Vero, al momento sembra utopia o sogno irrealizzabile pensare ad un viaggio, una vacanza, anche solo un weekend fuori porta. Lo spostamento tra Regioni resta chiuso, per quanto tempo ancora non è dato sapere. Inutile in questa sede esprimere pareri a riguardo, ancor meno aprire un dibattito per stabilire se sia giusto o sbagliato. E credetemi, chi vive del lavoro che faccio io, vorrebbe tanto sedersi ad un tavolo con chi decide per capire se in questo marasma di permessi e dinieghi, ci sia spazio per l’attività che noi cerchiamo di portare avanti tra mille difficoltà, consapevoli e sicuri che con poco (molto poco) si potrebbero ottenere tanti benefici: per il nostro settore in generale, tremendamente colpito, e, allo stesso tempo, per il fisico e la mente di chi è costretto a vivere e subire una situazione mai provata prima.
Al di là di tutto questo però, vive in ognuno di noi la speranza che l’estate che si avvicina sia diversa da questi momenti così simili a quelli che furono 365 giorni fa. Che vi sia la possibilità, concreta, di poter tornare a mettere la testa fuori di casa con un po’ più di serenità e tanta voglia di scoprire i luoghi vicini a noi, gli unici ancora che potremo esplorare (e nel nostro caso, ciò non è assolutamente un male). Farlo a passo lento e zaino in spalla è un’opzione che vi consiglio vivamente di prendere in considerazione. Con maturità e consapevolezza (evitando volutamente certe scene vissute la scorsa estate), magari andando alla ricerca di itinerari meno noti e affollati.
Qui di seguito, in questa lista del tutto personale e parziale che riprenderò ancora nelle prossime settimane, cercherò di indicarne alcuni che, a mio parere, possono rappresentare una valida opzione per coloro che, nei prossimi mesi, sceglieranno l’escursionismo come forma di vacanza sostenibile e adeguata alle proprie esigenze.
Siete pronti? Andiamo!
1. La Val di Funes
La mia personalissima lista non poteva che iniziare da qui, da quella che a tutti gli effetti posso definire una seconda casa. Mezzora a nord di Bolzano, a una decina di chilometri da Chiusa, in Valle Isarco, si trova uno dei gioielli più preziosi del nostro Paese, la Val di Funes, probabilmente la più bella valle alpina.
Ci troviamo nel cuore del Parco Naturale Puez-Odle, a metà tra la Val Gardena e la Val Badia. A differenza delle altre due, di origine prevalentemente ladina, la Val di Funes è invece una valle germanofona. Qui il tedesco è la lingua prevalente e le tradizioni sudtirolesi perfettamente intatte. La valle è un intimo scrigno verde e incontaminato che si sviluppa in pochi chilometri attorno a tre piccoli centri abitati principali: Tiso, San Pietro e Santa Maddalena. Le vere protagoniste da queste parti sono loro, le montagne e, in particolar modo, il gruppo delle Odle (dal ladino “odles”, ovvero “aghi”). È la terra di origine del più grande alpinista di tutti i tempi, Reinhold Messner che proprio qui ha mosso i suoi primi passi e ancora oggi torna spesso per una cena in rifugio o una visita durante le feste tradizionali che si svolgono durante l’anno.
Tanti e straordinari sono i sentieri che corrono ai piedi di queste pareti così severe. Il più bello e panoramico è probabilmente l’Alta Via Adolf Munkel (“Munkelweg” in tedesco), un sentiero di qualche chilometro che si snoda all’ombra delle guglie appuntite delle Odle, passando per i rifugi più conosciuti. Ed è forse questa la vera particolarità della Val di Funes, i rifugi, che qui mantengono ancora intatta la propria originaria funzione di malga. Il giro delle malghe in Val di Funes è un itinerario imperdibile, da concludere con calma in più giorni per vivere panorami straordinari, come quelli della Malga Casnago, esattamente sotto le Odle, o assaggiare i prodotti tipici che vengono ancora prodotti secondo le tradizioni, come succede alla Malga Kaserill, dove è possibile assaggiare il latte appena munto e il tipico formaggio di malga.
Se state cercando un luogo dove poter riposare e rigenerarvi, entrando in stretto contatto con la natura e la montagna, questo è esattamente il posto che fa per voi.
Le Odle in Val di Funes La Val di Funes Panoramaweg – Val di Funes
2. Le Alpi Liguri
Con questa breve lista ci spostiamo adesso 600 chilometri più a ovest, là dove la nostra catena alpina inizia, sbirciando il mare in lontananza. Siamo sulle Alpi Liguri, a metà tra Piemonte, Liguria e Francia. Terra di storie e racconti ultra centenari, luogo ricco di fascino e tradizione, letteralmente sospeso a metà tra il cielo e il mare.
All’ombra di queste vette che proteggono radure di rododendri, piccoli specchi d’acqua e pascoli sconfinati, nasce e si sviluppa il Parco Naturale del Marguareis, che prende il nome dalla vetta più alta del parco e di tutta la catena. Un ambiente prevalentemente carsico, da scoprire zaino in spalla attraverso un itinerario di più giorni che attraversa antichi passi e costeggia i tradizionali “gias”, le strutture adibite alla raccolta del bestiame.
Indipendentemente dal proprio punto di partenza, questo itinerario escursionistico corre ai piedi delle cime più alte del parco e raggiunge i rifugi che nascono al suo interno, ognuno spettacolare a proprio modo: il Don Barbera, esattamente sul confine tra l’Italia e la Francia, circondato dal fischio delle marmotte e posto lungo il tracciato della straordinaria “Via del Sale” che congiunge Limone Piemonte a Ventimiglia; il Rifugio Mondovì, ai piedi della Cima delle Saline, in un contesto unico popolato dal muggire del bestiame e dalle urla dei bovari; il Rifugio Mongioie, dal quale si può assaporare il profumo del mare, lontano pochi chilometri; e ancora il Rifugio Garelli, storico rifugio dalla forma inconfondibile, inaugurato oltre 70 anni fa.
Camminare lungo questi sentieri rappresenta una soluzione straordinaria per chi vuole vivere la montagna nelle sue sfaccettature più vere, lontano dal caos e dalla frenesia, facendo un salto indietro nel tempo.
L’Alba al Don Barbera Il Rifugio Don Barbera Il Colle dei Signori
3. Il Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano
Vorrei chiudere questo breve elenco di oggi con un’altra zona a cui sono fortemente legato, essendone anche guida ufficiale. Sto parlando del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, un’area di oltre 20 mila ettari che si estende a metà tra Emilia Romagna e Toscana, toccando le province di Reggio Emilia, Parma, Lucca e Massa Carrara.
La bellezza dell’Appennino tosco-emiliano non consce stagionalità, né una specifica zona geografica. Da una parte e dall’altra, folte faggete e crinali mozzafiato fanno da contorno a panorami straordinari che si perdono a vista d’occhio. Dagli oltre 2.000 mt del Monte Cusna, o del Prado o ancora dell’Alpe di Succiso, è possibile volgere lo sguardo verso le vette più alte delle Alpi e, girandosi appena, ammirare al contempo il luccichio del sole che splende sul Mar Tirreno. La sensazione che riesce a trasmettere tutto questo è unica e impagabile, catapultati improvvisamente su un terrazzo in grado di dominare buona parte del Centro-Nord Italia.
Gli itinerari sono diversi e adatti a un vasto pubblico di escursionisti. Potete scegliere di fare tappa in uno dei tipici borghi dell’Appennino e godere di momenti ogni giorno diversi o mettervi in cammino per attraversare il crinale da un versante all’altro o ancora per seguirne il filo sottile che corre lungo le tracce dell’Alta Via dei Parchi, percorrendo un tratto di questo straordinario itinerario che collega l’Emilia occidentale con la Romagna, al confine con le Marche.
Chilometri di sentiero sospeso a metà tra l’Emilia e la Toscana, da attraversare con lo sguardo costantemente proteso verso un orizzonte che sembra sempre più lontano.
Il Monte Cusna Vetta del Monte Cusna La vetta del Monte Prado Il Colle dei Signori
Sono Paolo, guida e vagabondo pieno di sogni e speranze. Non ho un’unica origine e la natura, in ogni sua sfaccettatura, è il luogo dove mi sento più a mio agio. La mia casa è ovunque e da nessuna parte, conseguenza di una vita trascorsa in posti diversi: l’Emilia, la mia terra natale; la Liguria, la mia casa; la Sicilia, a cui una buona parte delle mie origini è legata; l’Alto Adige, le cui montagne mi hanno catturato influenzando molte delle mie scelte. Tra cui quella più recente e forse più importante: diventare una guida. Perché come ogni buon vagabondo e chiacchierone, ho un sacco di cose che vorrei condividere e raccontare. Venite con me?!
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Di sicuro c’è tanta voglia di gite all’aria aperta, di escursioni in montagna e di mangiare la polenta al rifugio. Per ora ho conosciuto la Val di Funes in occasione della Speckfest ed è un posto a me molto caro visto che il suo splendido panorama è in un puzzle di 1500 pezzi che mi sono divertita a ricostruire e che ora mi accoglie nell’ingresso di casa. Le Alpi Liguri sono le mie montagne anche se non le conosco ancora tutte. E’ proprio lì che ho mosso i miei primi passi da escursionista e quest’estate vorrei esplorarle ancora un po’.