Misinto è un comune di 5600 abitanti. È posto a circa metà strada tra Milano e Como, nella parte settentrionale del Parco delle Groane, un bosco di importanza regionale che si estende fra molti comuni della zona.
L’etimologia del nome “Misinto” secondo alcune ricostruzioni deriverebbe dal latino “Locus Medius Cinctus”, facendo probabilmente riferimento alla radura circondata dai boschi in cui sarebbero sorti i primi nuclei abitativi.
Cosa vedremo in questo articolo:
1. Gerolamo da Misinto, un personaggio celebre nella storia milanese
2. Cosa vedere a Misinto
3. Il dialetto del luogo
4. Dove mangiare bene a Misinto

Gerolamo Da Misinto: un personaggio celebre nella storia milanese
Nel 1386 iniziò la costruzione del Duomo di Milano. Un po’ da tutte le parti affluivano in città uomini pronti a portar la gerla, maneggiar la cazzuola, spaccar lastre di marmo, lavorare lo scalpello. È il caso di Gerolamo da Misinto.
Due decreti ducali di Gian Galeazzo Visconti, datati 1396, imponevano ai magistrati della città di reclutare i maestri scalpellini e individuarne i migliori, impedendo loro di recarsi a lavorare in altri territori. Alcuni di questi uomini, giunti in città semplicemente come manovali o tagliapietre, sapevano acquisire molta abilità e senso artistico nel loro lavoro, diventando rinomati professionisti.
Dagli Annali della Fabbrica del Duomo di Milano risulta che Gerolamo da Misinto si distinse per aver operato sulle condotte dell’acqua sul Duomo, con nuovi criteri, nel 1555.
E ancora nel 1561 ebbe l’incarico di dirigere dei lavori per un bassorilievo da collocarsi sulla tribuna del nuovo organo del Duomo.
Nel 1563 fu nominato maestro dei fanciulli apprendisti di scultura nella Fabbrica del Duomo.
Nel 1573 fu incaricato, con il nipote Bernardo di Misinto, di lavorare per il castello di Porta Giovia (oggi Castello Sforzesco), su richiesta del Prefetto della stessa porta, con lo scopo di fortificare alcune strutture portanti.
Cosa vedere a Misinto
LA CHIESA DI SAN SIRO
Chiesa esistente già dal XIII secolo, l’arcivescovo Carlo Borromeo ne impose la riedificazione nel 1581, ma l’edificio fu terminato solo nel 1640. Fu Federico Borromeo a disporre di trasportare in questo edificio tutto quello che poteva esserci nella chiesa di Santo Stefano, oramai in distruzione. Ampliata verso oriente nel 1894 con l’aggiunta di una cripta, nel 1897 furono create 6 arcate sovrastanti le cappelle, dando luogo ai matronei. La cripta inizialmente fu ricavata solo nello spazio sottostante l’altar maggiore e fu dedicata al Crocifisso. Fu ampliata ancora nel 1898, affinché si potesse accedervi direttamente dalla piazza. Come un piccolo santuario, la cripta fu decorata tutta in stile bizantino e arricchita da una statua della Madonna Addolorata, di forte venerazione. Nel 1911 si valorizzò l’ambiente con l’inserimento di due artistici Reliquiari in legno, che raccolgono più di 600 reliquie di santi.

Tra il 1908 e il 1928 gli ambienti interni della chiesa furono decorati e la facciata venne integralmente rinnovata secondo lo stile del ‘500 lombardo. All’interno l’altare maggiore è un complesso marmoreo mirabilmente intarsiato, realizzato nel 1796. Vi sono poi delle tele che provengono dalla Pinacoteca di Brera dopo le requisizioni napoleoniche: dovevano probabilmente far parte di una Via Crucis e rappresentano l’Incoronazione di Spine, la Flagellazione e la Deposizione nel Sepolcro.
IL MONUMENTO AI CADUTI
Il monumento fu inaugurato con solennità il 13.06.1920, ma collocato nell’attuale Parco delle Rimembranze solo nel 1933. È opera dello scultore Banfi di Saronno; il disegno invece era del maestro della Scuola di Disegno di Misinto, Sig. Luigi Maderna di Seveso. L’inaugurazione fu suggestiva: i reduci, tutti in divisa militare, si recarono con il popolo al cimitero per ricordare i compagni caduti in guerra.
Sulla parete frontale della Cappella nel parco, si può osservare una Deposizione dipinta da Luigi Conconi, esponente della Scapigliatura milanese.
PALAZZO MAGGI
Il palazzo era fin dal XVII secolo proprietà della famiglia Vimercati. Nei secoli ancora addietro, la struttura fu forse eretta a scopo difensivo. I Vimercati, che si insediarono a Misinto dal ‘500, scelsero il fortilizio come loro dimora padronale apportandovi considerevoli modifiche: aggiunsero porticati, scaloni e decori. La proprietà passò a Carlo Ambrogio Maggi nel 1810. Non furono inserite grosse modifiche, se non alcune aggiunte decorative e una veranda. Nel 1924, a causa di distruzioni e aperture di strade, il palazzo perse l’originale configurazione architettonica. Fu acquistato nel 1925 dal Comune per sistemarvi il municipio e le scuole. Nel 1976 si intervenne con lo scopo di restaurare tutto il complesso, lasciando visibili gli elementi architettonici che avevano determinato la costruzione nei secoli. Ancora oggi è sede del municipio.

LA CASCINA NUOVA
Frazione di Misinto, fu fondata da alcuni proprietari terrieri e gruppi familiari che si staccarono dal paese o che vennero da altre località. Fu fondata sicuramente verso il 1570 poiché fu di questi anni la costruzione dell’Oratorio di San Bernardo, sui possedimenti del fisico Gottardo Visconti.
Nel 1927 fu costruita invece la Parrocchiale di San Bernardo su progetto dell’architetto milanese Ugo Zanchetta. All’interno sono conservate le statue di San Bernardo, San Sebastiano e la Madonna Ausiliatrice, che ricordano le feste tradizionali di Cascina Nuova. Vi è poi un quadro seicentesco recuperato dall’antico oratorio raffigurante la Vergine con il Bambino in atto di accogliere le preghiere dei santi Siro e Carlo, davanti ai quali San Bernardo incatena il drago dell’eresia.
IL MURALES DI ANGELO BERGAMONTI
Il motoclub di Misinto si fonda nel 1972 dopo la morte del noto pilota Angelo Bergamonti l’anno precedente a causa di un incidente motociclistico. L’allora Presidente del club Adriano Re, elevò il pilota a rango di icona dell’Associazione Misintese, fino ad arrivare a fargli dedicare ufficialmente nel 2009 una piccola piazza nel centro cittadino, una delle primissime in Italia intitolate ad un motociclista. La morte di Bergamonti segnò anche la fine in Italia delle competizioni su strade normalmente aperte al traffico. Il murales è opera di Daniela Benedini e Dario Cresseri.

IL BOSCO DEL CURATO
Il Bosco del Curato è così chiamato perché da 200 anni è di proprietà della Parrocchia, ma soprattutto è uno dei migliori querceti del Parco delle Groane, dove sono ospitate farnie più vecchie, con soggetti di oltre 80 anni d’età. Provenendo da Via S. Francesco a Misinto, si entra anche in un’area pic-nic, una volta cava d’argilla, dove si possono osservare le caratteristiche del terreno delle Groane, a cominciare dal suo colore. È possibile anche seguire una pista ciclabile tra pinete e querceti.

LE FORNACI
A Misinto esisteva una fornace sulla strada per Birago. Nei dintorni vi erano poi le famose “zocche”, che raccoglievano l’acqua piovana con la quale si dovevano impastare i mattoni.
Fornace Re, sorse nel 1882. Forniva mattoni in terracotta su vasta scala sfruttando il tipico terreno della zona, detto ferretto. Era una delle industrie più affermate della zona per la produzione di laterizi.
IL CENTRO IPPICO
Il Centro Ippico di Misinto si trova a metà strada tra Milano e Como, immerso nel Parco delle Groane. Ampie zone di verde offrono ai cavalli un ambiente sereno; mentre clubhouse e ristorante completano la possibilità di far trascorrere ai soci il tempo libero. Giuseppe Forte, cavaliere internazionale e tecnico Federale, è il direttore tecnico di Misinto. La sua storia equestre parte proprio da questo centro che negli anni ha ospitato altri grandi nomi dell’equitazione quali D’Inzeo e Mancinelli pilastri dell’equitazione italiana. La passione e la dedizione per questo sport è trasmessa sia nell’insegnamento che nella cura dei cavalli e delle strutture ospitanti.

Il dialetto del luogo
Terminologia tipica misintese: Misent, grama la tera, pesg i gent (Misinto, cattiva la terra, peggio la gente).
Se può essere giustificata la prima parte per la natura del terreno, per la seconda non vi sono prove!
Scurbat de Misent
Nel passato era comune chiamare, da parte dei paesi vicini, gli abitanti confinanti con nomignoli provenienti spesso dalla nomenclatura zootecnica. Scurbat significa corvi ed è forse giustificato dal fatto che nelle campagne adiacenti l’abitato, stormi di corvi sostavano danneggiando le coltivazioni.
Dove mangiare bene a Misinto
Nella cittadina è possibile trovare qualche piccolo ristorante o pizzeria.
Misinto Bierfest

A luglio, però, vi invito ad un evento oramai di moda, da ben 25 anni: la Festa della Birra!
C’era una volta un gruppetto di ragazzi un po’ scapestrati che amavano trascorrere gli afosi pomeriggi delle estati misintesi seduti su di un comodissimo marciapiede cercando di trovare sollievo dal caldo sorseggiando qua e là qualche birretta.
Ad un certo punto qualcuno propose: “… perchéticolo di gen non tiriamo in piedi una festa della birra?”.
Quella che sembrava l’idea scellerata di un gruppo di incoscienti si trasformò fin dall’inizio in un eclatante successo che andava al di là delle previsioni più ottimistiche. In questo clima di surreale euforia nacque il Gam E20.
Sono Laura Valleri, guida turistica abilitata in Milano, Monza e Brianza. Vivo in Brianza e sono convinta che questo sia un territorio dotato di tante sfaccettature, che merita di essere maggiormente valorizzato, conosciuto, fruibile. Lo scopo del mio lavoro è questo: far sì che le persone possano sapere di più del luogo in cui abito, affinché la sua storia e il bello che l’ha caratterizzato possa continuare ad essere tramandato. Svolgo servizi di visite guidate da diversi anni e sarei lieta di accompagnare anche voi in luoghi unici e poco conosciuti.
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