Napolitudine, un viaggio dell’anima – Il centro storico di Napoli

Per cogliere appieno lo spirito Napoletano ed immergersi nella sua atmosfera più calda non si può cominciare che con una splendida passeggiata tra le viuzze del centro, cuore pulsante di questa città.

Piazza del Gesù, circondata da splendidi palazzi secolari, così chiamata per la presenza della chiesa omonima, la chiesa del Gesù Nuovo, nata agli inizi del XVII secolo per volere dei padri Gesuiti che realizzarono uno dei più alti esempi di barocco Napoletano, ma la sua singolare facciata, atipica per una chiesa, rivela il suo passato da palazzo nobiliare appartenuto alla famiglia Sanseverino che lo fece costruire nel XV secolo. Facciata che nasconde segreti arcani legati all’esoterismo, alla magia e all’antica arte dei maestri pipernieri.

Piazza Gesù Nuovo

A fronteggiare la bellissima Chiesa del Gesù ecco un più antico e più pregiato Complesso Monastico, la Chiesa di Santa Chiara, sorta agli inizi del 1300 per volere del Re Roberto D’Angiò e la sua seconda moglie la Regina Sancia Di Maiorca. Inizialmente realizzato in forme gotiche, venne trasformato completamente con rivestimenti barocchi, ma oggi si presenta ai visitatori in uno stile neogotico, realizzato e ripreso dopo la seconda guerra mondiale quando durante un catastrofico bombardamento il 4 agosto del 1943 la chiesa fu fortemente danneggiata.

Ed è qui che si trova uno dei più spettacolari chiostri tutto ricoperto di maioliche, opera di maestri “riggiolari”, la famiglia Massa. La chiesa nasconde un tesoro prezioso, le rovine di un antico complesso termale costruito in epoca romana, quando questa zona della città risultava essere “extra moenia”, al di fuori delle mura della città.

Sì perché Napoli con le sue strette viuzze che si intersecano in modo regolare, rivela la sua antica fondazione di origine Greca e poi romana dove le moderne stradine non sono altro che il frutto dei cardi e decumani della vecchia Neapolis, da qui il nome Napoli che indica la nuova polis o nuova città per distinguerla da Palepolis (vecchia polis) anche conosciuta come Parthenope, nata dalla leggenda della Sirena Parthenope che non essendo riuscita a far impazzire Ulisse d’amore, decise di lasciarsi morire e il suo corpo ritrovato sulle sponde di questo splendida costa, dove i Greci in suo onore, fondarono la nuova città.

Anche la famosa Spaccanapoli, chiamata così perché divide Napoli in due zone, non è altro che un decumano della città antica. Ad ogni angolo di queste viuzze piene di negozi moderni sono visibili colonne capitelli e elementi di spoglio di antichi monumenti, incastonati nei palazzi monumentali a rivelarne il suo glorioso passato.

Spaccanapoli

Attraversando Spaccanapoli o via Benedetto Croce, con ai lati i bellissimi portali dei palazzi nobiliari, si giunge a Piazza san Domenico, anch’essa chiamata così per la presenza del convento di San Domenico Maggiore costruito in epoca medievale su di una chiesa ancora più antica di epoca romanica, la chiesa di San Michele Arcangelo a Morfisa. Su questa piazza si affacciano palazzi costruiti in diverse epoche storiche, da Palazzo Petrucci a Palazzo di Casacalenda passando per palazzo Corigliano, oggi sede dell’Università Orientale.

E poco distante Palazzo Sansevero appartenuto alla famiglia Di Sangro, i famosi principi di Sansevero, i quali fecero costruire la splendida cappella di famiglia oggi sede di uno dei più insigni capolavori di scultura partenopea il “Cristo Velato”, opera di Giuseppe Sanmartino realizzato nel 1753.

La Cappella fu ristrutturata per volere del principe Raimondo conosciuto per la sua appartenenza alla massoneria e per le leggende che gravitavano introno alla sua persona, secondo le quali fosse un mago e un alchimista.

Proseguendo sul decumano inferiore, meglio conosciuto nella sua seconda parte come San Biagio dei Librai, si incontra una antica statua raffigurante il dio Nilo, ed è qui che anche la toponomastica delle stradine dimostrano che questo luogo in passato fosse abitato dagli Alessandrini giunti qui dall’Egitto per favorire gli scambi commerciali tra oriente e occidente. E qui in questo piccolo slargo si trova il bar Nilo che conserva in un altarino, una delle reliquie più importanti per i napoletani, il capello di Maradona, il famoso calciatore argentino, oramai scomparso, considerato come il “santo” protettore della squadra del Napoli.

L’altarino dedicato a Maradona

Lungo la seconda parte di Spaccanapoli si notano negozi che vendono articoli sacri che annunciano la presenza di una delle più conosciute strade del centro: Via San Gregorio Armeno.

Via San Gregorio Armeno – Foto da Wikipedia

Questa strada è affollata di negozietti artigianali che da secoli realizzano i pastori per i presepi, una tradizione che si tramanda di generazione in generazione, dove ai pastori nati e realizzati con la stessa tecnica settecentesca, si mischino e si confondono a statuine che riproducono personaggi famosi contemporanei, per quel misto tra sacro e profano tipico tutto partenopeo.

Via San Gregorio Armeno prende il nome dalla splendida chiesa barocca e dal convento che per secoli ha ospitato le più ricche rappresentanti di famiglie nobiliari, costrette alla clausura perché nate come secondogenite.

Percorrendo Via San Gregorio si arriva a piazzetta San Gaetano, considerata dagli storici come il cuore della vecchia Neapolis, l’agorà o il foro, perché è qui che si trovavano i più importanti edifici pubblici come il tempio dei Dioscuri, il macellum ed i teatri.

I resti di queste costruzioni sono ancora visibili in percorsi museali appositamente realizzati, come la “Napoli Sotterrata” dove al di sotto del bellissimo convento  di San Lorenzo Maggiore si trovano i resti del macellum, l’antico mercato di epoca romana oppure la “Napoli Sotterranea”, dove grazie ad un percorso di circa 1 ora e mezza si possono ripercorrere gli antichi acquedotti della città che conservano testimonianze e reperti della seconda guerra mondiale e vedere alcuni archi dell’antico teatro romano.

Da qui si può proseguire lungo il decumano maggiore o meglio conosciuto come via tribunali per gustare il “Neapolitan street food” nei ristorantini, pizzerie o pasticcerie e così fino a via Duomo per scoprire la Cattedrale da tutti erroneamente conosciuta come la Chiesa di san Gennaro, ma dedicata alla Madonna Assunta.

Ed è qui che nella splendida cornice barocca della cappella dedicata a San Gennaro avviene il miracolo della liquefazione del sangue del Sommo Patrono della città a cui appartiene uno dei più ricchi tesori del mondo, frutto di donazioni e lasciti di re e nobili fatti nel corso dei secoli.


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Ciao, sono Roberta Paparo, guida turistica della Regione Campania dal 2011 e laureata in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali. Amo il mio lavoro perché adoro la mia terra e tutto ciò che di bello ha da offrire.
Lavorare come Guida mi dà al possibilità di studiare e scoprire aspetti sempre nuovi ed interessanti del territorio campano, dalle bellezze storico-artistiche a quelle del paesaggio, dalle tradizioni popolari e folkloriche alle leggende e ai miti, rinnovando le mie conoscenze e visitando luoghi diversi ogni giorno.
Inoltre, amo anche l’arte a 360°, dalle arti figurative al teatro, dalla danza alla musica. Proprio per questo, recito  nella compagnia teatrale amatoriale “Gli ardisti” da oltre 20 anni ed ho partecipato a diversi laboratori teatrali che mi hanno aiutata anche nell’approcciarmi in modo diverso rispetto ad una semplice visita guidata, cercando di coinvolgere i turisti in una esperienza che gli permetta di essere protagonisti e non passivi ascoltatori, con la speranza che tornando a casa possano portare con sé un po’ di Napoli nel cuore.

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