Veneto delle meraviglie – Padova, la città del Santo senza nome

Scopriamo uno dei tre famosi “senza” della città dei dottori

A Padova lo chiamiamo semplicemente “il Santo”. Come se non ci fossero altri “santi” nella Storia della Chiesa cattolico-cristiana. E per comprendere la devozione e l’affetto per questo frate francescano, uno dei taumaturghi più amati nel Mondo, è sufficiente entrare nella Chiesa a lui dedicata e sbalordirsi per il numero di turisti che si incontrano tutti i giorni e durante le celebrazioni più importanti del calendario liturgico: ogni anno migliaia di pellegrini e di visitatori, si recano a Padova, nella città che ha ospitato anche Galileo Galilei e Giotto, per toccare la sua tomba e passare un po’ di tempo in contemplazione e ammirazione delle reliquie esposte nella Cappella del Tesoro: la mandibola inferiore, le corde vocali e, in particolare, la celeberrima lingua “incorrotta”, così chiamata perché trovata ancora intatta in occasione della prima ricognizione sul corpo di Antonio avvenuta nel 1263. Un chiaro segno che Dio scelse Antonio per predicare il Vangelo, ma in fin dei conti la lingua era già chiamata “la penna dello Spirito Santo” quando il nostro frate predicava alle genti.

La Basilica Pontificia di Sant’Antonio

I resti mortali del Santo sono stati trasferiti in bellissimi reliquiari in oro e pietre preziose che da soli meriterebbero l’attenzione di chi sale i gradini in marmo per avvicinarsi ad essi. Eppure Antonio, il cui nome era Fernando prima del suo ingresso nell’ordine francescano, non ha trascorso molto tempo a Padova. Gli stessi studiosi credono si sia trattato di un periodo complessivo non superiore a un anno circa, o poco più. E Antonio in quell’anno circa era solito pregare in una piccola chiesa dedicata alla Madonna, Maria Mater Domini, già esistente nell’area dove poi, alla sua morte, fu costruita la bellissima basilica romanico-gotica che ammiriamo. Fu proprio il Santo a chiedere di essere sepolto in quella chiesetta, ma l’edificio parve troppo modesto ai frati francescani che provvidero immediatamente all’esecuzione di un nuovo, più dignitoso luogo dove far riposare il confratello, canonizzato in soli undici mesi. Neppure per Francesco, fondatore dell’Ordine, il processo di canonizzazione fu così rapido!

Fra parentesi, per completezza di informazione e per raccontare le curiosità che ci piacciono maggiormente, il primato di una così rapida canonizzazione è “condiviso” con San Pietro Martire da Verona, frate domenicano ucciso da eretici nei boschi di Seveso e sepolto nella meravigliosa Cappella Portinari presso la Chiesa di Sant’Eustorgio a Milano.

La Basilica Pontificia di Sant’Antonio è quindi senza alcun dubbio uno dei luoghi più visitati e, ricordiamo, non è la Cattedrale di Padova! Il carisma di questo frate francescano, partito dal Portogallo e arrivato in Italia per caso, pare a causa di una tempesta scatenatasi mentre era in viaggio di ritorno dal Nord Africa al suo Paese natale, è testimoniato dai molti, moltissimi ex voto lasciati dalle persone che giungono in visita per chiedere una grazia o anche soltanto per lasciare la loro testimonianza. Si percorre in silenzio la rampa e il passaggio che portano all’amata tomba e si sosta, toccandola, per alcuni minuti. Di sicuro, quando chiese di essere sepolto a Padova, nella primitiva chiesetta, il Santo mai avrebbe immaginato di attrarre così tante persone e devoti!

All’esterno della Basilica, si erge la magnifica statua equestre di Erasmo da Narni, meglio noto come Gattamelata, signore di Valmareno e capitano di ventura della Repubblica Serenissima, sepolto assieme al figlio nella Cappella del Santissimo Sacramento, oggi adibita alla sola preghiera. Il Gattamelata è uno dei capolavori di Donatello che trascorse ben dieci anni a Padova, lavorando alle statue dell’altare maggiore in Basilica e riportando in auge il modello del condottiero a cavallo. Il Gattamelata rappresenta infatti la prima statua equestre fusa in bronzo nel Rinascimento (1453), la prima del genere dai tempi del Marco Aurelio.

La Basilica Pontificia di Sant’Antonio

I ristoranti a Padova sono molti, ma uno dei più caratteristici è l’Osteria dei Fabbri nell’antico ghetto della città, vicino a Piazza delle Erbe. www.osteriadeifrabbri.it
Quella veneta è una cucina semplice, ma ricca di sapori!

Uno scorcio di Padova

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