Le Alpi a Genova: Sambuco e la Valle del Cerusa

Le ristrettezze imposte dall’emergenza sanitaria aggiungono nuove motivazioni alla ricerca di luoghi vicini, amministrativamente entro i confini legittimi dei Decreti. Talvolta snobbati o ignorati, talvolta davvero TROPPO vicini.

Il viaggio è un elemento simbolico in tutte le culture ed anche la visione più ludica e disimpegnata del visitare ha come elemento importante il viaggio di approccio.

Però si fa strada un pensiero nuovo ed intimo che si ritrova nella prossimità ovvero di qualcosa che è vicino a noi, a sé.

La prossimità può essere spaziale, può essere emotiva, può essere nel rapido soddisfacimento di un’aspirazione come ad esempio un risultato sportivo o, semplicemente, una bella e completa escursione dove ritroviamo – collocati al posto giusto e con gli incastri perfetti – tutti gli elementi di un viaggio più lungo ed oneroso.

Genova è una città fortunata, in questo senso, così schiacciata tra il mare ed una corona di montagne che l’avvolgono con diverse elevazioni al di sopra degli 800 metri ed alcune altre i 1000.

Dunque non solo Acquario, non solo Centro Storico medioevale (il più vasto in Europa), non solo il Porto Antico con le innovazioni di Renzo Piano e non solo i magnificenti Palazzi dei Rolli. Ma anche, e forse soprattutto per le dimensioni, un paesaggio montano che ha del mirabolante considerando di essere in una città portuale ed industriale del Mediterraneo.

 Chi vi scrive è una Guida Alpina e quindi momentaneamente concentrato su ciò che questa città offre al visitatore non esclusivamente interessato alla dimensione artistica o storico-architettonica. A Genova si praticano praticamente tutti gli sport nautici ma si può – incredibile – sciare, arrampicare, camminare, pedalare, cavalcare e quasi ogni attività di dislocamento che ci sia consentita dal nostro corpo.

 Tutto ciò senza uscire dai confini comunali e quindi con civico rispetto delle limitazioni.

Le possibilità sono innumerevoli e, tenendo bene a mente questa introduzione, suggeriranno molte coinvolgenti recensioni.

In questa prima sortita consideriamo la Valle Cerusa, solcata dal torrente omonimo, la valle più occidentale del territorio comunale, nell’entroterra di Voltri. Qui vale ricordare che il tratto di litorale tra Prà e Voltri ospita uno dei principali scali container del Mediterraneo in un contesto di intensa urbanizzazione.

Cosa vedremo in questo articolo:
1. Un po’ di geografia indispensabile
2. Il Monte Reixa
3. La tradizione agroalimentare del territorio
4. Proposte outdoor per smaltire la focaccia

Un po’ di geografia indispensabile

La frazione terminale della Valle Cerusa è Fiorino che dista la bellezza di 22,45 chilometri dal centro di Genova. Qui è utile ricordare che Genova ha una superficie complessiva di 240 kmq e ha una linea di costa di quasi 40 km.

 È una frazione rurale a circa 240 mslm circa circondata da insediamenti isolati e nuclei che risalgono la valle fino ai 6-700 m ove la morfologia aspra dei versanti non rende più conveniente l’attività agricola.

 Questa valle è la più occidentale tra quelle cittadine e si insinua in un paesaggio prima industriale, poi rurale e quindi via via più aspro sotto i severi versanti meridionali del Monte Reixa e del Bric del Dente a quote superiori ai 1000 mslm. Questo è uno dei punti della Liguria dove lo spartiacque ligure-padano si avvicina di più al mare e questo determina una fenomenologia climatica del tutto particolare. Nonostante la minima distanza dal mare questi monti ricevono copiose nevicate e non è raro che gli episodi si susseguano da novembre ad aprile rendendo il paesaggio ancora più incredibile per una media città costiera. 

L’elevazione repentina dei versanti determina anche una piovosità media molto elevata che determina importanti criticità idrauliche ma anche una notevole ricchezza d’acqua evidente nella complessità ed interesse ambientale del reticolo idrografico. Sono diverse le vallette laterali della Valle Cerusa tutte orgogliosamente abitate nonostante le indubbie difficoltà di mobilità ed accesso, anche queste assai singolari per una città. La ricchezza di acqua (come la quasi parallela Valle Leira che interessa la direttrice che sale al valico del Turchino) ha favorito dal XVIII al XX secolo un notevole sviluppo industriale ed artigianale legato alla lavorazione e produzione della carta e dei metalli grazie all’acqua indispensabile come forza motrice. Tra le meglio conservate vale la pena di visitare la Cartiera di San Giorgi, che opera ininterrottamente dal 1580, progettata ed edificata da Nicolò Ansaldo nella zona denominata “Massucco”, toponimo della località a monte del paese. L’edificio in questione, con copertura a “carena di nave”, viene abbandonato nel Cinque e Seicento, ricostruito nel 1851 da Antonio Gambino, successivamente trasformato in fabbrica tessile, ed infine riconvertito a cartiera ancora in esercizio.

La Cartiera di San Giorgio oggi – Cartolina d’epoca dall’Archivio di Angelo Nesta

Un paesaggio che cambia rapidamente

Il paesaggio della bassa e media valle è ancora caratterizzato dalle notevoli (ed ormai in disarmo) architetture industriali in qualche caso ancora attive e sicuramente eroiche nel mantenimento di queste particolari filiere. Il borgo di media valle è, non a caso, Fabbriche ove si può osservare la capacità di affastellare su una ristretta e scorbutica sponda torrentizia l’attività produttiva, la strada, ed il sistema di edifici abitativi appressati sotto l’incombenza del ripido versante montano.

La foce del Cerusa a Voltri ed il complicato rebus infrastrutturale tra autostrada, ferrovia, e torrente

Alla testata della valle Fiorino segna il primo importante restringimento del torrente verso il poderoso Bric del Dente (itinerario escursionistico Fiorino – Bric del Dente). Percorrendolo si ha l’impressione di essere in una tranquilla valle delle Alpi occidentali. Il torrente forma una lunga serie di cascatelle e laghetti, interessanti in estate per una tranquilla ed alpestre balneazione fino alla grande pozza chiamata Lagu da Saèra.

Tra Fabbriche e Fiorino, un’angusta deviazione a sinistra permette di cambiare versante e risalire verso la piccola frazione Sambuco (o Sambugo). Questo borgo, d’impianto sommitale su una spalla soleggiata che s’insinua nel profondo solco del Rio Malanotte che discende direttamente dal Monte Reixa.  Nel 1600 tutte le frazioni della Valle Cerusa sono divenute progressivamente più importanti per l’aumento degli scambi commerciali con il Piemonte attraverso una delle diverse Vie del Sale del Genovesato e per la ricchezza dell’agricoltura in tutto l’entroterra di Voltri. La progressiva importanza insediativa ed economica della testata di valle è rappresentata nella Chiesa di Sambuco che è salita al rango di Santuario di Santa Teresa del Bambino.

Il sole di Sambuco ed i severi rilievi dei Monti di Tardia. Al centro il Santuario dedicato a Santa Teresa

Il Monte Reixa

 Questa importante elevazione, transito importante tra la costa e le valli padane retrostanti (Valli Teiro e Sansobbia)  condivise tra Genova e Savona ed aperte verso il Piemonte, fa parte della possente dorsale che attraverso diverse cime quasi sempre superiori ai 1000 m culmina con il Monte Beigua. La lunga dorsale domina l’omonima riviera estesa tra Vesima e Varazze comprendendo i comuni di Arenzano e Cogoleto. Siamo dunque in un sistema orografico e vallivo fortemente ravvicinato alla costa con i profili delle montagne che assumono spesso caratteri dirupati e severi dovuti alla geologia ed alle rocce prevalenti (ofioliti e scisti serpentinosi) appartenenti all’orogenesi Alpina.

 Quindi questi burberi rilievi sono Alpi e la straordinarietà geologica e geomorfologica ha valso il riconoscimento di quest’area quale Geoparco Unesco. Siamo infatti nel perimetro del Parco Regionale del Monte Beigua, il più esteso della Liguria e che tra i comuni costituenti (oltre a quelli citati della Riviera) ha proprio la città di Genova con la Valle Cerusa.

 Il monte Reixa è anche uno snodo intervallivo importante tra Genova ed i borghi costieri attraverso il Passo della Gava.

 Oggi questi sentieri registrano un “traffico” costante di bikers ed escursionisti che rendono questa parte di Liguria una delle più vissute sotto il profilo sportivo. Del resto questa componente così intimamente connessa alla fruizione della montagna è uno dei punti di forza del Parco Regionale sotto il profilo della fruizione.

 Si aggiungono, dunque, tasselli in una composizione davvero singolare, in un territorio che i più legano solo al turismo balneare estivo ed ai pregi culturali della Superba.

Il Ricovero Giwell tra Monte Reixa e Passo della Gava, in autunno

La Valle Cerusa a pieno titolo può essere considerata un’importante Porta del Parco, peraltro raggiungibile – preferendo un approccio del tutto etico- esclusivamente con mezzi pubblici (treno + bus, invero con qualche superabile difficoltà legata agli orari del piccolo mezzo che risale la Valle) e che dà accesso alle sconfinate possibilità per l’outdoor del Parco del Beigua.

Volutamente scriviamo questa recensione in un inverno precoce e nevoso che riprende i caratteri storici della stagione fredda in questa parte di Liguria. Perchè per gli escursionisti e gli alpinisti genovesi e savonesi lungo i fianchi del Monte Reixa è possibile percorrere stupendi itinerari in sci, ciaspole ed anche itinerari alpinistici. Tanto effimeri quanto diversi di anno in anno.

I sentieri principali sono peraltro itinerari molto noti per l’escursionismo e permettono di accedere da Genova verso la sommità della dorsale del Gruppo del Beigua dove si ritrova l’Alta Via dei Monti Liguri. Il Parco del Beigua ed il Club Alpino Italiano sottosez, di Arenzano hanno svolto un meticoloso lavoro di recupero di diversi ricoveri pastorali di questi monti ricavandone altrettanti punti di appoggio.

La vicinanza di questi monti alla costa, la vasta rete di sentieri, la ricchezza di nuclei insediati di media quota, la strada panoramica del Passo del Faiallo sul versante Nord concorrono al grande successo ma bisogna fare attenzione a non sottovalutare le escursioni: i dislivelli sono considerevoli, diversi itinerari hanno tratti esposti ed in presenza di neve le condizioni evolvono rapidamente. In autunno ed in inverno può essere imperativo viaggiare con piccozza e ramponi nello zaino. D’estate, di converso, temporali orografici intensi e forte soleggiamento possono rendere un’escursione fuori orario un vero tormento!

Scialpinismo vista mare salendo vero il Monte Reixa

La tradizione agroalimentare del territorio

Non è possibile condividere, seppure sinteticamente, questo territorio senza fare menzione della tradizione agroalimentare che, come detto, affonda le radici in una cultura produttiva solidissima. Gli ortaggi di Voltri sono ancora oggi un riferimento che si associa al Pesto prodotto col leggendario basilico di Prà e Voltri. Ma a Sambuco resiste una tradizione centenaria di pasticceria secca che mantiene salda la dimensione artigiana e l’elevata qualità. L’immagine evocativa qui sotto, per gentile concessione della Casa, si accompagna ad una delle ricette tradizionali di questa valle per un prodotto dolciario tra i più noti dell’entroterra di Genova. Nella digressione gastronomica in queste valli bisogna ricordare anche il prodotto principe: il cubeletto, pasta frolla ripiena tipicamente di marmellata. L’alta Valle Cerusa, inoltre, ha sempre ospitato l’allevamento bovino ed ovicaprino con un’importante tradizione lattiero casearia (oggi rintracciabile in particolare tra Fiorino e le frazioni della sinistra Valle) che ha ispirato una cucina bianca simile a quella delle Alpi Liguri. In tutta in tutta la valle è ben nota la polenta di farina bianca Bugiandu. Il mais era più diffuso che in altre aree del Genovesato e ciò ha ispirato una variante della focaccia genovese ricca di farina di mais. Non mancate di chiedere, una volta sul mare, la Focaccia di Voltri.

Il Canestrello, istituzione del Genovesato

Ricetta per Canestrelli al Cioccolato

INGREDIENTI

  • 500 g di Canestrelli della Pasticceria di Sambuco
  • Panna fresca liquida 250 g
  • Latte intero 250 g
  • Cioccolato fondente 100 g
  • Tuorli 125 g
  • Zucchero 125 g
  • Farina 00 20 g
  • Amido di mais (maizena) 20 g
  • Baccello di vaniglia 1

PROCEDIMENTO

  1. Per preparare la crema pasticcera al cioccolato cominciate versando il latte e la panna in un pentolino, poi incidete una bacca di vaniglia per il senso della lunghezza e con la lama raschiate i semini e uniteli nel tegame. Lasciate riscaldare a fuoco dolce, portando quasi ad ebollizione il composto e spegnendo la fiamma prima del bollore.
  2. Nel frattempo separate gli albumi dai tuorli e su questi ultimi versate lo zucchero.
    Lavorate il tutto con delle fruste elettriche fino ad ottenere un composto spumoso e gonfio ci vorranno circa una decina di minuti.
    Setacciate direttamente la farina e la maizena sul composto ed incorporatela utilizzando ancora le fruste abbassando però la velocità.
  3. Tritate il cioccolato grossolanamente con un coltello e tenetelo da parte. Non appena il composto di latte e panna avrà sfiorato il bollore, spegnete la fiamma ed eliminate la bacca di vaniglia, poi prelevate un paio di mestoli di latte e versatele sulla crema di uova in questo modo sarà più semplice stemperare con una frusta.
  4. Quando avrete ottenuto una crema liscia versatela nella pentola dove avete lasciato il restante latte e accendete nuovamente la fiamma. A questo punto dovrete mescolare di continuo in modo che la crema non bruci sul fondo e non si formino grumi. Non appena sarà addensata spostate il tegame dal fuoco e aggiungete il cioccolato e mescolate accuratamente fin quando non si sarà ben sciolto e amalgamato alla crema pasticcera. Versate il composto in un recipiente di vetro e coprite con pellicola a contatto, in questo modo non si formerà la crosticina sulla vostra crema pasticcera al cioccolato.
  5. Una volta pronta la crema prendere due canestrelli ed unirli con uno strato di crema al centro e disporli in un piatto da portata. Servire i dolcetti di canestrelli spolverizzati di zucchero a velo!

Ricetta tradizionale della Valle Cerusa. Ricetta e foto per gentile concessione della Pasticceria di Sambuco

Proposte outdoor per smaltire la focaccia

SCIALPINISMO – Il Rio Malanotte. Buoni Sciatori (utili i ramponi)

Fantastico itinerario, non estremo (max 35°), con vista su Genova. In condizioni mediamente ogni 3-5 anni ma facile da controllare dopo le nevicate sbirciando dall’autostrada (bivio Voltri-Alessandria). La neve trasforma in 3 giorni!

Fabbriche, bivio a sinistra dopo Fabbriche, Sambuco.

Dalla chiesetta di Sambuco si percorre sci in spalla il sentiero segnato (quadrato rosso vuoto) fino in cima al Bric Malanotte (m 950), poi per l’ampio costone E alla vetta.
Il versante SE del Reixa è solcato dall’evidente rio Malanotte che però presenta in discesa un canalino ripido e roccioso. Conviene scendere lo svasato canalone compreso tra il rio e l’itinerario di salita, partendo presso un evidente masso isolato a q. 1077.
A q. 900 si incrocia il sentiero (due bolli rossi) che porta al passo della Gava, lo si percorre a dx tagliando alla base il canalino del Malanotte e si prosegue aggirando il fianco del monte, con molta attenzione per eventuali tratti ghiacciati. Dai prati sotto il rif. Saiardo-Gilwell parte un pendio, poi canale, rivolto verso il R. Gava (esposizione ESE), che si segue sulla massima pendenza fin dove c’è neve. Si scende fino a q. 500 incrociando il rio Malanotte e un sentiero che a sx in 15′ riporta a Sambuco.

Dolci pendi prima di scendere il Canalone Malanotte

ESCURSIONISMO

Traversata del M. Reixa – Fiorino-Sambuco- Voltri

FABBRICHE (119) – SAMBUCO (387) – MONTE REIXA (1183)
Tempo di salita: ore 3.30
Segnavia: quadrato rosso vuoto
Partenza dalla fermata AMT (119m) – Ponte sul Torrente Cerusa (108) – Case Bruxinetti (155) – Ponte sul Rio della Gava – Sambuco (385) – Bellabocca – pendici est e sud Bric Riondo e Bric Malanotte – pendici est Monte Reixa e Cima Faiallo – Passo del Faiallo (1061) – pendici nord Monte Reixa – Monte Reixa (1183m)  – Volendo si può partire da Sambuco Ritorno:  MONTE REIXA – VOLTRI

Tempo di discesa: ore 2,5 3
Tempo totale: ore 6-7
Segnavia: dal Monte Reixa al Passo del Faiallo; due pallini rossi dal Passo del Faiallo al Passo della Gava; X rossa dal Passo della Gava a Voltri

Monte Reixa (1183) – pendici nord Monte Reixa – Passo del Faiallo (1061) – pendici est Cima Faiallo e Monte Reixa – sorgenti Rio Malanotte – pendici est Bric Saiardo – Passo della Gava (752) – Passo Tardia (870) – ex Casa del Dazio – Campenave – Crevari – Voltri (5)
Salendo da Sambuco al Reixa

ARRAMPICATA

Una proposta di arrampicata facile – Placche delle Ferriere

Le Placche delle Ferriere sono costituite da 2 paretine appoggiate di circa 20mt.e contano una ventina di vie di difficoltà omogenea di 4-4+. Molto interessanti per i bambini.
Ogni via è attrezzata con catena e moschettone di calata. La roccia è di tipo conglomerato (puddinga).
Proseguendo il sentiero in prossimità delle pareti, si giunge in pochi minuti a dei laghetti che meritano una visita e… un bagnetto!

Avvicinamento: Voltri, si raggiunge il capolinea del BUS 1 e si svolta per Fabbriche. Per la strada principale, si raggiunge Fiorino e si posteggia nei pressi del cimitero.

Seguendo il segnavia ++ rosse dapprima per la strada asfaltata, si giunge alla cartiera S.Giorgio. Pochi metri prima si imbocca l’asfaltata in forte pendenza sulla destra.
Sempre seguendo i segnavia la strada spiana e diventa sterrata; a una deviazione prendiamo in discesa a sx in prossimità di un corso d’acqua (sentiero prosegue a dx in netta salita)
Fatto un ponticello, si raggiunge una casa (poco sotto una in ristrutturazione) e vi si passa proprio a fianco. La mulattiera procede in falsopiano e sulla SN si scorgono le pareti.
Poco prima di una stalla, svoltare a SN in ripida discesa ad un ponticello di legno che supera il Cerusa. Di qui, risaliamo, ci lasciamo alla sx un pontino di pietra, superiamo un roveto fino ad un ometto nel prato. Da qui evidenti tracce e segnavia triangolo verde.

In arrampicata sulle Placche delle Ferriere

In valle Cerusa ci sono diverse possibilità di vie multipitch anche di stampo alpinistico. Alcune anche di considerevole sviluppo (da 4 a 8 lunghezze di corda) nel consueto stile di queste strane montagne: tratti verticali e tecnici si alternano a tratti rotti e lembi di vegetazione sospesa dove si cammina…  ma il fascino di arrampicare in città è impagabile così come sciare in vista del mare come se si fosse nei fiordi norvegesi.

Saremo lieti di accompagnarvi alla scoperta di questi gioielli!

Arrampicando alla Rocca del Fo

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HIKE & CLIMB – FABIO PALAZZO
Sono Guida Alpina UIAGM e Dottore Agronomo, docente a contratto di Pianificazione del Paesaggio presso l’Università di Genova. Vivo a Genova ma nel lavoro di Guida mi divido tra la Liguria, la Toscana, l’arco alpino e qualche bella esplorazione fuori dall’Europa.
Nelle due professioni, ormai da molti anni, cerco di unire le esperienze lavorative e personali in una sintesi che contribuisca ad arricchire chi entra nel mondo complesso ed emozionante delle montagne. Praticamente tutta la mia vita lavorativa è stata finora spesa nelle aree interne italiane. Che non sono solo montagne ma anche cultura materiale e comunità.
Accompagnando e formando come Guida o contribuendo al percorso dei giovani paesaggisti spero di condividere la consapevolezza per il valore e la sensibilità del territorio montano ed il suo riscatto attraverso la conoscenza e la pratica sportiva. Mai fine a se stessa.
Sono un Tecnico del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico ed un membro del Club Alpino Accademico Italiano nonché un socio ordinario dell’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio e della Società Italiana dei Territorialisti.
 Spero di condividere con tutti Voi non solo esperienze ed informazioni ma anche una presa di posizione nei confronti del mondo che cambia attraverso un modo responsabile e partecipativo di esplorarlo. Anche dietro la porta di casa!

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