Due Riserve Naturali a due passi dal centro di Palermo
Se volete fuggire nel giro di pochi minuti dalla frenesia della città queste due escursioni fanno per voi. Per gli amanti della natura e dei paesaggi, la città di Palermo offre la possibilità di luoghi suggestivi tutti da scoprire coniugando bellezze paesaggistiche, relax e sport.
Un modo diverso di fare turismo, meno strutturato e lontano dai circuiti più conosciuti.
Per noi palermitani il monte Pellegrino è il “Monte” per antonomasia, la cui sagoma è stata infinite volte ritratta da artisti di tutto il mondo. È la rocca sacra che ha sempre protetto e difeso la città, luogo di piacevoli ricordi per tutti noi. Celebrato non solo da Goethe che lo definì, il “più bel promontorio del mondo” ma da tutti i viaggiatori che nel corso dei secoli sono passati per Palermo.

Un tempo era ricoperto di foreste, tanto che si racconta che durante le guerre puniche Amilcare Barca avesse lì riposato con le sue truppe all’ombra di giganteschi alberi. I greci lo chiamarono Ercta, in latino divenne mons Peregrinus (ostile) e poi gli arabi lo chiamarono Gebel Grin (monte vicino), infine per noi monte Pellegrino.
È un massiccio montuoso alto 606 metri sul livello del mare, con fianchi ripidi ricchi di fenomeni carsici, con grotte di interesse speleologico e paleontologico. Alcune cavità, tra cui Grotta Niscemi e Grotta delle Incisioni (Addaura), presentano testimonianze preistoriche di grande interesse: graffiti che raffigurano animali e figure antropomorfe. Le famose incisioni parietali vennero scoperte nel 1952; bellissima la scena che rappresenta una danza rituale, eseguita da uomini camuffati con maschere d’uccello con un lungo becco, attorno a due figure legate con delle corde e quindi costretti ad assumere una posizione dolorosa che li porterà all’auto strangolamento e alla morte per asfissia. Tale scena rappresenta un unicum nel panorama dell’arte rupestre paleolitica mondiale a causa del carattere narrativo di un evento specifico altrove del tutto assente.

La Riserva Naturale Orientata è stata istituita nel 1996 per difendere la biodiversità, copre un’area di circa 1.050 ettari e comprende la Real Tenuta del Parco della Favorita che si trova ai piedi del versante ovest del massiccio. Le specie più rappresentative della flora sono le orchidee endemiche, il leccio, il carrubo, il lentisco, invece i pini, gli eucalipti e i cipressi fanno parte del rimboschimento.
Le pareti rocciose ospitano rapaci diurni, come la poiana, il gheppio, il falco pellegrino e rapaci notturni come il barbagianni e l’allocco.
Tanti i sentieri che consentono di scalare il monte Pellegrino: il sentiero della “valle del porco”, “pizzo rufuliata”, “bosco Niscemi”, “pizzo volo dell’aquila, “scala nuova” ecc. La difficoltà varia da bassa, media e alta.


Il sentiero della valle del porco è quello che preferisco: difficoltà alta, lunghezza 1.68 Km, durata 2 ore e 30 minuti. Lungo la valle si attraversa un bellissimo paesaggio rupestre, si trovano resti di strutture rurali come un’edicola votiva che testimonia la vocazione “Sacra” del monte e il Gorgo di S. Rosalia, uno stagno dove si riproduce il rospo smeraldino siciliano. Proseguendo lungo il sentiero si arriva al Santuario di S. Rosalia, patrona di Palermo e luogo di pellegrinaggio per il popolo palermitano.

L’acchianata (la salita in dialetto) al monte Pellegrino è per noi un percorso fisico e spirituale dedicato alla Santuzza. Nella notte tra il 3 e il 4 settembre ha inizio il pellegrinaggio al Santuario; il rituale vuole che si scali a piedi il monte, che si dorma sul sagrato e che si offrano alla Santa ceri ed ex voto per grazia ricevuta. In generale nel corso di tutto il mese di settembre i fedeli percorrono l’antico sentiero che conduce alla grotta in cui Santa Rosalia si era rifugiata, nel XII secolo, per coltivare il suo amore per Dio.
Ma chi era questa fanciulla destinata a diventare così famosa e importante per noi palermitani?
Rosalia Sinibaldi apparteneva a una nobile famiglia palermitana di origini normanne, abbandonata la casa paterna entrò nell’ordine delle monache basiliane scegliendo la vita eremitica. Per circa 12 anni visse presso una piccola grotta, ancora esistente, che si trova nel bosco della Quisquina (Bivona, provincia di Agrigento). In seguito abbandona la grotta della Quisquina e decise di tornare a Palermo per rifugiarsi in un’altra grotta, ricca d’acqua, sul Monte Pellegrino. Nel 1624, mentre a Palermo infuriava la peste, lo spirito di Rosalia apparve in sogno ad una malata, e poi a un cacciatore. A lui Rosalia indicò la strada per ritrovare le sue reliquie, chiedendogli di portarle in processione per la città che fu così purificata e liberata dal morbo.
Santa Rosalia a Palermo è festeggiata due volte l’anno, cioè il 15 luglio anniversario del ritrovamento delle ossa e il 4 settembre giorno della morte della sua morte. “Viva Palermo e Santa Rosalia” grida dal carro trionfale il Sindaco, ogni anno, il giorno del cosiddetto “festino di Santa Rosalia”.
Il santuario di Santa Rosalia Il sentiero Scala Nuova
È la purificazione, la festa popolare, la consacrazione della gioia. È l’occasione perfetta per visitare Palermo ed immergersi in una atmosfera davvero unica!
Tornando ai percorsi della Riserva di monte Pellegrino potreste scegliere di “acchianare” percorrendo proprio quello religioso “Scala Nuova”, difficoltà media, lunghezza 3,70, durata 1 ora e 30 min. Lungo il percorso, che inizia da Largo Sellerio e termina al Santuario di Santa Rosalia, è possibile vedere cappelle votive di recente costruzione e pian pianino vi avvicinerete ad un edificio dal caratteristico colore rosa, il Castello Utveggio. È stato progettato dall’architetto Giovan Battista Santangelo (1933) per volere del cavaliere Michele Utveggio, divenne un albergo di lusso. Purtroppo l’impresa alberghiera non ebbe fortuna, il Castello fu abbandonato e la situazione precipitò con la guerra e l’utilizzo della zona da parte delle truppe fasciste prima, e di quelle alleate dopo ed infine negli anni Ottanta l’edificio venne acquistato dalla Regione Siciliana.

Giunti in cima concedetevi una pausa ed entrate all’interno della grotta dove furono rinvenute le ossa della Santa. È un luogo suggestivo, semplice, carico di spiritualità. Qui è custodita, sotto un baldacchino barocco, la statua di Santa Rosalia rappresentata nell’estasi del suo trapasso, scolpita da Gregorio Tedeschi. La Santa è rivestita di un meraviglioso manto tutto d’oro, donato dal re Carlo III Borbone nel 1748.

Questo luogo sacro merita la visita di ogni turista che viene in città!
La città di Palermo ingloba nel proprio tessuto urbano un’altra Riserva Naturale Orientata, quella di Capo Gallo istituita nel 2001.

Monte Gallo è un promontorio di natura carsica che si erge tra le borgate marinare di Mondello e Sferracavallo. La zona protetta ha tre accessi: uno parte da Sferracavallo (località Barcarello); un altro, il più comodo, parte da Mondello (via Piano Gallo); il terzo, il più difficile, parte da Partanna Mondello e sale per Pizzo Sella. Scegliendo quest’ultimo percorso si può arrivare sino a quota 541 m. s.l.m. al cosiddetto Semaforo, interessante costruzione militare di avvistamento.

La riserva è ricca di grotte, alcune delle quali hanno restituito importanti reperti archeologici e paleontologici: Grotta Regina, Grotta Perciata, Grotta delle Vitelle, Grotta dell’Olio ecc.

Le scogliere ospitano alcune piante esclusive di Capo Gallo come, lo Sparviere Siciliano, la Camomilla di Capo Gallo oltre al Limonio di Palermo. La sommità è ricca di lecci, lentischi, pini e cipressi.
Se volete passare una giornata immersi nella natura attrezzatevi di zaino, scarpe da trekking, acqua e qualche provvista e percorrete il sentiero Piano dello Stinco (località Partanna/Mondello), il più ripido ma anche il più bello per il panorama davvero mozzafiato. Scorgerete le isole Eolie, Ustica e San Vito lo Capo.
Il sentiero inizia da un cancello forestale che, dalla via Tolomea sale sul Monte e procede all’interno di un bosco di conifere e dopo circa un’ora di cammino arriverete al Semaforo. Alcuni pensano che il semaforo sia un faro, ma non è così. Ho accennato prima che si tratta di una postazione di vedetta della Reale Marina Militare Borbonica ed è dotato di apparecchiature atte alla trasmissione di ordini e di indicazioni ai vascelli di passaggio. In pratica regolava il traffico verso il porto di Palermo.
Oggi è diventato una sorta di santuario dell’eremita/artista Isravele, il cui nome letto al contrario diventa elevarsi. Infatti il percorso che porta al santuario è stato ribattezzato da lui “la Via Santa” e vi ha tracciato simboli religiosi affinché i credenti o le persone in genere avessero una guida per arrivare in cima. La sua missione è quella di salvare le anime degli uomini.
Nino, questo è il suo vero nome, faceva il muratore quando nel 1997 lascia la sua famiglia per ritirarsi sul Monte Gallo. Nel suo quartiere lo chiamavano “U Signuri”, poiché trascorreva le sue giornate a predicare e, da tempo, avvertiva il bisogno di isolarsi per vivere la sua vita nel silenzio e nella preghiera.
Il Semaforo, scelto come sua nuova dimora, è stato da lui rivestito, sia internamente che esternamente, da mosaici realizzati con tegole spezzate, vetro, ceramica, pietre ecc. Ci sono angeli, stelle a 5 punte, pecorelle, motivi floreali, cuori, simboli religiosi cristiani, ebraici e islamici.



Questo profeta dei nostri tempi vive senza corrente elettrica, ha una radio, un orticello, un forno e una cucina, realizzati da poco e a volte scende in città per comprare i viveri che spesso gli vengono regalati. Non è facile incontrarlo perché da sopra vede le persone in procinto di arrivare e fa sempre in tempo a nascondersi.
Ma se vi capita di andarci portategli del cibo o qualcosa che possa essergli utile.
In questo anno di pandemia in cui l’unico nostro sfogo è stato rifugiarsi nella natura molti palermitani hanno percorso la “Via Santa” e visitato questo luogo davvero unico.

Chissà se l’eremita ha gradito queste incursioni domenicali…penso di no!
Adesso dovete tornare giù e per farlo vi consiglio il sentiero che scende verso il Bauso Rosso e Coda di Volpe, evitando così di rifare la stessa strada, godendo dall’alto della vista sul meraviglioso golfo di Mondello.
Una volta arrivati in spiaggia, godetevi il meritato riposo e gustate una buonissima brioche con gelato. Qui da noi è un rito irrinunciabile!
Mi chiamo Paola Ponte e sono una guida turistica dal 1997, laureata in Storia dell’Arte, parlo francese, inglese e spagnolo. Vivo a Palermo dove svolgo principalmente la mia professione, abilitata inoltre per tutta la Sicilia.
Le tre parole che descrivono meglio il mio lavoro sono: passione, condivisione, bellezza. E’ un lavoro emozionante e non avrei potuto scegliere di meglio. Ogni giorno è diverso, nuove opportunità, straordinarie esperienze, la fortuna di conoscere persone nuove e condividere con loro l’amore per la mia terra.
La Sicilia è una terra antica, fatta di storia, arte, leggende, tradizioni e con una natura esplosiva. Ecco perché un viaggio in Sicilia è sempre una buona idea!
Per saperne di più leggi gli articoli che ho scritto per il blog e troverai tanti consigli utili per vivere un’esperienza unica!
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