La “Picióta” è un piatto povero invernale della tradizione contadina dell’entroterra siciliano.
In questo articolo, oltre alla sua presentazione, troverai la ricetta per prepararlo direttamente a casa tua. Iniziamo!
Che cos’è la Picióta
Non si tratta della “bella figliola” in dialetto Palermitano, ma di una miscellanea di farine di cereali e legumi ottenute dopo una lavorazione di tostatura e molitura, tutte rigorosamente provenienti da agricoltura biologica. Abbiamo infatti:
✅ Fave;
✅ Ceci;
✅ Cicerchia.
I contadini più attrezzati effettuano la molitura presso la propria azienda perché il risultato finale è frutto delle preferenze di macinatura e delle percentuali utilizzate per i vari legumi.
Percentuali eque sono:
– 3 parti di Cicerchia;
– 1 parte di fave;
– 1/2 parte di ceci.
Tutto viene preventivamente tostato al punto giusto… Anche lì bisogna avere accortezza!
Basta esagerare con il quantitativo di uno o più degli ingredienti che il risultato può assumere gusto diverso! Inoltre, eseguire la molitura in casa, consente di decidere la consistenza della grana, che risulterà quindi più o meno fine.
La ricetta per preparare la Picióta
E’ bene sottolineare che ci sono diverse varianti legati all’elaborazione. Esse si ottengono semplicemente con il risultato della molitura oppure preparando la Picióta con verdura (borragine o broccoletti) o con salsiccia.
Se la si vuole preparare con la verdura, prima bisogna far cuocere la verdura (borragine o broccoletti) poi preparare un soffritto di guanciale, lardo o pancetta e aglio.
Olio manco a dirlo: biologico ed extra vergine d’oliva.
Fatto ciò, versare nella pentola con la borragine o i broccoletti e riportare a bollore il tutto. Sopraggiunta l’ebollizione, cominciare a versare con cura e lentamente la farina “A Picióta” fino a raggiungere, continuando a girare con il manico di un cucchiaio di legno o una frusta, la densità cremosa.
Impiattare e, con pane tostato, rigorosamente fatto in casa, intingere e gustare.
Il massimo della “Libidine”, prima di sedere a tavola con i commensali, è impadronirsi della pentola e pulirla dai rimasugli intingendo con il pane!
Nella versione con la salsiccia invece, si soffriggono aglio, lardo o guanciale o pancetta in un tegame (sempre con olio bio) e si versa in acqua portando a bollore senza null’altro aggiungere se non la “Picióta”, con lo stesso procedimento di quella realizzata con la verdura.
Buon appetito!

In quella Terra di mezzo dove l’Autoctono guarda e valuta tutto con indifferenza e superficialità, badando solo alla sopravvivere dell’oggi magari appeso a quei fili invisibili del “Burattinaio” di turno, ignaro che la Terra che calpesta quotidianamente, nella quale tra i due epici momenti dell’Alba e del Tramonto tanto si è perso.
Ecco è lì in mezzo che sono nato ed avendo avuto la fortuna di prendere coscienza del fatto che tra Alba e Tramonto, fantastici unici, c’è tanto tempo andato e che non torna.
Allora mi occupo primariamente di cercare di far vedere, a Persone un po’ più attente e curiose, tutto ciò che l’Indigeno, si lascia scorrere sulla propria esistenza.
Sono autonoleggiatore di nascita che a piccoli passi ha sempre cercato di promuovere l’entroterra siciliano.
Entroterra racchiuso dall’estremo Appennino Siculo, tra Nebrodi e Madonie. Ricchissimo di ogni sorta d’interesse naturalistico, storico, paesaggistico e culinario.
Luoghi dove hanno visto lungo i “Potenti” di un tempo (saraceni – normanni – svevi).
Luoghi ove l’Eredità lasciata dai Potenti di un tempo, Brama visibilità e fama.
E-mail: itinerari.ar@gmail.com