Cos’è, come sceglierlo e come organizzarlo
L’ultima volta abbiamo parlato di alcune mete escursionistiche perfette per l’estate che si appropinqua (ovviamente con la primaria speranza che le restrizioni attuali vengano via via sempre meno), itinerari e destinazioni ideali per coloro che decideranno di vivere le proprie vacanze circondati dalla natura, privilegiando una forma di turismo cosiddetto “lento”.
Oltre alle singole mete che saranno scelte come “base” delle proprie escursioni, c’è un’ulteriore possibilità che, a mio modo di vedere, si sposa perfettamente con le nuove esigenze che questo periodo storico sta facendo nascere in ognuno di noi: la voglia di viaggiare ormai si interseca sempre di più con il bisogno di farlo con calma, in luoghi poco affollati, godendo a pieno di ogni giornata o istante trascorso lontano dalle mura di casa, divenute piano piano sempre più strette, tanto da farci sentire come chiusi in gabbia.
Ecco allora che a dare voce a questi desideri viene in soccorso una forma di escursionismo sempre più diffusa nel corso degli ultimi anni, arrivando ad essere, per molti, la principale tipologia di viaggio da organizzare più volte durante l’anno: il cammino.

Cos’è un cammino
Il cammino non è altro che un percorso di chilometraggio differente, articolato molto spesso su più tappe, che, nella maggior parte dei casi, ripercorre più o meno fedelmente le tracce di antichi percorsi frequentati nel passato da popoli, pellegrini o commercianti. È una rivisitazione quindi, in chiave moderna e prettamente turistica, di vie e itinerari che anticamente erano percorsi da chi, per diversi motivi, si spostava a piedi da una destinazione all’altra, andando molto spesso ben oltre l’attuale concetto di confine nazionale.
Il primo cammino che a tutti viene subito in mente non può che essere il cammino di Santiago di Compostela, frequentato ogni anno da milioni di pellegrini ed escursionisti. Per guardare più vicino, sbirciando in casa nostra, il più importante cammino in tal senso è sicuramente la Via Francigena, ovvero un insieme di altre vie, dette “vie romee”, che conducevano i pellegrini dell’Europa Occidentale attraverso il nostro Paese fino a Roma e oltre, verso il Sud Italia, da dove potersi imbarcare per la Terra Santa.
Negli ultimi anni, sempre per guardare all’Italia, i più importanti cammini che sono riusciti ad affermarsi sono la “Via degli Dei”, un cammino sui generis non direttamente legato a particolari avvenimenti storico-religiosi, che unisce Bologna e Firenze attraverso l’Appennino Tosco-Emiliano, e il “Cammino dei Briganti”, affascinante percorso che si snoda tra il Lazio e l’Abruzzo e che è in grado di spiegare molto del nostro Paese e delle sue divisioni dopo l’unità d’Italia.
La Via del Sale Monte Adone – Via degli Dei Recco
Perché scegliere un cammino
Scegliere un cammino come forma di vacanza o semplice fuga dalla quotidianità per qualche giorno, rappresenta una soluzione in grado di soddisfare molteplici desideri. Innanzitutto quello di vivere per un po’ di tempo all’aria aperta, ritrovando sé stessi e il rapporto con il proprio fisico in un contesto naturale e sano, sicuramente diverso da quello a cui siamo abituati.
Ma decidere di camminare lungo le orme tracciate da altri nel corso dei secoli ha un valore molto più intrinseco ed è in grado di farci viaggiare ben più in là rispetto alla nostra destinazione finale. Scegliere un cammino vuol dire entrare davvero in contatto con il contesto che ci circonda, cercando di comprenderne la storia, le tradizioni, le sfaccettature più varie, ben raffigurate in ciò che abbiamo intorno e nel volto e nella voce delle persone che incontriamo lungo il tragitto.
È forse questo l’aspetto più sincero e gratificante di un cammino: il contatto con gli altri. Che siano escursionisti provenienti da zone diverse o abitanti dei luoghi toccati lungo il tragitto, condividere con loro due chiacchiere, una cena o un caffè veloce prima di ripartire per la tappa successiva è il valore aggiunto di un cammino, dove desiderio di conoscenza e voglia di accogliere si incontrano perfettamente attraverso gesti veri e spontanei.

Come affrontare un cammino
Affrontare un cammino di più giorni non è una cosa semplice e tutto deve essere preso seriamente in considerazione prima della partenza.
Molteplici sono i fattori che incidono sul nostro modo di approcciare il viaggio e ognuno merita uno specifico approfondimento. A partire ovviamente dalla propria condizione fisica: sono in grado di camminare per più giorni, con lo zaino in spalla, dalla mattina alla sera, senza incontrare tante persone né avere sempre a disposizione le comodità proprie della vita di ogni giorno?
Il proprio livello di allenamento ha ovviamente un peso specifico in questo contesto, ma ciò che più è in grado di condizionare o meno la riuscita di un cammino di più giorni è la tenuta mentale. Entrambe le cose, per fortuna, possono essere allenate prima di affrontare un viaggio a piedi: organizzare escursioni di diversa durata e difficoltà, inserendo magari dei pernotti fuori, può essere sicuramente una valida forma di preparazione.
Se non si va con una guida, è necessario poi controllare bene il tracciato e dividere in modo razionale le diverse tappe: dove dormire, dove mangiare o poter fare approvvigionamento, cosa fare in condizioni di meteo avverse, dove trovare l’acqua, in quale punto trovare potenziali vie d’uscita sono solo alcune cose che è necessario tenere in debita considerazione nel momento in cui si prepara la partenza per un cammino. Serve tempo per affinare l’organizzazione, iniziando magari con i percorsi più corti e meno complicati.

Riguardo una cosa, però, non vi sono dubbi: le emozioni e i ricordi che è in grado di lasciare un cammino al viandante che ha deciso di intraprendere questo viaggio sono uniche e resteranno impresse a lungo nella sua memoria.
Sono Paolo, guida e vagabondo pieno di sogni e speranze. Non ho un’unica origine e la natura, in ogni sua sfaccettatura, è il luogo dove mi sento più a mio agio. La mia casa è ovunque e da nessuna parte, conseguenza di una vita trascorsa in posti diversi: l’Emilia, la mia terra natale; la Liguria, la mia casa; la Sicilia, a cui una buona parte delle mie origini è legata; l’Alto Adige, le cui montagne mi hanno catturato influenzando molte delle mie scelte. Tra cui quella più recente e forse più importante: diventare una guida. Perché come ogni buon vagabondo e chiacchierone, ho un sacco di cose che vorrei condividere e raccontare. Venite con me?!
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