Napolitudine, un viaggio dell’anima – Pausilypon e la Grotta Di Seiano

Quando si chiede a qualcuno quali siano le maggiori attrattive archeologiche in Campania, sicuramente il primo luogo che salta alla mente sono gli scavi archeologici di POMPEI o ERCOLANO, o magari PAESTUM, e perché no OPLONTIS con la magnifica villa ritenuta appartenente a Poppea Sabina, seconda moglie dell’Imperatore Nerone; i complessi archeologici della zona flegrea e qualcuno più esperto conoscerà le straordinarie Ville di Stabia: SAN MARCO ed ARIANNA.

Ma pochi sanno dell’esistenza di straordinari edifici di epoca romana, costruiti in gran parte della Campania ed in particolare sulle coste, facenti parte di quel complesso di ville chiamate dell’OTIUM, tanto care alla NOBILITAS ROMANA.

Si tratta di una serie di ville per le vacanze, utilizzate trascorrere il tempo lontano dalle occupazioni, che spesso vedevano impegnati grandi uomini politici o militari e che preferivano trascorrere il loro tempo, fra i piaceri e lo svago.

E quale scenario più bello se non le coste campane. Si racconta che dai Campi Flegrei a Sorrento, fossero state costruite numerose ville per il diletto ed il piacere dei ricchi romani.

L’Isolotto di Nisida

Questo tipo di ville saranno definite a “nuclei sparsi,” per la numerosa presenza di edifici che facevano parte dell’intero complesso, appartenente ad un unico proprietario. Ed è questo il caso della Villa appartenuta ad uno degli uomini più ricchi della tarda età repubblicana: il cavaliere PUBLIO VEDIO POLLIONE, importante personaggio politico dell’epoca di Augusto, di discussa morale, tanto è che Cicerone lo definì come un uomo iniquo e l’imperatore Augusto, cercò di prenderne le distanze anche dopo che la villa passò al demanio imperiale, perché lasciata all’imperatore dallo stesso Pollione.

La Villa Imperiale di Pausilypon – Foto da http://www.napolituristica.com

Si racconta infatti che uccidesse i suoi nemici dandoli in pasto alle murene e che una volta avesse condannato a morte un suo servitore per il solo fatto di aver rotto un calice in vetro murrino, tutto questo alla presenza dell’imperatore Augusto il quale intervenne salvando la vita del povero servo e facendo distruggere l’intera collezione di calici di Pollione.

La zona scelta dal cavaliere Vedio Pollione per la sua abitazione era chiamata  Pausilypon, che in greco significa “luogo che da tregua a tutte le ansie”.

Oggi di quello che doveva essere un ricco complesso di edifici diversamente orientati, per dare vita a spettacolari soluzioni scenografiche, restano visibili i due teatri, i resti della casa di Pollione, le terrazze, le terme e il belvedere, mentre parte del complesso si trova al di sotto del livello del mare, a causa del bradisismo, nel Parco Sommerso nell’area marina protetta della Gaiola.

Il percorso di visita ha inizio dalla discesa di Coroglio, attraverso la Grotta di Seiano: una straordinaria galleria di 770 m che trafora la collina di Posillipo, congiungendo Coroglio con il vallone della Gaiola.

 Il tunnel fu riscoperto e restaurato nel 1840 in epoca borbonica, durante i lavori di costruzione di una via che collegava Posillipo con la zona di Bagnoli.

La Grotta di Seiano

La Grotta fu chiamata Seiano da una supposizione dell’umanista Giovanni Pontano, che nel trattato “De Magnificenzia”,  ipotizzò che fosse stata costruita da Seiano, ministro di Tiberio. Sicuramente la costruzione di questa lunga galleria comportò vari problemi per la diversità del materiale tufaceo e i romani costruirono la galleria partendo da entrambi i lati, per poi congiungerla a metà percorso. Ed è per un errore di calcolo che la galleria non combacia, ma presenta una piccola difformità, non essendo perfettamente regolare, con altezze variabili, per permettere l’ingresso della luce e per l’areazione.

Una volta attraversata la magnifica galleria, si accede alla vera e propria area archeologica, ed è qui che si possono ammirare i resti del teatro ninfeo e dell’odeion.

Il Teatro Grande

Il primo, più grande, colpisce per la sua forma semicircolare, costruito sfruttando il pendio della collina dove erano gli spalti per gli spettatori e per la presenza di una grande vasca perpendicolare alla cavea. La vasca probabilmente doveva servire come “cassa di risonanza” o per i giochi acquatici durante gli spettacoli.

Sul versante opposto è possibile ammirare il teatro piccolo o odeion, un edificio coperto, ottimo per le rappresentazioni musicali o di prosa. Anche qui vi erano gli spalti detti cavee, con tre ordini di sedute, per alloggiare gli spettatori a seconda della classe sociale.

Accanto all’odeion due grandi saloni di rappresentanza, uno quasi completamente perduto perché crollato in mare e l’altro, la cosiddetta Sala di Marmo, che conserva ancora tracce del pavimento con decorazioni geometriche in marmo africano e le pareti rivestite con pannelli in marmo policromo.

Molte tra le ville romane appartenute a ricchi proprietari, potevano permettersi terme private, ninfei e terrazze digradanti sul mare, per godere della bellezza del paesaggio circostante.

Dalle terrazze è possibile ammirare la stupenda Baia di Trentaremi e dall’altro versante, la Baia di Marechiaro, dove anche qui ancora ci sono i resti di una  villa imperiale di epoca romana, meglio conosciuta con il nome di Palazzo degli Spiriti.

E nella zona del parco protetto della Gaiola su di uno sperone roccioso, si ergono resti di quella che fu creduta la scuola di magia di Virgilio, il sommo poeta, ma venerato in epoca antica come conoscitore e maestro delle arti magiche.

Bisogna ricordare che i romani erano anche imprenditori e produttori e così, Vedio Pollione impiantò nella baia di fronte alla villa, delle peschiere per l’allevamento delle murene.

Tutto lo specchio di mare che circonda la Gaiola è oggi Parco Protetto, per preservare la quantità di pesci e specie vegetali presenti in queste acque cristalline.


Ciao, sono Roberta Paparo, guida turistica della Regione Campania dal 2011 e laureata in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali. Amo il mio lavoro perché adoro la mia terra e tutto ciò che di bello ha da offrire.
Lavorare come Guida mi dà al possibilità di studiare e scoprire aspetti sempre nuovi ed interessanti del territorio campano, dalle bellezze storico-artistiche a quelle del paesaggio, dalle tradizioni popolari e folkloriche alle leggende e ai miti, rinnovando le mie conoscenze e visitando luoghi diversi ogni giorno.
Inoltre, amo anche l’arte a 360°, dalle arti figurative al teatro, dalla danza alla musica. Proprio per questo, recito  nella compagnia teatrale amatoriale “Gli ardisti” da oltre 20 anni ed ho partecipato a diversi laboratori teatrali che mi hanno aiutata anche nell’approcciarmi in modo diverso rispetto ad una semplice visita guidata, cercando di coinvolgere i turisti in una esperienza che gli permetta di essere protagonisti e non passivi ascoltatori, con la speranza che tornando a casa possano portare con sé un po’ di Napoli nel cuore.

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