Piemonte da scoprire – La Cattedrale Santa Maria Assunta di Asti

La città di Asti vede il periodo di suo massimo splendore tra il XII e il XIV secolo. Città di banchieri e mercanti conosciuta in tutta Europa, è uno dei principali liberi comuni del Nord Italia. La ricchezza e l’importanza della città si manifesta nella realizzazione di torri, case-forti, palazzi ed edifici religiosi che ancora oggi abbelliscono l’elegante centro storico.

Testimone di questa magnificenza è l’imponente Cattedrale di Santa Maria Assunta, situata nella zona nord-occidentale del centro storico, da annoverare tra gli edifici gotici più significativi dell’intera regione.

La Cattedrale di Santa Maria Assunta – Foto di Maltoni Elio

La prima costruzione di una cattedrale risale probabilmente al V-VI secolo, dopo che Asti diventa sede episcopale. Essa viene ampliata intorno all’ XI secolo in stile romanico e la cattedrale viene consacrata nel 1095 da papa Urbano II, di ritorno dalla Francia dove aveva predicato la prima crociata. Questo complesso viene poi in parte distrutto da un incendio: di esso rimane oggi la Chiesa di San Giovanni, sede del Museo Diocesano. Il campanile viene ricostruito intorno al 1266 in stile romanico-lombardo e lo si può ancora oggi ammirare sul lato sud dell’attuale cattedrale.

In origine di sette piani, il campanile venne ribassato di un piano, portandolo all’attuale altezza di circa 38 metri, intorno al 1600. Forse ciò avvenne per motivi bellici, ma alcuni sostengono che si trattò di una scelta per motivi di sicurezza voluta da un governatore militare del Castello, che sorgeva poco lontano, il quale riteneva che il campanile fosse troppo alto, permettendo così di spiare all’interno della fortezza.

La costruzione della nuova Cattedrale inizia, secondo la tradizione, sotto l’episcopato del vescovo Guido di Valperga nei primi decenni del XIV secolo, continua col suo successore Arnaldo De Rosette, e si conclude verso il 1354 col vescovo Baldracco Malabaila.

La Cattedrale si affaccia su una bella e ampia piazza circondata in parte da edifici medievali che richiamano i caldi colori tipici dell’architettura romanica e gotica del Monferrato, ripresi dagli stessi materiali costruttivi dell’edificio religioso: il rosso del mattone e il bianco dell’arenaria creano sapienti effetti cromatici e testimoniano la presenza di maestranze locali nella costruzione.

Impressiona lo slancio verticale dell’edificio e la sua leggerezza, elementi accentuati dalle alte finestre strombate che testimoniano influenze del gotico lombardo, così come le decorazioni a dente di lupo e ad archetti pensili del coronamento superiore.

La facciata presenta, in corrispondenza dei portali d’accesso (di cui solamente quello centrale ancora esistente), tre slanciate ghimberghe, elementi tipici del gotico piemontese. L’ingresso centrale è separato da una colonna sul cui capitello si scorgono le scene dell’Annunciazione e della Visitazione. A lato del portone, sulla sinistra, è Cristo in Maestà con una piccola rappresentazione del Giudizio Universale, mentre sulla destra possiamo ammirare l’Incoronazione della Vergine. Il tutto abbellito da altri capitelli con decorazioni zoomorfe, antropomorfe e vegetali.

Sul lato sud, troviamo il Portale dei Pelletta, che deve il suo nome alla nobile famiglia committente, datato ai primi decenni del 1300 e realizzato in gotico fiorito, suggerendo l’influenza di maestranze d’oltralpe. Sul timpano frontale, in una nicchia, si può ammirare una statua della Vergine Assunta affiancata da angeli e, ai lati, due bassorilievi con la rappresentazione del sole e della luna.

In alto si nota un volto femminile racchiuso in un ovale: secondo la tradizione si tratta della cosiddetta Madama Troyana, fanciulla appartenente alla guelfa famiglia Troya, che andò in sposa a un giovane della famiglia ghibellina dei Pelletta: per le nozze, una bella somma appartenente alla famiglia dello sposo fu utilizzata per costruire lo stupendo portico. Sulle colonne di quest’ultimo sono collocate le statue di quattro Santi, realizzate nel XV secolo con marmo di reimpiego. La volta interna del portico è stata decorata intorno alla fine del 1300 con una Pietà e l’Annunciazione.

Il Portale dei Pelletta

Entrando, si rimane stupiti dalle dimensioni, dalla verticalità dell’edificio e dalla decorazione inaspettata. Come accennato, si tratta dell’edificio gotico più imponente della regione con i suoi 86 metri di lunghezza e 24 metri di ampiezza e altezza.

La struttura della chiesa è a tre navate suddivise da pilastri a fascio con volte a crociera costolonate, ma l’architettura gotica è in parte celata dalla stupefacente decorazione che ricopre l’intera superficie dell’edificio. Infatti, all’inizio del 1700 l’interno venne completamente affrescato per volontà del vescovo Milliavacca, che affidò la realizzazione di questa imponente opera agli artisti milanesi Francesco Fabbrica e Giovan Battista Rocca.

Particolari sono le colonne affrescate con foglie d’acanto, richiamo alla classicità, e con pampini di vite. Questa decorazione si presta a una duplice interpretazione: da una parte, un riferimento al versetto evangelico di Giovanni 15,5 in cui Gesù dice “Io sono la vite, voi i tralci”; dall’altra un possibile riferimento alla vocazione vitivinicola del territorio. Inizialmente l’interno era totalmente ricoperto da foglie di vite, poi in parte sostituite da ritratti di vescovi, profeti, sibille alle pareti laterali. Sulla volta della navata centrale spiccano gli apostoli; sulle volte delle navate laterali gli ordini religiosi operanti in città. 

Al di sopra del portale d’accesso, un affresco mostra la consacrazione della cattedrale romanica da parte di papa Urbano II nel 1095; un altro affresco posto al di sopra del portale meridionale (in corrispondenza dell’accesso dal Portale dei Pelletta) illustra la scena in cui, custodite in uno scrigno d’argento, le reliquie di S. Secondo, santo patrono di Asti, vengono portate in processione lungo le vie della città. Le reliquie sono oggi conservate nella Collegiata di S. Secondo, importante chiesa cittadina da un punto di vista sia architettonico sia storico-artistico.

Passeggiando all’interno della Cattedrale, possiamo ammirare due acquasantiere, un tempo fonti battesimali, sostenute da due capitelli corinzi romani rovesciati: una risale al IX-X secolo, e mostra teste mostruose animali e umane intervallate da grandi fiori, simbolo dell’eterna lotta tra il bene e il male; l’altra è decorata da grifoni e leoni e risale al 1229, come indicato da un’incisione sull’orlo della vasca.

La navata nord è stata rimaneggiata in epoca barocca con l’inserimento di cappelle che oggi conservano importanti opere d’arte: di fronte alla Cappella della famiglia Zoya troviamo un fonte battesimale del XV secolo retto da colonnine romane poggiate a loro volta su un basamento marmoreo anch’esso romano.

Segue la cappella col gruppo scultoreo in terracotta risalente all’inizio del 1500, realizzato da artisti lombardi, rappresentante il Compianto sul Cristo morto. Da notare i volti dei personaggi da cui traspaiono i profondi sentimenti e che evocano empatia nello spettatore, così come la rappresentazione anatomica delle braccia e delle gambe del Cristo steso a terra, calchi di arti umani.

Nelle cappelle che seguono sono conservate le opere dell’artista Gandolfino d’Asti, vissuto a cavallo tra 1400 e 1500, che operò principalmente per famiglie nobili di Asti, Alessandria e del Monferrato. Le sue pale sono oggi in parte conservate ad Asti, sia in cattedrale e nella Chiesa di S. Secondo, sia nel Museo di Arte Antica a Palazzo Madama a Torino e in altre chiese della regione. La pala nella Cappella di San Giovanni Battista rappresenta la Madonna in trono con Bambino, Santi e il committente Obertino Solaro e risale al 1516; mentre la pala nella Cappella della Sposalizio della Vergine o San Giuseppe raffigura proprio il raro tema dello Sposalizio della Vergine e risale al 1510-’12: in entrambe emergono la ricerca prospettica, l’uso di colori sgargianti e, in particolare nella seconda pala, una certa influenza dell’arte nord europea.

La cappella absidale al termine della navata sinistra è dedicata all’Epifania o Madonna Grande: in essa è conservata la statua settecentesca dell’orafo astigiano Groppa realizzata nel 1709 in rame argentato e dorato.

La cappella absidale al termine della navata destra è dedicata all’Ascensione o Madonna Piccola e conserva un bellissimo e tenero affresco tardo quattrocentesco della Madonna del Latte proveniente dall’ex Certosa di Valmanera.

Sempre lungo la navata destra si apre la barocca cappella del SS. Sacramento, dove è possibile ammirare un’altra opera di Gandolfino d’Asti: si tratta del polittico smembrato con la rappresentazione della Sacra Parentela, tema affrontato più volte dall’artista nel corso della sua carriera.

L’abside è stata ampliata nel 1764 dall’architetto Benedetto Alfieri, cugino di Vittorio Alfieri che proprio ad Asti ebbe i natali. Ai lati del presbiterio, su balconate in legno intarsiato e stuccato, fanno bella mostra di sé due organi datati tra la fine del 1700 e la metà del 1800.

Ancora nel presbiterio, si può infine ammirare il frammentario mosaico pavimentale del XII secolo venuto alla luce intorno al 1984-’85. Esso rappresenta uno dei rari esempi presenti in Piemonte di pavimentazione romanica a mosaico e mostra scene tratte dalle storie di Sansone unitamente a una rappresentazione stilizzata dei fiumi biblici.

Mosaico pavimentale del XII secolo

La Cattedrale di Asti rientra nel Rione Cattedrale, rappresentato durante l’annuale Palio di Asti che, da alcune edizioni, si tiene la prima domenica di settembre. Lo stemma del Rione Cattedrale è caratterizzato da un’aquila nera incoronata d’oro, stemma che riprende quello della Famiglia Alfieri i cui palazzi si trovavano in questo rione. L’ultima edizione del Palio svoltasi nel 2019 (il palio 2020 è stato annullato causa emergenza Covid), è stato vinto proprio dal Rione Cattedrale.


Mi chiamo Raffaella, sono guida abilitata per il Basso Piemonte e lavoro principalmente con ospiti stranieri, per lo più di lingua tedesca. I miei tour toccano diversi aspetti: storico-culturale ed enogastronomico, per unire le eccellenze che il Piemonte sa offrire ai suoi visitatori. Amo la mia regione ricca di cittadine piene di arte e di storia; amo la tranquilla bellezza dei paesaggi delle colline del Monferrato e delle Langhe che invitano a rilassanti passeggiate immersi nella natura, nella cultura e nelle tradizioni.
Cerco di trasmettere ai miei ospiti questo amore con passione e professionalità, mostrando attenzione e sensibilità verso le esigenze di ognuno. Insieme scopriremo le sfaccettature più o meno note di un territorio variegato: dai bellissimi scorci panoramici alle prelibatezze gastronomiche, dai prodotti vitivinicoli conosciuti nel mondo ai paesi adagiati sulle colline con le loro curiosità Spero che ne sarete affascinati e che potrete  innamorarvi e appassionarvi al  Piemonte, portando con voi e trasmettendo a chi incontrerete le emozioni e le esperienze provate!
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