Un Paradiso in Terra
«Il giorno del giudizio, per gli Amalfitani che andranno in Paradiso, sarà un giorno come tutti gli altri»
Con queste parole il toscano Renato Fucini, in “Napoli a occhio nudo. Lettere a un amico“, icasticamente sintetizza la straordinarietà di Amalfi.

Elegantemente incastonata nella roccia calcarea, naturalmente protetta dai Monti Lattari, Amalfi ha sempre guardato oltre il proprio orizzonte, in un dialogo costante e fruttuoso con quel mare che la lambisce, la scolpisce e s’inchina di fronte a tanta bellezza.

Repubblica Marinara dall’839, esibisce orgogliosamente le testimonianze del suo passato glorioso: a darvi il benvenuto sul Lungomare è la statua di Flavio Gioia, mitico inventore della bussola, il prezioso strumento che gli Amalfitani contribuiranno a diffondere in tutto il Mediterraneo. La città conserva copia delle antiche Tavole amalfitane (Tabula de Amalpha), codice marittimo sviluppato tra XI e XIV secolo che grande influenza ebbe nell’elaborazione di altri statuti marittimi medievali.

Prima di entrare nel centro storico visitate gli Arsenali della Repubblica, dove si realizzavano le galee della flotta militare: permangono due corsie coperte da crociere ogivali e scandite da pilastri in muratura. Accanto a Porta Marina un pannello di ceramica illustra la rete di traffici e gli empori con cui la flotta mercantile commerciava: tra gli altri, Beirut, Antiochia, Gerusalemme, Cipro, Alessandria. Gli scambi si basavano sull’esportazione di legname e sull’importazione di spezie, stoffe e pietre preziose e contemplavano l’uso di una moneta aurea, il tarì amalfitano. L’emblema della Repubblica Amalfitana campeggia ovunque: una croce ottagona bianca su fondo azzurro, a cui connettere anche la fondazione dell’Ordine di San Giovanni, dal quale deriverà quello dei Cavalieri di Malta, ancora oggi caratterizzato dal medesimo simbolo. Dal 1955 infine Amalfi, Genova, Pisa e Venezia ospitano a turno un’edizione del Palio delle Antiche Repubbliche Marinare: una sfida remiera tra i 4 equipaggi di 2000 metri in linea. Il galeone amalfitano, ricostruito su un modello del XII secolo, è azzurro e ha una polena a forma di cavallo alato. Per l’occasione un Corteo Storico di 400 figuranti sfila per la città e rievoca la grandezza e la competizione delle antiche potenze marinare.

E’ arrivato finalmente il momento di varcare Porta Marina: percorsi pochi metri nella penombra di un passaggio coperto avrete un sussulto di fronte alla vista, tanto inaspettata quanto superlativa, del Duomo.

La facciata si erge in cima a una scenografica scalinata di oltre 50 gradini. Nella parte inferiore presenta arabeschi e archi intrecciati bianchi e neri di sapore arabo-bizantino, in alto domina invece l’esplosione cromatica e dorata del mosaico ottocentesco col Giudizio Universale: si riconosce il Cristo benedicente affiancato dai simboli dei quattro evangelisti, a cui i potenti della Terra offrono le proprie corone. Nel registro sottostante archi intrecciati sostenuti da coppie di colonne su un luminoso sfondo dorato di sapore medievale accolgono i 12 apostoli.

A sinistra si indovina la sagoma del duomo vecchio, risalente alla fine del X secolo, corrispondente all’attuale Basilica del Crocifisso. A completare l’insieme si erge il massiccio campanile nella cui cella ritorna il motivo degli archi intrecciati, arricchiti da embrici maiolicati verdi e gialli. Potreste avere una sensazione di déjà vu se conoscete la cattedrale di Casertavecchia.
Vale assolutamente la pena di affrontare la scalinata: c’è chi ogni anno lo fa di corsa! Infatti a giugno e a novembre, in occasione dei festeggiamenti di Sant’Andrea (patrono di Amalfi, le cui reliquie sono qui conservate), la processione per le vie della città culmina nella corsa di Sant’Andrea. I portatori, tutti vestiti di rosso, salgono i gradini correndo, col busto del santo sulle spalle e le note della marcia del Mosè in Egitto di Rossini in sottofondo.

Giunti in cima ammirate la preziosa porta bronzea: fusa nell’XI secolo a Costantinopoli sarà il modello per quella dell’Abbazia di Montecassino. E’ costituita da 24 pannelli: 20 con croci fogliate e 4 con figure di Cristo, della Vergine e dei Santi Andrea e Pietro, su cui sussistono incrostazioni in argento.


L’accesso al complesso monumentale avviene tramite una porta a sinistra: la prima tappa è il magnifico Chiostro del Paradiso. Costruito tra il 1266 e il 1268, è uno degli spazi più sincretistici di Amalfi: il dialogo tra gli slanciatissimi archi intrecciati e il lussureggiante giardino interno ha analogie con cortili e patii dell’architettura mediorientale. Lungo le pareti, sarcofagi romani talora mirabilmente scolpiti, come quello col Ratto di Proserpina, accoglieranno poi le sepolture di illustri famiglie amalfitane. Qua e là sussiste l’arte cristiana medievale: i frammenti degli antichi amboni della cattedrale di gusto cosmatesco (intagli e intarsi di marmi policromi, pasta di vetro e tessere d’oro) o gli affreschi della Cappella della Crocifissione, attribuiti a quel Roberto d’Oderisio che tanta parte ebbe nella diffusione del linguaggio giottesco nel Sud Italia.


Lasciato il Chiostro, attraversate la Basilica del Crocifisso ammirandone tanto l’architettura stratificata quanto le chicche del Museo Diocesano qui allestito: tra gli altri, non perdetevi il prezioso cofanetto nuziale in legno e osso di bue della Bottega degli Embriachi, risalente agli inizi del XV secolo.
Scendete quindi le scale a destra dell’abside e preparatevi all’ennesimo tuffo al cuore: dopo l’accecante biancore del Chiostro del Paradiso, la cripta è un caleidoscopio di infinita bellezza. Rinnovata in forme barocche, è interamente rivestita di marmi, stucchi e affreschi. Sotto l’altare, su cui si erge la colossale statua in bronzo di Sant’Andrea, dal 1208 si conservano le ossa del Santo.

Attraversate infine la cattedrale, ammiratene la spazialità solenne e soffermatevi sul fonte battesimale costituito da una grande vasca antica di porfido rosso.

Una volta usciti ammirate dall’alto Piazza del Duomo con la Fontana del Popolo, cuore pulsante della civiltà amalfitana.

Concedetevi quindi una pausa e assaggiate una bella sfogliatella Santa Rosa: nata nel ‘600 nell’omonimo convento della vicina Conca dei Marini, si caratterizza per un fragrante involucro di sfoglia che racchiude un gustoso ripieno di ricotta, semolino, canditi, cannella e zucchero. Completano il tutto uno sbuffo di crema pasticciera e delle amarene sciroppate: uno spettacolo per il palato!

Riprendete la vostra esplorazione, godendovi la passeggiata e sbocconcellando scorzette di agrumi canditi: arancia, cedro e clementino lavorati con zucchero e acqua. In effetti siete nel cuore dell’area di produzione del Limone Costa d’Amalfi I.G.P.: lo Sfusato Amalfitano, dalla forma affusolata, buccia di medio spessore, ricco di oli essenziali e terpeni che assicurano intensità di aroma e di profumo.

Lungo il corso principale noterete i tanti negozi che propongono la carta artigianale: chiamata anche “bambagina”, gli Amalfitani ne appresero la tecnica di lavorazione dal mondo arabo e iniziarono ben presto a produrla in loco. Se volete saperne di più, non perdetevi il Museo della Carta, allestito in un’antica cartiera del XIII secolo.
Tornate sui vostri passi ma stavolta lasciate la via principale e perdetevi nel dedalo di viuzze, supportici e scalinatelle, dove il sole non arriva e il silenzio regna sovrano: è qui che scoprirete l’anima possente di questa civiltà straordinaria che, a dispetto dell’attuale vocazione turistico-balneare, per secoli ha fatto parlare di sé tutto l’universo mondo.
Benvenuti in Paradiso!




PAOLA ARTIZZU
Laureata in Conservazione dei Beni Culturali, specializzata in Architettura Medievale, opero da 15 anni nell’ambito della divulgazione del patrimonio storico-artistico, archeologico e architettonico.
Collaboro con agenzie e tour operator nazionali e internazionali, curo la progettazione di itinerari tematici e negli ultimi anni mi sono concentrata sul segmento dei viaggiatori individuali: piccoli gruppi, coppie, famiglie.
Conduco visite guidate nei siti più noti della Campania: Napoli, Pompei, Ercolano, Caserta, Capri, Costiera Amalfitana, Salerno e Paestum, in lingua italiana, francese, inglese e spagnola.
Ho un interesse particolare per la legislazione del Turismo e dei BBCC e ho ricoperto il ruolo di Segretario Nazionale dell’Associazione GTI-Guide Turistiche Italiane”.
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