Cari lettori di Posti e Pasti, in questo articolo vi voglio parlare della statua di Carlo II d’Asburgo che si erge davanti al Palazzetto dei Nobili, in piazza Santa Margherita, a L’Aquila.

L’opera fu commissionata nel 1675 dal capitano della città Emanuele Giuseppe di Sezze a Marcantonio Canini, allievo di Gianlorenzo Bernini, per festeggiare l’incoronazione di Carlo II d’Asburgo a re di Spagna e del regno di Napoli.
Il viceré, in occasione della ascesa al trono del suo sovrano, organizzò delle importanti feste come dimostrano alcuni documenti dell’epoca conservati a Madrid. Il giovane quando divenne re aveva appena 14 anni.

In questa scultura egli è rappresentato vestito come un comandante dell’esercito con un’armatura moderna e mantello che lo avvolge totalmente, nella mano destra aveva, forse, lo scettro e accovacciato vicino al suo piede destro sta un leone, uno dei simboli della casa asburgica, che in segno di devozione gli lecca il piede; nella mano sinistra, invece, tiene una spada, ormai spezzata e dietro il piede sinistro c’è un globo con un ramo d’alloro che germoglia.

La statua è collocata su un piedistallo dove lo scultore ha rappresentato gli stemmi di Carlo II, del marchese de Los Velez viceré di Napoli all’epoca dell’incoronazione e del capitano della città Emanuele Giuseppe di Sezze. Sotto questi simboli è riportata la seguente iscrizione:
“EN CAROLI HISPANIARUM REGIS/ SIMULACRUM: ATAVI NOMINE, AC OMINE SECUNDI NULLI VERO SECUNDI/ D. EMMANUELE IOSEPH DE SESSE P. UT SUO IOVE AQUILA MUNIRETUR
CAROLUM IT/ARMATUM REGEM SUB DIO POSITUM/ VELUT DIAE LUCUS CONFORTEM IURE/ MARCHIONIS DE LOS VELEZ PROTEGIS/ARMORUM/ COMITATUR IURA
CAROLUM II HISPANIARUM REGEM/PUBERTATIS, AC REGNORUM/ VINDICATA LIBERTALE/ ARMATUM IN MARMORE PRAESES/D. EMMANUEL IOSEPH DE SESSE F. C.
CAROLO II M.S./ AUSTRIACO MEMPE IOVI/QUA SAMNITIM AQUILA SUPPETIT IACULA: HOSTIUMTROPHEA SUIS REFERANT TRIUMPHIS”
Ma chi era costui? Sappiamo dai racconti dell’epoca che Carlo non ebbe una vita né facile e né bella. Gli Asburgo avevano l’usanza di sposarsi tra consanguinei e i suoi genitori erano zio e nipote, suo padre, Filippo IV di Spagna sposò in seconde nozze sua nipote Marianna d’Austria e da questa unione nacque Carlo. Oltre ad ereditare una delle corone più importati dell’Europa dell’epoca, i genitori gli trasmisero tutti i problemi genetici della famiglia.
La salute del ragazzo sin dalla nascita fu particolarmente debole: egli, infatti, non fu capace di parlare fino all’età di quattro anni, né di camminare fino a otto anni, e fu trattato come un bambino piccolo fino all’età di dieci anni in quanto non era molto alto, aveva un viso sgraziato e la mandibola era molto sporgente come tutti gli Asburgo di Spagna. Purtroppo, era anche claudicante e soffriva di fortissimi attacchi di emicrania e di epilessia. Il popolo credeva che fosse maledetto e per questo fu soprannominato el Hechizado in italiano lo Stregato.
Nonostante tutti questi gravissimi problemi, Carlo II fu ben consapevole del proprio ruolo di sovrano; anzi, probabilmente non fu il peggiore tra i re della sua casata. In effetti, durante il suo regno, furono adottati congrui provvedimenti in campo economico e fiscale e riuscì a rallentare in qualche misura la grave decadenza della Spagna.
Morì all’età di 39 anni, il 1novembre del 1700, senza aver avuto eredi e così con lui scomparvero gli Asburgo di Spagna. Non sono molte le statue che gli furono realizzate: in Spagna ne abbiamo una sola a Madrid nel Parco del Buen Retiro, mentre nel regno di Napoli, dove lui non si recò mai in visita, le ritroviamo ad Avellino, a Capua, a Messina, a Napoli ed ovviamente qui a L’Aquila perché era la città dove risiedeva il vice re di Napoli.
Oggi questa statua mostra tutti i segni del tempo: la pioggia, la neve, il vento e l’incuria dell’uomo hanno quasi del tutto cancellato il volto di questo sovrano rispettando un po’ la sua volontà poiché non amava farsi ritrarre.