Alla scoperta di Coimbra

Una realtà universitaria ambientata in un set cinematografico

Coimbra. Città degli amori. Città di canzoni. Città degli studenti.

Alle volte la vita riserva curiose sorprese. Si parte per fare una semplice esperienza di studi e si finisce per fare delle singolari scoperte. Dieci anni fa mi è successo proprio questo, mi sono trovato catapultato in un mondo che non saprei come definire se non… magico!

Cosa hanno in comune una piccola cittadina universitaria portoghese e il mago più famoso del nuovo millennio, Harry Potter?

La città di Coimbra, con i suoi quasi 145.000 abitanti, forse non tutti la conoscono, abituati per lo più a fatti e notizie legati alla capitale Lisbona o alla città di Oporto eppure, incastonata nella regione Centro del Portogallo, sorge su di una collina quella che un tempo fu la capitale dell’allora nascente Stato portoghese.
Il re D.Afonso Henriques la nominò capitale nel 1129 dopo Guimarães e così fu fino al 1385 quando poi lo divenne Lisbona.

A dire il vero il nucleo originario di quella che oggi è la città di Coimbra è a circa 20km dalla cittadina odierna, in una località chiamata Conimbriga, oggi sede di importanti rovine archeologiche romane (spiccano soprattuto i mosaici). La popolazione fu costretta a spostarsi verso un luogo più riparato dell’entroterra intorno all’anno 465, in seguito alle invasioni sempre più ricorrenti di popolazioni di origine barbarica. Questo luogo originario era chiamato Aeminium.

Prima di diventare capitale Coimbra non aveva un grande ruolo da protagonista nella storia portoghese, ma tutto cambia nel momento in cui viene fondata l’università. Corre l’anno 1290 quando il re D.Dinis decide di fondare quella che, secondo fonti Wikipedia, è la nona unversità più antica d’Europa fra quelle ancora in attività.
Un momento che segna la storia della città, facendola diventare il principale polo culturale del Paese, tant’è vero che venne definita Lusa-Atenas, ovvero l’Atene lusitana.
Bisogna ricordare che per i primi due secoli e mezzo questa università vedeva la sua sede divisa con Lisbona, fino all’anno 1537 quando il re D.João III decise di stabilirla definitivamente a Coimbra.

L’Università di Coimbra ancora oggi è il simbolo della città e al tempo stesso di una nazione intera.
Basti pensare che fino al 1911 questa è stata l’unica università esistente in Portogallo!
Tutti i più importanti personaggi della storia portoghese si sono formati al suo interno.
In Portogallo quando si pensa alla cultura, allo studio, l’unica cosa che viene in mente è Coimbra.

In un ambiente così fortemente impregnato di tradizione accademica non può non saltare all’occhio del visitatore una cosa che io ancora oggi, a distanza di quasi 10 anni dal mio arrivo, alle volte faccio fatica a vederla come normale: i mantelli neri.

Ebbene sì, gli studenti universitari a Coimbra girano con uniformi caratterizzate da varie componenti, fra le quali uno svolazzante mantello nero.
Chiamata formalmente Capa e Batina, la cui traduzione sarebbe “Mantello e Tonaca”, l’uniforme universitaria è parte integrante della storia accademica non solo della città di Coimbra ma anche delle altre università portoghesi. Ognuna con qualche variante nelle loro tradizioni ma tutte accomunate dal suo utilizzo.

Questa divisa deriva dagli indumenti religiosi dei chierici di un tempo in quanto, alla sua fondazione, solamente i membri ecclesiastici potevano essere ammessi come studenti. Ognuno vestiva in base alla regola del suo ordine e alla propria gerarchia ecclesiastica.
Con il passare del tempo questa divisa si è adattata alle esigenze storiche e anche stilistiche del momento, cambiando con lo scorrere dei secoli.
Oggi ogni università ne adotta una che differisce leggermente dall’altra, nella versione sia maschile che femminile. L’uniforme femminile è stata introdotta a partire dall’anno accademico 1915/16 negli istituti liceali di Lisbona e Oporto, diffondendosi nell’Università di Coimbra solo a partire dal 1951. Si differenzia dall’uniforme maschile in quanto le donne utilizzano una gonna al posto del pantalone.

Il negozio che negli ultimi 20 anni ha acquisito praticamente il monopolio delle vendite di questo settore, a Coimbra come in altre città, si chiama “A Toga”. Entrandovi sembra davvero di viaggiare indietro nel tempo, ci si perde tra mantelli e accessori vari dai più svariati colori che possono essere abbinati all’uniforme nelle giornate più importanti della vita accademica.
Molti curiosi, spesso turisti, scelgono di comprare l’intera divisa ma fate attenzione al prezzo, se si compra tutto il set completo dei migliori accessori può arrivare fino a 365 euro!!

A questo punto una domanda sorge spontanea: è obbligatorio utilizzare l’uniforme?

Beh, un tempo lo era. E la cosa era presa così seriamente che non indossarla, oppure indossarla in modo errato, poteva addirittura condurre lo studente alla prigione accademica.
Sembrerà strano, ma l’Università di Coimbra per secoli ha avuto anche una sua prigione accademica. Era una vera e propria sorta di Stato nello Stato.
Guai a far intendere che la si pensava diversamente dalle direttive generali.

Oggi i tempi sono cambiati e a partire dal 24 Ottobre del 1910, esattamente 19 giorni dopo l’istituzione della Repubblica portoghese, un decreto legge ne stabilisce il suo uso facoltativo.

L’utilizzo facoltativo dell’uniforme accademica, però, non ha cambiato le cose dal punto di vista pratico in quanto, almeno a Coimbra, la utilizzano praticamente tutti gli studenti almeno un paio di volte l’anno. Bisogna entrare nell’ottica che questa divisa per secoli ha identificato nella società lo studente. E se oggi l’università è più accessibile per tutti, un tempo non lo era affatto. Essere identificato come studente significava essere di buona famiglia, con un futuro roseo alle porte e quindi portatore di privilegi. Non era un caso se molte fanciulle del popolo, chimate Tricanas, sognavano di sposare uno studente, per loro sarebbe cambiata totalmente la prospettiva futura di vita.

Per queste ragioni ancora oggi molte famiglie impongono ai figli di comprare e mettere l’uniforme almeno nelle giornate di ricorrenza. Si rischia un caso diplomatico familiare se non lo si fa. Questo perché spesso i ragazzi crescono in famiglie che si riuniscono la domenica e parlano di quando il nonno l’aveva indossata, poi è toccato allo zio, al genitore e infine si parlerà di quando sarà il bambino di turno a crescere e a essere pronto per indossare la sua di uniforme.
Insomma non farlo potrebbe significare un vero e proprio affronto alla tradizione di famiglia.

Si possono trovare studenti con il mantello ovunque, in quanto la divisa può essere utilizzata sempre. E quando si parla di sempre in questo caso significa davvero sempre. Si trovano al supermercato, dal medico tra una lezione e l’altra, al bar, in discoteca ci sono serate apposite dove non paga l’ingresso chi si presenta vestito in questo modo, così come non paga l’ingresso chi la indossa per entrare allo stadio per assistere alla partita della squadra di calcio locale.
Insomma chi vive a Coimbra è come se stesse vivendo in prima persona la sceneggiatura di uno dei film di Harry Potter.
Ci si trasforma da spettatore ad attore protagonista.

Stiamo parlando solamente di casualità oppure c’è dell’altro in merito?

Sebbene a molti la notizia risulti quasi inedita, la scrittrice di Harry Potter, J. K. Rowling, ha vissuto in Portogallo.
In pochi conoscono questa fase della sua vita in quanto se si legge la sua storia, su qualsiasi sito internet, raramente viene menzionato questo capitolo della sua vita eppure la Rowling conosce molto bene la realtà accademica portoghese.

Si parla molto del suo attuale marito ma questo altri non è che il secondo marito della scrittrice. Il primo era l’ex giornalista televisivo Jorge Arantes. I due sono stati sposati dal 1992 al 1995. Matrimonio finito in maniera burrascosa, si parla addirittura di una violenza sessuale subita da giovane dalla Rowling. Violenza che il marito ha sempre negato.

Fatto sta che lei era qui, ha vissuto in Portogallo in qualità di insegnante di inglese ad Oporto e sa benissimo come e cosa fanno gli studenti durante il loro periodo di studio.

Entriamo meglio nei dettagli che messi assieme risulteranno fondamentali per lo sviluppo della storia narrata nei vari libri. Tanto per cominciare le varie facoltà si differenziano per colori, per esempio abbiamo medicina che è legata al colore giallo, la facoltà di lettere che è blu scuro, giurisprudenza che è rossa, economia che adotta il rosso e il bianco e via dicendo tutte le altre. Similitudine con lo smistamento degli studenti nelle varie casate dei libri ad opera del Cappello Parlante.

Passiamo poi al simbolo della città di Coimbra che è la torre universitaria, realizzata intorno al 1730, e che se vista di profilo mostra il volto di un gufo, simbolo protettore nel mondo intero di tutti gli studenti.
Per vedere l’animale bisogna fissare i due quadranti degli orologi allo stesso tempo in posizione frontale. Appariranno due occhi e l’architettura ondulata che fa angolo disegnerà un perfetto becco ricurvo verso il basso.
La torre viene chiamata “A Cabra”, proprio come il nome dell’animale tradotto in portoghese.
Il nome deriva da una delle quattro campane che un tempo scandiva l’inizio e la fine delle lezioni.
Il gufo è anche l’animale di Harry Potter, la famosa Edvige.

Coimbra
A Cabra: torre accademica simbolo della città di Coimbra. (Foto: Portugalão)

Esiste inoltre uno sport molto praticato in città che è il kayak-polo.
Non sapete come si gioca?
Beh è semplice, si tratta di formare due squadre che si sfideranno su dei kayak nelle acque del fiume cittadino Mondego. L’obiettivo è quello di segnare nella porta avversaria con una palla. La porta è posta a un paio di metri di altezza e il portiere deve parare … con il remo! È la copia perfetta del Quidditch, con la variante del kayak invece che di una scopa volante.
Tra l’altro nel 2019 si sono svolti gli Europei di questo sport proprio a Coimbra dove spicca un brillante terzo posto della nazionale femminile italiana. 

Coimbra
La nazionale italiana femminile di kayak-polo festeggia la medaglia di bronzo ai campionati europei 2019. (Foto: Portugalão)

Per tagliare la testa al toro e dissipare ogni dubbio, nei libri di Harry Potter esistevano quattro casate studentesche. Due riempivano solamente le pagine dei libri e raramente hanno trovato visibilità, ovvero Tassorosso e Corvonero, c’era poi la casata di Harry Potter che era Grifondoro e c’era quella che tutti “odiavano”, la casata dei cattivi di Serpeverde. Ma Serpeverde era solo il cognome del personaggio fantastico che dava il nome alla casata, il suo nome era Salazar, proprio come il dittatore portoghese che diede il via a circa 45 anni di politica di stampo fascista al Paese, terminata poi con la famosa Rivoluzione dei Garofani curiosamente lo stesso giorno in cui anche in Italia celebriamo la giornata della Liberazione: il 25 Aprile.
In questo caso però l’anno è il 1974.

Insomma se siete appassionati di Harry Potter o se avete in famiglia qualcuno che, come me, ha divorato ogni libro della saga, una tappa nella città universitaria di Coimbra è d’obbligo!

Coimbra
Fotografia di fine corso degli studenti della facoltà di giurisprudenza. (Foto: Portugalão)

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CARMINE PUGGILLO
Napoletano di origine, arrivo in Portogallo nel 2011 come molti altri giovani per il progetto Erasmus e me ne innamoro.
Laureato in Archeologia e Storia delle Arti, oggi sono guida turistica.
Odio il poco produttivo “turismo ignorante” di massa e per questo ho deciso di mettermi in proprio mostrando a modo mio, con gli occhi di un innamorato, quello che mi ha convinto a restare in un posto così piccolo.
Le leggende sono la cosa che più mi piace tramandare e le strade di Coimbra ne sono piene.

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