Con grande piacere condivido con voi il ritorno a Brescia, dopo un accurato restauro durato oltre due anni presso l’opificio delle pietre dure di Firenze di uno dei suoi simboli civici: il bronzo romano della Vittoria Alata.

La si potrà ammirare dal vivo appena ci saranno le condizioni per farlo: è cosa nota a tutti che i musei sono attualmente chiusi al pubblico.
Per questo evento, l’aula orientale del Capitolium è stata rinnovata dall’architetto che rende visibile… l’invisibile: Navarro Baldeweg, per accogliere la statua alta quasi 2 metri.
Fu proprio nel Capitolium che essa venne rinvenuta nel 1826 nascosta probabilmente intenzionalmente assieme ad altri bronzi: frammenti di cornici, ritratti imperiali e pettorali da cavallo. Nel corso del secondo conflitto mondiale, verrà nuovamente nascosta per preservarla non solo dai bombardamenti ma anche da possibili furti. Carducci, (venne a Brescia nel 1871 e 1876) le dedica “ Alla Vittoria “, ode scritta nel 1877 e inserita nelle Odi Barbare. Il Vate, Gabriele D’Annunzio, dedicò un sonetto a Brescia dove celebra la Vittoria Alata. Anche Napoleone III ospite a Brescia, (giugno 1859 prima della battaglia di Solferino) visita il Museo Patrio, una volta vista il bronzo romano, chiede di avere una copia, oggi visibile al Louvre.
Molte sono le copie della Vittoria Alata: sul Passo del Tonale troneggia sul sacrario militare. Da ricordare che la prima pietra di questo luogo sacro fu posta da re Vittorio Emanuele III nel 1922.
La datazione: I DC. Venne realizzata da abili bronzisti il cui atelier era in Italia Settentrionale non lontano da Brescia.
Venne realizzata con la tecnica detta “cera persa” e trovava la sua collocazione nel Capitolium oppure negli spazi del Foro.
Potrebbe essere legata a un successo militare: l’ipotesi è quella di un dono da parte di Vespasiano a Briescia che lo supportò durante gli scontri del 69 DC il cui esito fu il riconoscimento del titolo di Imperatore. Il bronzo romano è la cosiddetta Vittoria alata che scrive sullo scudo. Oggi lo scudo è mancante ma lo doveva tenere tra il braccio e la gamba piegata. Con la mano destra sullo stesso, incideva un nome : quello di un vincitore in uno scontro bellico? Vittoria era una divinità che appunto conferiva onore in una vittoria militare.
Non vedo l’ora di vederla appena i musei potranno riaprire e, come sempre, vi aspetto per poter condividere in futuro questo grande tesoro nel quale Brescia si identifica.
Sono Vanessa Marcolla, guida turistica abilitata per la lingua tedesca, iscritta con l’Associazione Arnaldo da Brescia, fondata nel 1986, la più attiva e conosciuta in città e provincia. Il mio ambito di lavoro è la città di Brescia, la sua provincia con i laghi (Iseo e Garda), la Franciacorta – rinomata terra di vini e patria indiscussa del Bollicine Franciacorta – e la Valle Camonica. E’ in questa valle che risiedo da più di 20 anni: ho imparato ad amarla e apprezzarla, per la sua storia, legata soprattutto alle incisioni rupestri (Patrimonio UNESCO dal 1979), i suoi borghi, i suoi paesaggi montani.
Brescia, “La leonessa d’Italia” è la città che amo, ricca di storia, colpisce il visitatore per il bianco latteo del suo marmo di Botticino. Esso caratterizza chiese e palazzi. Al visitatore attento non sfugge il vicoletto nascosto, un particolare portale, un affresco che il tempo ancora non si è portato via.
Vi farò conoscere arte e storia, il buon cibo e il “saper bere bene”. Vi aspetto!
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