Finestra sull’arte – L’Autoritratto di Leonardo da Vinci a Torino

Il celebre Autoritratto conservato nella Biblioteca Reale di Torino è un grande disegno eseguito a sanguigna nel 1515 e rispecchia l’aspetto che Leonardo doveva avere nell’ultimo periodo della sua vita, superati i sessant’anni, anche se l’anziano raffigurato nel ritratto sembrerebbe dimostrare un’età più avanzata.

Autoritratto giovanile, da “l’Adorazione dei Magi”, 1481

Se un autoritratto di Leonardo quasi trentenne è riscontrabile nella figura sul margine destro dell’Adorazione dei Magi agli Uffizi, le fattezze di Leonardo sessantenne si rivelano qui assimilabili a quelle di un filosofo antico; le stesse dunque che sono testimoniate anche nella figura di Platone che Raffaello dipinse nelle Stanze Vaticane, ritraendovi Leonardo in una personificazione che attribuisce al suo volto, attraverso le caratteristiche fisiche, il significato delle conquiste della conoscenza.

È proprio questa l’immagine che una descrizione tardo cinquecentesca restituisce di Leonardo «Ebbe la faccia con li cappelli longi, con le ciglia e con la barba tanto longa che egli pareva la vera nobiltà del studio, quale fu già altre volte il druido Ermete o l’antico Prometeo».

Dettaglio con Platone, Stanze Vaticane, 1509-1511

Ma per quale motivo quest’opera si trova a Torino? Quando Leonardo morì in Francia nel 1519, lasciò gran parte dei suoi manoscritti e disegni al suo fedele allievo Francesco Melzi. Alla morte di quest’ultimo, tuttavia, l’immenso patrimonio artistico del maestro andò disperso, tanto che da quel momento non si ebbero più notizie di questo autoritratto.

Esso ricomparve soltanto nell’Ottocento, in un primo momento quando Giuseppe Bossi lo riprodusse nel suo volume dedicato al Cenacolo; e in seguito, quando re Carlo Alberto lo acquistò, insieme ad altri disegni, per la sua collezione reale.

A Torino, infatti, si conservano anche due significativi studi preparatori, uno per l’angelo dipinto da Leonardo nel Battesimo di Cristo del Verrocchio, con la rotazione della testa che si volge a seguire la direzione dello sguardo da una posizione di spalle; l’altro per l’angelo nella prima versione della Vergine delle rocce che, con un movimento simile, gira però la testa fino a rivolgersi direttamente all’osservatore. Quest’ultima figura è probabilmente uno studio dal vero: forse si tratta del volto di Cecilia Gallerani, l’amante di Ludovico il Moro, che Leonardo avrebbe poi ritratto nella Dama con l’ermellino.

A causa del preoccupante stato di conservazione l’Autoritratto viene esposto al pubblico con parsimonia e per brevi periodi di tempo, motivo per cui, qual ora desideriate visitarlo, vi consiglio di monitorare il sito dei Musei Reali di Torino:
https://www.museireali.beniculturali.it/organizza-la-tua-visita/


Una prima laurea in Scienze dei Beni culturali e una specializzazione in Storia e critica dell’arte. Convinta aspirante insegnante, milanese di nascita, amante di tutto ciò che è artistico!
La rubrica “Finestre sull’arte” nasce per raccontare e condividere con voi ciò che conosco su opere, artisti e correnti artistiche, raccontandole in brevi articoli di pochi minuti, come se fossero delle vere e proprie pillole da assumere una volta al giorno. Perciò, se siete interessati ad approfondire la vostra conoscenza su questi temi, date un’occhiata ai miei articoli sul blog!
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