Il dominio Islamico sulla Sicilia (Siqilliyya) ebbe inizio a partire dallo sbarco nei pressi di Mazara del Vallo nell’827 e terminò con la caduta di Noto nel 1091. Precedentemente, intorno al ‘700, era stata occupata l’Isola di Pantelleria da ‘Abd-al Malik b. Qahtān. Palermo, centro principale del potere Musulmano in Sicilia, cadde nel 1072 con l’arrivo dei Normanni.
Ancora oggi, in Palermo, è possibile ammirare notevolissimi monumenti, realizzati dall’Impero Ottomano… ma questa è un’altra tappa!

Quello che oggi desidero presentare ma solo come anteprima, un piccolissimo cenno, (seguirà altro), è il lascito Ottomano di cui Nicosia gode.
Sembrerebbe un paradosso ma la fantasia e la creatività delle “Genti Siciliane” porta a dei risultati impensabili.
Parlo della “Metamorfosi Creativa” in maschera carnascialesca Nicosiana del “Pëguriero e u Turco”.
Quando arrivarono i Turchi, in Nicosia facevano il bello ed il cattivo tempo i “Signorotti”.
Chi più chi meno, godevano dei favori della “Plebe” in quanto ad Essa, veniva riservata una vita sociale fatta di lavoro, nelle terre di proprietà dei “Signorotti” e di stenti.
Loro sicuramente, non erano avvezzi ai lavori manuali e per un tozzo di pane, soggiogavano il Popolo.
L’arrivo dei Turchi e lo spauracchio, instauratosi nella fascia “Patrizia”, di vedersi sottrarre il potere, fece sì che diedero facoltà ai “Contadini/Schiavi”, di poter a loro volta soggiogare qualunque Turco avesse catturato e posto a proprio servizio: una sorta di schiavitù, nella schiavitù.
Certo alla manovalanza questa libertà concessa, non sembrò vera ed abituati alla fatica, quali erano, facevano a gara affinché potessero catturare il Turco/Schiavo.
Al Pecoraio, il Nobile diceva: “Chi chiappa u Turco è u so”, che, tradotto, significa: “Chi prende/cattura il Turco, è suo!”
Da questa “Storia”, ai giorni nostri, ebbe la nascita del “Pëguriero e u Turco”, una maschera che permise, e, direi, con non poche illusioni, al “Pëguriero” di rivendicare un ruolo di predominanza su altro “Uomo”: “u Turco”.

La predominanza sicuramente era di facciata in quanto (nella maschera di carnevale odierna) si nota il vestito/costume del “Pecoraio”, molto fastoso. Nel vestito/costume del Turco, invece, si nota la pochezza anche nei calzari.
Questo è solo il prologo, al quale seguirà un racconto in immagini, che potrete gustare su “Posti e Pasti TV”!
Francesco La Greca
In quella Terra di mezzo dove l’Autoctono guarda e valuta tutto con indifferenza e superficialità, badando solo alla sopravvivere dell’oggi magari appeso a quei fili invisibili del “Burattinaio” di turno, ignaro che la Terra che calpesta quotidianamente, nella quale tra i due epici momenti dell’Alba e del Tramonto tanto si è perso.
Ecco è lì in mezzo che sono nato ed avendo avuto la fortuna di prendere coscienza del fatto che tra Alba e Tramonto, fantastici unici, c’è tanto tempo andato e che non torna.
Allora mi occupo primariamente di cercare di far vedere, a Persone un po’ più attente e curiose, tutto ciò che l’Indigeno, si lascia scorrere sulla propria esistenza.
Sono autonoleggiatore di nascita che a piccoli passi ha sempre cercato di promuovere l’entroterra siciliano.
Entroterra racchiuso dall’estremo Appennino Siculo, tra Nebrodi e Madonie. Ricchissimo di ogni sorta d’interesse naturalistico, storico, paesaggistico e culinario.
Luoghi dove hanno visto lungo i “Potenti” di un tempo (saraceni – normanni – svevi).
Luoghi ove l’Eredità lasciata dai Potenti di un tempo, Brama visibilità e fama.
Per informazioni e contatti: itinerari.ar@gmail.com