare le agenzie ed i professionisti locali o ci si può appoggiare ai tour operator stranieri.

Anche in Italia ne esistono di validissimi, che offrono addirittura viaggi a tema (birdwatching, geologia o altro)…da oltre 30 anni la mia agenzia propone addirittura la traversata estrema dell’isola in autosufficienza alimentare…roba da tosti veramente!

Slitte trainate dai cani

Si tratta di una attività che non mi piace e di cui non sono esperto, anche se per motivi professionali a volte l’ho praticata. Non mi risulta che ci sia una vera tradizione di questo tipo in Islanda e sono certo che non ci sia stata negli anni recenti fino all’avvento del turismo di massa. Quindi va presa come un’attrazione come tante altre. Se si decide di investire tempo in tal senso, in inverno ci sono organizzazione che si occupano di slitte e le si può contattare in rete, oppure tramite gli uffici turistici locali o ancora più semplicemente chiedendo ai gestori degli hotel e delle strutture ricettive in cui si è ospiti.

Canoa, Kayak e Rafting

Sono un grande appassionato nonché un professionista del settore e non posso fare a meno di sottolineare il fascino che esercita sulla fantasia l’idea di poter praticare le discipline sportive preferite in un ambiente particolare, diverso dal solito o in terre estreme.

In Kayak in condizioni artiche

Se appartenete alla cerchia degli amanti delle imbarcazioni a pagaia è giusto che soddisfiate le vostre pulsioni approfittando delle compagnie specializzate presenti nei centri turistici dell’isola. Nel caso, molto più probabile, in cui apparteniate alla schiera di turisti che visitano l’Islanda senza competenze specifiche in merito, sappiate che l’esperienza del fiume in gommone o del kayak in mare a quelle temperature e a quelle latitudini, con una morfologia così violenta e primordiale, sarà sicuramente indimenticabile, ma tutt’altro che confortevole.

Vale in parte il discorso fatto per le slitte trainate da cani. Non c’è nemmeno la motivazione tutt’altro che banale di compiere gesta che affondano le radici nella tradizione dei popoli nativi o degli antichi pionieri, come può avvenire per analoghe situazioni in Canada, in Alaska o in Lapponia.

Il mio suggerimento personale, non me ne vogliano gli operatori locali, è quello di approcciare tali discipline in Italia o in vacanze in altri luoghi dove la temperatura e le condizioni creano tutt’altre atmosfere indimenticabili (USA in estate, Costarica o Brasile) tanto per fare qualche esempio calzante.

Spero che questo articolo possa tornarti utile per organizzare il tuo viaggio in Islanda. Per qualsiasi subbio, o se decidi di visitare l’Islanda con me, non esitare a contattarmi!
Nei prossimi articoli continueremo ad approfondire questo Paese tanto emozionante e particolare. Stay tuned!


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Mi chiamo Fabrizio Bruno e sono nato in Provincia di Cuneo al cospetto del Monviso, dove vivo tutt’ora, nella Valle del Po, quando non sono in viaggio.
Da oltre trent’anni mi occupo professionalmente di viaggi, attività outdoor, discipline sportive attive ed estreme e turismo tecnico, come consulente, docente e accompagnatore nonché come organizzatore, con il Tour Operator Culture Lontane di cui sono socio e direttore.
Sostengo ed insegno a colleghi e allievi che per essere sempre frizzante e piacevole nei confronti dei clienti è importante non essere monomaniacali; anche per questo motivo nell’arco dell’anno spazio da una disciplina all’altra, cambiando spesso regione, nazione e continente. Passo infatti da attività molto slow, quali il volo in mongolfiera, il trekking o il turismo enogastronomico ad altre molto adrenaliniche e veloci, quali il rafting, i viaggi in moto e le escursioni in 4×4 tra le piste e le dune del deserto.
Abitualmente vivo più di 300 giorni l’anno fuori casa e racconto le mie esperienze on line oppure sui libri e sulle guide turistiche che pubblico da oltre 20 anni. Ho viaggiato in oltre 100 stati del mondo, in alcuni per poche volte, in altri molto più sovente (ad esempio sono stato 69 volte in Islanda), in altri luoghi ho vissuto per lunghi periodi, come ad esempio è avvenuto per il Sahara, il Nord del Brasile, l’Ovest degli USA e l’Est del Canada.

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