Siviglia arte e passione – Il fiume Guadalquivir e i suoi ponti

La storia di Siviglia s’intreccia con quella del suo fiume, il Guadalquivir. Chiamato Betis in epoca preromana, il fiume fu denominato Wad al-Kibir (Fiume Grande) dagli arabi.

Vista del fiume dalla Torre dell’Oro

In epoca romana, quando la gran ricchezza della Betica, una delle province in cui venne suddiviso il territorio della penisola iberica, si basava sulla produzione e commercializzazione di olio e grano, il Guadalquivir divenne una via di trasporto fondamentale e lungo le sue rive si sviluppò un’importante attività economica. 

L’attività del fiume raggiunse il suo apogeo dopo la scoperta dell’America. Siviglia divenne “porto e porta delle Indie” e le navi cariche delle ricchezze provenienti dal Nuovo Mondo, oro, ma soprattutto argento, risalirono il Guadalquivir per oltre 200 anni. I Re Cattolici, Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, attribuirono, infatti, al porto di Siviglia il monopolio negli scambi commerciali con le Americhe.

Il grande traffico commerciale di quell’epoca è testimoniato anche da alcuni relitti identificati nei fondali del fiume: la San Bartolomé, una nave proveniente da Porto Rico che naufragò all’altezza di Coria del Río nel 1553 e la San Antonio, naufragata all’altezza di San Juan de Aznalfarache nel 1571, ne sono un esempio.

Le acque di questo fiume andaluso scorrono per 657 km dalla Sierra di Cazorla, in provincia di Jaén, dove il fiume nasce, fino a Sanlúcar di Barrameda, in provincia di Cadice, dove il fiume sfocia nell’Oceano Atlantico. Tra Siviglia e il suo amplio estuario troviamo una vasta zona lagunare conosciuta come “Marismas del Guadalquivir”.

Come tutte le città fluviali, Siviglia deve molto al suo fiume nel bene ma anche nel male. Innumerevoli sono state le inondazioni che si sono succedute nel corso dei secoli.

Per ridurre il rischio di possibili straripamenti, nel XIX secolo s’interrò uno degli affluenti del Guadalquivir, il Tagarete. Fu però nel secolo successivo quando si deviò verso occidente il corso del fiume principale e si creò una darsena denominata Canale di Alfonso XIII, in quello che era stato il suo antico alveo.

Questo braccio morto del Guadalquivir, lungo circa 13 km, attraversa oggi i quartieri più antichi della città.

Siviglia conta con l’unico porto interno della Spagna che dista circa 90 km dall’oceano e il cui raggiungimento richiede cinque ore di navigazione.

La navigazione commerciale si realizza attraverso un canale denominato Eurovia Guadalquivir che appartiene alla rete europea delle vie navigabili.

Le installazioni dell’area portuale di Siviglia sono situate lungo la darsena. Qui si realizzano le operazioni di carico e scarico delle merci.  

Per facilitare la navigazione fino al porto e per far sì che il fiume mantenesse una portata costante senza subire l‘influenza delle maree, nel 1949 si costruì una chiusa all’inizio della darsena.

L’incremento del traffico marittimo nel porto di Siviglia rese necessaria la costruzione di una nuova chiusa, inaugurata nel 2010, che permise l’accesso di navi con maggior pescaggio. Con una lunghezza di 434 m questa permette l’ingresso di navi con dimensioni massime di 290 m di lunghezza e 39 m di larghezza con una portata lorda pari a 20.000 tonnellate.

La chiusa funziona come un “ascensore”, la nave si colloca tra le due paratoie e, modificando il livello dell’acqua al suo interno, la nave scende o sale alla quota desiderata. Come già accennato, la chiusa previene anche le inondazioni essendo utilizzata come una barriera di contenimento.

Il braccio del Guadalquivir che attraversa Siviglia, è sormontato da nove ponti, sei dei quali furono costruiti in occasione dell’Esposizione Universale del 1992.

Il più meridionale e imponente è quello del Centenario (Puente del Centenario), lungo circa 2 km e alto 120 m.

Il Ponte di Los Remedios (Puente de los Remedios) fu inaugurato nel 1968 dal dittatore Francisco Franco e per questa ragione fu conosciuto, in passato, come Ponte del Generalissimo. È qui che troviamo il porto turistico di Siviglia, con la sua invidiabile posizione, a soli pochi metri da Piazza di Spagna e a pochi minuti a piedi dal centro storico della città.  

Puente de Los Remedios

Percorrendo il Molo di New York, da cui partivano le navi che collegavano Siviglia con la città statunitense, raggiungiamo il Ponte di San Telmo che deve il suo nome al Palazzo oggi sede della Presidenza del Governo Andaluso.  Questo ponte, inaugurato nel 1931, era in origine, mobile e permetteva alle navi di raggiungere i moli del centrale quartiere dell’Arenal. Nel 1960 se ne modificò la struttura, da mobile a fisso. L’attività portuaria si spostò quindi verso sud.

Puente de San Telmo

Il ponte di Isabella II, conosciuto come Ponte di Triana, è il più antico di Siviglia. Inaugurato nel 1852, è oggi uno dei simboli della città.

Puente de Triana

Due ingegneri francesi Steinacher e Bernadet progettarono questo ponte di ferro ispirandosi al parigino Carrousel, oggi non più esistente.

Fino a quel momento l’unico collegamento tra le due sponde del Guadalquivir era stato un ponte di barche, costruito nel 1171 dal califfo almohade Yusuf.

Questo ponte era costituito da una passerella che poggiava su undici chiatte di legno. La sua fragilità rese necessari continui lavori di manutenzione nei suoi sette secoli di vita.

Se proseguiamo la nostra passeggiata lungo il fiume, giungeremo al Ponte del Cristo dell’Espirazione (Puente del Cristo de la Expiración), inaugurato nel 1991, con le sue vele bianche che coprono la parte pedonale.

Puente de Cristo de la Expiracion

Il suo progettista fu José Luis Manzanares, ingegnere di Triana, che prese come modello il ponte di Alessandro III di Parigi.

Altro ponte costruito in occasione dell’Expo del ’92 è la passerella della Cartuja, di 235 m di lunghezza e 11 m di larghezza. La sua semplicità ha lo scopo di non rubare la scena al Monastero della Cartuja che si trova proprio alle sue spalle e che fu utilizzato come padiglione reale durante l’Esposizione.

Il Ponte della Barchetta (Puente de la Barqueta) fu concepito come accesso principale all’area dell’Expo. Il grande arco di acciaio forma alle estremità dei portici triangolari.

Puente de la Barqueta e Puente del Alamillo

Il ponte più settentrionale dei nove che sormontano il canale è quello dell’Alamillo (Puente del Alamillo), la cui forma ci ricorda un’arpa alta 140 m. I tredici grossi tiranti sono ancorati a un unico pilone fa da contrappeso alla struttura. Il suo disegno, la sua integrazione nel paesaggio e la combinazione di tecnologia, ingegneria e arte rendono quest’opera una delle più rappresentative di Santiago Calatrava.

Il Guadalquivir e le sue sponde pullulano di vita. Il fiume è considerato la terza “pista vogabile” al mondo per la pratica del canottaggio e famosi canottieri di tutto il mondo vengono ad allenarsi nelle sue acque.

Battelli e piccole imbarcazioni permettono di realizzare mini-crociere lungo il fiume per rilassarsi e godersi la bella vista dei monumenti che vi si affacciano.

Il fiume ha sempre avuto un ruolo importante non solo nella storia di Siviglia, ma anche nella vita dei sivigliani che sono cresciuti a stretto contatto con questo corso d’acqua. I magici tramonti dal Ponte di Triana, le passeggiate o il jogging praticato sul lungofiume, le piacevoli domeniche trascorse in famiglia nel parco dell’Alamillo, appartengono ai ricordi indelebili di ogni sivigliano.


Sono Giusy Serraino, guida accreditata dalla Junta de Andalucía. Nel 1994 ho iniziato la mia carriera professionale lavorando come accompagnatrice turistica in giro per la Sicilia. Nel 2008 mi sono trasferita a Siviglia. Qui, grazie alla mia professione, continuo a coltivare le mie più grandi passioni, l’arte e la storia. Accompagno gruppi e clienti individuali alla scoperta di questa splendida città, di cui mi sono innamorata fin dal primo istante. Per me sarà un piacere farti conoscere la Siviglia più autentica!

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