Brescia, leonessa d’Italia – La Brixia romana

Bentrovati amici viaggiatori, nel precedente articolo abbiamo iniziato a conoscere Brescia, la città della Mille Miglia. Per correttezza: al momento della pubblicazione del mio articolo le date dell’evento erano quelle che avevo dato. Da pochi giorni, per motivi di forza maggiore, le date sono state modificate e l’evento si terrà dal 16 al 19 giugno.

Siete pronti a conoscere la Brixia romana?
Partiamo allora!

La città era una delle più importanti dell’Italia settentrionale ed era posta lungo la via Gallica. Si trovava allo sbocco della Valle Trompia e della Valle Camonica, vicino ai laghi Garda e Iseo con a nord, una fertile pianura.

L’attuale via Musei, ricalca quello che era l’antico decumanus maximus (asse viario con direzione est-ovest). Ai piedi del Capitolium, a una quota di 5 metri sotto all’attuale via, è visibile un tratto originale dello stesso.

Mi viene spesso chiesto come mai la via si chiama così: nel Capitolium venne allestito nel 1830 il primo Museo Patrio mentre nella chiesa di Santa Giulia nel 1882 venne allestito il Museo dell’età Cristiana. Ecco la spiegazione del nome dato alla via nel 1909.

Il Capitolium di Brescia

Mentre idealmente raggiungiamo piazza del Foro e il Capitolium, percorrendo il decumano massimo, si osservano facciate di splendidi palazzi abbelliti da altrettanto splendidi portali. Al visitatore attento, non sfuggono i giardini e le fontane che essi quasi gelosamente conservano ma che nello stesso tempo “concedono” ai nostri occhi.

Pensate che Brescia dopo Roma era la città più ricca di acqua, di fiumi e canali che hanno determinato non solo la sua conformazione urbana ma anche le sue origini.  Le fontane avevano inizialmente un ruolo importantissimo: la socializzazione. Nelle dimore signorili la funzione era decorativa.

Tornando ai nostri palazzi: in uno di questi, vi è una lapide in facciata a ricordo di Giuseppe Zanardelli, giurista e statista bresciano nato nel 1826 e morto nel 1903.

Uno dei palazzi più importanti è sicuramente Palazzo Martinengo Cesaresco. È possibile visitare al suo interno un vero percorso archeologico: un viaggio a ritroso nel tempo dall’età del Ferro al medioevo.  È un vero esempio di stratificazione della storia della città.  In piazza del Foro, uno splendido portale attira il nostro sguardo: il palazzo è Palazzo Martinengo Cesaresco al Novarino: il committente del palazzo fu Cesare IV Martinengo (lo troviamo rappresentato nella fontana del Nettuno all’interno del giardino). Lo stemma araldico della famiglia è l’aquila rossa in campo oro.

Palazzo Martinengo a Brescia – Foto di Wolfgang Moroder.

Siamo arrivati davanti al Capitolium: qui si onorava la Triade Capitolina: Giove Giunone e Minerva. Oggi vediamo la ricostruzione del pronao del tempio fatta negli anni 1938-45. Sul frontone è ben visibile l’iscrizione che menziona Vespasiano.

L’iscrizione che menziona Vespasiano al Capitolium di Brescia

4 sono i frammenti originali ricollocati e riconoscibili dal candore del calcare di Botticino: il tempio venne edificato nel 73 d.C.

Prima di questa data, Brescia fu Municipium Romanum e con Augusto (siamo nel 27 a.C.) diventa “Colonia Civica Augusta Brixia “. Inizia così la trasformazione di Brescia a livello urbanistico.

L’aspetto del Capitolium era sicuramente di notevole impatto visivo: in posizione rialzata rispetto al decumano, vi si accedeva da un’ampia scalinata e il candore del Botticino (un tipo di calcare locale) lo caratterizzava.

Nella cella centrale trovava posto la statua di Giove: doveva essere sicuramente maestosa: si stima una altezza di 4,70 metri. Oggi restano parte del torso, un braccio e le dita di un piede. Questa cella conserva murate tutta una serie di epigrafi: la collezione epigrafica di Brescia per numero è la terza in Italia dopo Roma e Aquileia.

Cosa ci raccontano queste epigrafi?

Beh, per esempio quali divinità venivano adorate non solo a Brescia ma anche nel suo territorio, i nomi di imperatori citati o in dediche o in monumenti e poi ancora, le stesse attraverso le iscrizioni funerarie offrono uno spaccato di quella che era la società.

Ma cosa si nasconde ancora sotto il Tempio Capitolino?

Vi erano delle domus? Brescia aveva un teatro?

Non sono solo domande ma anche stimoli per venire a Brescia dove sarò lieta di continuare con voi questo viaggio nella città romana.

Se invece la voglia che ho di continuare con voi anche solo idealmente questo viaggio non si fermerà, magari continueremo assieme nel mio prossimo articolo! A presto!


Sono Vanessa Marcolla, guida turistica abilitata per la lingua tedesca, iscritta con l’Associazione Arnaldo da Brescia, fondata nel 1986, la più attiva e conosciuta in città e provincia. Il mio ambito di lavoro è la città di Brescia, la sua provincia con i laghi (Iseo e Garda), la Franciacorta – rinomata terra di vini e patria indiscussa del Bollicine Franciacorta – e la Valle Camonica.
E’ in questa valle che risiedo da più di 20 anni: ho imparato ad amarla e apprezzarla, per la sua storia, legata soprattutto alle incisioni rupestri (Patrimonio UNESCO dal 1979), i suoi borghi, i suoi paesaggi montani.
Brescia, “La leonessa d’Italia” è la città che amo, ricca di storia, colpisce il visitatore per il bianco latteo del suo marmo di Botticino. Esso caratterizza chiese e palazzi. Al visitatore attento non sfugge il vicoletto nascosto, un particolare portale, un affresco che il tempo ancora non si è portato via.
Vi farò conoscere arte e storia, il buon cibo e il “saper bere bene”. Vi aspetto!
E-mail: vanessamarclla@gmail.com

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