Romagnatrekking – Sul Sentiero del Partigiano Janošik

Il Partigiano Janošik (nome di battaglia di Giorgio Ceredi, 1925-2016) è stato un partigiano e commissario politico del secondo distaccamento, II zona dell’8ª Brigata Garibaldi, protagonista della lotta di Resistenza contro l’occupazione nazi-fascista negli anni della 2° Guerra Mondiale nel territorio dell’attuale Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.

Per ricordare le sue gesta e i luoghi che ha percorso nei suoi anni da partigiano, qualche anno fa (grazie anche agli eredi e famigliari di Janošik) è stato realizzato un percorso tematico che tocca alcuni dei luoghi simbolo della resistenza: seguendo una stella rossa, dipinta qua e là lungo il tracciato e utilizzata come segnavia, cammineremo nei luoghi che hanno visto, quasi 70 anni fa, il Partigiano Janošik condurre una strenua lotta contro i nazifascisti.

Partiremo dalla casa ormai diroccata di Trappisa di Sopra (posta a poche centinaia di metri dal rinnovato Rif. Trappisa di Sotto), percorrendo la “Salgheda” (antica strada, in salita, che da Poggio alla Lastra portava alla “Villa”): attraversando boschi misti e rimboschimenti a pineta e Douglasia, giungeremo al centro dell’allora paese di Strabatenza, con la Canonica della chiesa di San Donato, prima sede del Comando Gruppo Brigate “Romagna” nel febbraio-aprile 1944 e da maggio sede del Comando dell’8ª Brigata Garibaldi “Romagna” II zona. Il Monumento ai Partigiani dell’8ª Brigata Garibaldi (la cui costruzione fu voluta e promossa dallo stesso partigiano Janošik-Ceredi) ci ricorda l’importanza di questo luogo.

La partenza: casa Trappisa di sopra

Una breve pausa per riempire la borraccia di acqua fresca ci permette di guardare anche ciò che resta del vecchio villaggio di Strabatenza: la chiesa e la canonica ora sono ristrutturate e adibite a casa per ferie per gruppi, poco sopra c’è la casa de La Villa, anch’essa in ottimo stato.

Poco oltre alcuni ruderi e ciò che resta della vecchia scuola elementare (pluriclasse) la cui struttura edile è uguale per tutti gli edifici scolastici nelle varie vallate del Parco: inevitabile il paragone con le scuole di oggi e, soprattutto, con le condizioni in cui si trovavano a studiare i bimbi dell’epoca quando, per poter imparare e leggere e scrivere, affrontavano ogni mattina anche un paio d’ore di cammino in foresta e spesso da soli.

Seguiamo la stella rossa di Janošik

Proprio a fianco della ex-scuola elementare prosegue il sentiero: un cartello avverte gli escursionisti che è classificato EE, cioè per escursionisti esperti. Questo è dovuto al fatto che, per un tratto di circa 200m (non continuativi) è stato necessario installare una corda per rendere più agevole il transito in un tratto un poco esposto: il sentiero in sé non è pericoloso né può essere classificato “per esperti” in quanto la corda non è fondamentale per percorrere quel tratto. Certamente per chi soffre un poco dio vertigini è una sicurezza in più.

Ecco il tratto attrezzato con la corda

Proseguiamo lungo il sentiero che alterna salite e discese, immerso in un bosco a prevalenza di Roverella e Cerro, le querce onnipresenti in questa area protetta (siamo poco sopra i 600m di quota). Ancora poche decine di minuti e arriviamo alla vista dei ruderi de I Fondi, splendido podere ora posto nel bel mezzo di un rimboschimento: bellissimo il ponte a schiena d’asino ormai coperto dal muschio posto sopra il torrente che scorreva lì nei pressi.

Cà I Fondi, col ponte coperto di muschio
Si prosegue lungo il sentiero

Il sentiero prosegue per qualche altra decina di minuti nel bosco alternando salite e discese fino a giungere, al termine di una bella salita, ad un punto panoramico eccezionale, dal quale è possibile gettare lo sguardo su tutta la vallata di Pietrapazza. In questo punto c’è un “guardiano” particolare: la Maestà della Casaccia, un’edicola votiva eretta dagli abitanti della Casaccia ormai decenni fa, probabilmente come ex-voto o come segno di devozione (come spesso avveniva per costruzioni sacre come questa). Da qui inizia il tratto attrezzato con corda che ci permetterà di attraversare un breve tratto scoperto di sentiero completamente ricavato su roccia marnoso-arenacea.

Ora si può proseguire per ombreggiato sentiero fino a giungere ai ruderi de La Casaccia (sede del Comando dell’8ª Brigata Garibaldi “Romagna” II distaccamento della II zona): in queste case ormai ridotte a mura instabili si rifugiavano i partigiani, protetti dai montanari dell’epoca, che offrivano loro cibo e un riparo per la notte o, come in questo caso, una base operativa da cui organizzare il movimento di Resistenza.

Ora è possibile proseguire con sentiero più largo che praticamente costeggia pararallelo il torrente, fino al punto in cui lo si deve attraversare: questo è il bivio che porta, per traccia un po’ infrascata, fino a Cà del Tosco (altra sede del II Distaccamento della II zona, in cui operò Janošik).

Ripercorriamo a ritroso sui nostri passi un breve tratto, fino a ritornare sul torrente che scende dal Monte Moricciona: è l’occasione per osservare le pozze d’acqua cristallina e cercare fra l epietre la presenza di fauna acquatica di eccezionale pregio. Nella stagione giusta è possibile osservare Gamberi di fiume e Ululoni appenninici, bioindicatori delle acque e garanzia di torrenti pulitissimi.

Gamberi di fiume lungo il torrente

Ancora una discesa fra i rimboschimenti per raggiungere Cà Palaino, ennesimo rudere sparso in mezzo a queste foreste, un tempo popolate da tenaci contadini.

La strada prosegue ancora, fra saliscendi e torrenti, alternando punto panoramici a boschi di fitti cerro dove, nel periodo estivo, è possibile incontrare il Cervo volante: coleottero di 6-7 cm le cui larve si nutrono solamente di legno morto di quercia e qui con presenza abbondante.

Cervi volanti, incontri straordinari nei boschi di cerro

Ancora poche decine di minuti ci separano dal punto di arrivo: prima dell’ultima salita è possibile tuffare i piedi stanche in una piccola pozza rigeneratrice, prima di sbucare nuovamente sotto la casa di Trappisa di Sopra e concludere l’anello del Sentiero del Partigiano Janošik.

L’ultima pozza ristoratrice, prima della fine del percorso

Laureato in Scienze Faunistiche, sono Guida Ambientale Escursionistica dal 2006 e fondatore di Romagnatrekking®. Innamorato fin da piccolo di montagna, natura e soprattutto di animali selvatici, da molti anni ho fatto di questa passione il mio mestiere.
Accompagno in escursioni giornaliere e trekking di più giorni, in ogni ambiente naturale e area protetta dell’Emilia-Romagna e d’Italia. Mi occupo di Outdoor Education per scuole di ogni ordine e grado. Organizzo anche corsi di aggiornamento per Guide GAE e per chiunque voglia saperne un po’ di più di Natura. Sono docente nei corsi di formazione per aspiranti Guide Ambientali Escursionistiche.
Sono il Responsabile delle Attività Didattiche del Museo Ornitologico “F.Foschi” di Forlì e collaboro con altri musei naturalistici.
“Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori.” (R.Messner)
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Un commento

  1. Quando unisci al piacere della passeggiata un percorso storico che ti porta nei luoghi in cui i nostri avi hanno combattuto per la libertà di tutti noi, è inevitabile provare un sentimento misto tra malinconia e determinazione a far sì che i valori che ci hanno tramandato non si perdano nel nulla.

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