Veneto delle meraviglie – Il Monte Berico (VI)

La collina delle apparizioni

Chissà se risalendo il colle che i Vicentini chiamano “Monte Berico”, Vincenza Pasini abbia presagito che, una volta giunta sulla sommità dello stesso, le sarebbe apparsa la Madonna. Me lo chiedo ogni volta che percorro, a piedi o con l’auto, la salita che conduce al celebre Santuario. La donna deve essere stata molto devota per ricevere l’onore di essere scelta come depositaria di questo straordinario miracolo.

Una volta queste colline erano luoghi ricoperti di boschi: la vegetazione è ancora molto ricca ed è tra queste colline che i Vicentini amano passeggiare. Eppure l’uomo ha saputo modificare l’aspetto di zone che al tempo della storia, che sto per raccontarvi, erano ancora vergini. Vincenza stava portando da mangiare al marito che spaccava legna sul colle. La salita era, ed è, ripida, e una volta giunta in cima, si dice che Vincenza si sia seduta per riprendere fiato e pregare con il rosario. Potenza delle invocazioni o profonda devozione, fatto sta che a Vincenza la Madonna è apparsa per ben due volte: il 7 marzo del 1426 e il 1 agosto del 1428. In quegli anni a Vicenza c’era la peste, che non dava alcun segno di tregua alla popolazione sempre più provata. Si narra che Vincenza abbia riferito al Vescovo di allora che la costruzione, sul colle, di un tempio dedicato a Maria Vergine avrebbe fatto cessare la peste. Ma si sa, queste apparizioni sono sempre state oggetto di attente analisi… Sarà solo due anni dopo, forse anche costrette dalla pestilenza sempre più diffusa, che le autorità religiose locali decisero di dare credito alle parole della donna. La posa della prima pietra, che diede avvio alla costruzione della chiesa gotica, ancora presente nel retro e all’interno dell’edificio, avvenne il 25 agosto del 1428 e … miracolo! La peste cessò.

Le due chiese sul Monte Berico

Inutile dirvi quanto la popolazione veneta sia legata a questo Santuario e alla Madonna che nella Storia, quella dei libri, quella fatta di calamità e di guerre soprattutto, è stata sempre presente proteggendo la città e il territorio. Eppure a me, che piace leggere i fatti con obiettività, sorge un po’ spontaneo il dubbio di qualche, diciamo, coincidenza: il nome della donna che riecheggia quello della città (Vincenza – Vicenza), la peste scoppiata nel 1404, l’anno che ufficialmente sancisce l’inizio del dominio della Repubblica Serenissima nel capoluogo berico che, anche in tempi più vicini a noi, qualcuno, scherzosamente, chiamava “la sagrestia del Vaticano”, il rapporto sempre conflittuale tra la Chiesa romana e Venezia che con le autorità ecclesiastiche non ha mai davvero avuto rapporti “sereni”, per usare un aggettivo caro alla Repubblica lagunare… Insomma, e se fosse il mito nato per contrasto nei confronti di un’istituzione politica “avversaria” della religione? E se fosse il tentativo di ribadire la superiorità del Potere religioso sullo Stato laico? Ogni tanto lancio il dubbio ai miei turisti e, se tra loro c’è qualche prete, cerco sempre di verificare, con la coda dell’occhio, se mi abbia lanciato qualche rimprovero con lo sguardo.

Al di là delle ragioni di fede, salire a Monte Berico, è un’esperienza affascinante, sia per ammirare la Chiesa, quella gotica iniziale e il suo ampliamento in stile “barocco”, sia e soprattutto per attraversare il Piazzale della Vittoria, dedicato appunto alla vittoria della Grande Guerra, e contemplare (e credetemi il verbo è appropriato!) la sequenza di monti che a nord della città si succedono con rara ed elegante armonia: un panorama indimenticabile che va dal Massiccio del Monte Grappa e il Montello alle piccole Dolomiti. Ma vi spiego tutto nel video che ho girato per voi: nell’attesa che si possa riprendere a viaggiare, i video in Posti e Pasti rappresentano l’occasione per farsi un’idea dello straordinario patrimonio di cui il nostro bel Paese può farsi vanto.

La vista su Vicenza

Il Santuario è oggi dato in custodia ai Servi di Maria, presenti qui fin dal 1435, e nel tempo la chiesa è stata rimaneggiata, anche con un accorto intervento di Andrea Palladio, al quale si attribuisce l’arco che collega, all’interno, la vecchia chiesetta gotica con la nuova progettata ed edificata dal 1687 dall’architetto Carlo Borella.

La tradizione invita il pellegrino devoto a salire al Monte ogni prima domenica del mese, eppure questo luogo e il Santuario annesso sono sempre molto visitati, perché, soprattutto nelle giornate di sole, libere dalla foschia che ogni tanto abbraccia i nostri rilievi, la fatica della risalita viene ripagata dall’armonia di colori che fanno di questo luogo uno dei posti più scenografici della regione: tanto spettacolare, usando un termine artistico/cinematografico, da spingere Carlo Verdone ad inquadrare i famosi portici settecenteschi e il Santuario in una scena del suo “Perdiamoci di vista” (1994). Sono gli stessi colori presenti nella natura rigogliosa che ci circonda e nella bella quadreria presente in chiesa e nelle sale annesse.

Non perdetevi assolutamente la Cena di San Gregorio Magno nella Sala dell’ex refettorio! È uno dei capolavori di Paolo Veronese. Visitate tutto il complesso con calma, perché qui il miracolo si compie nella sapiente mescolanza di arte, devozione, natura e …. buone bevande! Perché? Ve lo svelo nel video sulla Posti e Pasti TV!
Vi aspetto, buona visita e buona visione!


CHIAVE di VOLTA è un’organizzazione di guide turistiche qualificate, esperte e appassionate, che opera dagli anni ‘90 in Veneto. Ha sempre puntato alla qualità dei servizi offerti e alla ricerca di itinerari meno frequentati e noti. Il gruppo delle guide è coordinato da Deborah Marra, guida accreditata in Veneto da molto tempo. Laureata in Lingua e Letteratura Giapponese, è lei stessa un’instancabile viaggiatrice e, da qualche anno, ha pubblicato anche dei libri, “Vegana? No, chemio” (2016) e “Cupido è guercio” (2020).
Per chi ama visitare città e luoghi artistici accompagnato da una guida professionale, CHIAVE di VOLTA è sicuramente il referente per scoprire, e riscoprire, il Veneto. Consigli e itinerari personalizzabili sono disponibili nel sito www.chiavedivolta.com e nella pagina Facebook  www.facebook.com/deborahmarrachiavedivolta

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