
Nei primi anni trenta Lucio Fontana inaugura la propria originale ricerca plastica evidenziando uno straripante talento creativo. Signorina seduta è opera emblematica di un metodo operativo che, per quanto ancora in embrione, caratterizzerà lo stile dell’artista lungo tutta la sua carriera. Se infatti da un punto di vista tecnico e tematico questo bronzo risulta in linea con le contemporanee ricerche della plastica italiana, a livello linguistico si distingue per la ricerca di valori dinamico-spaziali che appaiono già profondamente innovativi.
Il bronzo, che l’applicazione del colore qualifica come una sintesi di scultura e pittura, rappresenta una giovane donna seduta a terra, vestita con un abito leggero, lungo sino alle ginocchia. La gamba sinistra è flessa mentre la destra, anch’essa piegata, è a contatto con il terreno. La giovane donna è rappresentata nell’atto di controllarsi l’acconciatura: la mano destra le sfiora infatti i capelli mentre l’altra sembra reggere un piccolo specchio. L’espressionismo dato dalla modellazione del vestito è come neutralizzato dalla scelta dei colori, o meglio dei “non colori”: il nero e l’oro in quanto colori astratti proiettano l’immagine in una dimensione spaziale ed esistenziale per così dire “altra”, non naturalistica, che aspira all’assoluto.


Una prima laurea in Scienze dei Beni culturali e una specializzazione in Storia e critica dell’arte. Convinta aspirante insegnante, milanese di nascita, amante di tutto ciò che è artistico!
La rubrica “Finestre sull’arte” nasce per raccontare e condividere con voi ciò che conosco su opere, artisti e correnti artistiche, raccontandole in brevi articoli di pochi minuti, come se fossero delle vere e proprie pillole da assumere una volta al giorno. Perciò, se siete interessati ad approfondire la vostra conoscenza su questi temi, date un’occhiata ai miei articoli sul blog!
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