Il posto del cuore
Ognuno di noi ha un posto nel cuore dove si sente a casa, dove ama andarci in ogni momento libero che ha e non solo…bene oggi voglio portarvi a conoscere il mio, la necropoli vestina di Fossa.

Quest’area archeologica si trova a circa 12 km da L’Aquila, quasi alle porte del parco regionale del Sirente Velino nel paese di Fossa di cui vi parlerò un’altra volta perché è talmente ricco di storia e d’arte da renderlo un unicum nel panorama italiano.

La necropoli è stata riportata alla luce casualmente a partire dal 1992 quando furono fatti dei lavori per costruire, in questa zona, un nucleo industriale. Fino a quel momento nessuno sapeva che sotto quella terra arata per secoli dai contadini del borgo a ridosso del fiume Aterno ci fosse una necropoli, la più estesa dell’Italia centro-meridionale. Nessuno poteva immaginare che sotto i propri piedi ci fosse un vero e proprio gioiello; questo perché l’Aterno, il fiume che attraversa il territorio, in epoche remote esondava periodicamente, ricoprendo e “sigillando” questo tesoro dell’archeologia. Quando gli archeologi si sono trovati davanti alle prime tombe, sono rimasti immediatamente sbalorditi perché hanno potuto rinvenire i corredi funebri dove gli uomini dall’IX al I° a. C. li avevano sistemati: tutto era come gli antichi vestini l’avevano lasciato e fino a quel momento mai nessun tombarolo era riuscito a profanarlo e a rubarlo.
La necropoli ha una continuità di vita che va dall’epoca della protostoria a quella romana. Le tombe sono a tumulo, a fossa e a camera. Quelle a tumulo sono le più antiche e presentano delle particolarità. Alcune hanno davanti a sé una fila di menhir tanto da far denominare quest’area archeologica “la piccola Stonehenge d’Abruzzo”.

I menhir si ritrovano solo davanti a quelle maschili, sono posti in ordine decrescente, dal più alto al più basso, e tutti seguono l’andamento del sole da est a ovest. Purtroppo il significato di queste pietre ancora oggi è sconosciuto perché necropoli con questa caratteristica non si ritrovano altrove e non hanno nulla a che fare con i menhir del nord Europa.


Anche le tombe a tumulo femminili avevano il loro corredo. La donna di queste terre aveva un ruolo importantissimo all’interno della società vestina, godeva degli stessi diritti e doveri degli uomini ed era emancipata in maniera simile a quella etrusca. Tra gli oggetti di uso quotidiano o per la cura del proprio corpo è stata ritrovata anche la tazzina attingitoio, l’antenata del tastevin da sommelier, il che ci fa capire che spettava alla donna occuparsi della bevanda più preziosa dell’antichità, il vino ed era affidato a lei il compito di versarlo a tavola.
Le altre tombe molto importanti sono quelle di epoca ellenistica (III°-I° sec. a. C) le cosiddette tombe a camera, ossia tombe di famiglia riservate all’aristocrazia locale. Anche qui gli archeologi hanno ritrovato i corredi intatti, che hanno permesso di capire la ricchezza di questo popolo e i loro rapporti commerciali. Ora non siamo più di fronte a guerrieri ma a uomini che vogliono sottolineare la loro ricchezza economica: sono stati, infatti, riportati alla luce gioielli d’ambra, d’oro e anche letti funerari in osso.

Gli aristocratici di queste zone si facevano realizzare da abili artigiani dei letti funerari in osso di animale completamente lavorati. Questa moda la ritroviamo anche in Etruria e a Roma, ma il più bel letto in osso completamente integro è stato ritrovato qui nella tomba n. 520.

Se vi è venuta voglia di conoscere la storia di questo popolo e di visitare la necropoli contattatemi che per me sarà un vero onore accompagnarvi. Alla prossima!
Ciao, sono Carla, archeologa e guida turistica della regione Abruzzo e della provincia di Roma.
Sono nata a L’Aquila nel 1975 in pieno centro storico, in una delle strade più belle di questa meravigliosa città. L’Aquila mi ha formato, ha sviluppato il mio gusto per il bello e il piacere di scoprire l’antichità. È proprio questo mio amore che mi ha fatto decidere di diventare archeologa e poi guida turistica prima della regione Abruzzo e poi della provincia di Roma.
Alla mia città, a volte antipatica, a volte madre tenera, a volte respingente come quella notte di 11 anni fa che ha cambiato per sempre la mia vita e quella di tutti gli aquilani, ho promesso che avrei contribuito alla sua rinascita e fedele a questo impegno da quest’estate ho deciso di farla conoscere ai turisti ma soprattutto agli aquilani organizzando, almeno due volte a settimana, tour di un’ora circa che mi permettono di scoprire ogni giorno la ricchezza non solo storico-artistica ma anche gastronomica.
Che tipi di passeggiate organizzo? Cerco sempre di mostrare palazzi o monumenti difficili da visitare se non si è in compagnia di una guida amante dell’inedito; oltre alle passeggiate cittadine organizzo anche quelle nei dintorni non solo a piedi ma anche in bicicletta perché, da un paio di anni, ho deciso di abbandonare la macchina per i due pedali e io, il mio cagnolino Gerry, e la mia bici Guendalina andiamo ovunque alla ricerca del particolare.
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