L’appetito vien visitando!
Quando si viaggia, il primo pensiero è sempre rivolto ai meravigliosi luoghi che si visiteranno, ai palazzi, alle piazze monumentali, ai luoghi che parlano della cultura e della gente locale. Insomma, tutti sogniamo di tornare a casa con un bagaglio carico di emozioni vissute, legate ad ogni luogo e ad ogni esperienza.
La Sicilia è un luogo in cui, quando si arriva, o la si ama subito…. o si impara ad amarla dopo pochi minuti! Ma vi garantisco, bastano già poche ore per desiderare di non andare più via. Perché la Sicilia è un’isola da “vivere”, non solo da visitare. E’ un’isola che è tutta un’ESPERIENZA, da vivere con tutti e cinque i sensi.
La si guarda tra gli scorci delle strade del centro storico, la si ascolta nel dialetto sonoro e nelle urla dei venditori al mercato che ‘abbannìano’ la bontà della loro merce; la si odora già a mezzogiorno passando per le viuzze inondate di profumi di soffritto e di condimenti …o nel profumo del mare passeggiando lungo la costa rocciosa che sa di macchia mediterranea e fichidindia; la si gusta nel cibo di strada unto e saporito o in osteria, in taverna, in cantina…
Ecco ..la si gusta!! E non si può dire di aver davvero visitato la Sicilia se non si assaggia almeno una delle specialità locali accompagnata da un bicchiere di buon vino. Fenici, Greci, Romani, Arabi e Spagnoli, tutti hanno contribuito a lasciare qualcosa della loro cultura per il piacere del nostro palato.
Cominciamo dalla colazione. A Palermo si entra in un bar per colazione e si ha la sensazione di doverci restare fino a cena! …perché il banco con le prelibatezze tra cui scegliere è pieno di cibo sia dolce che salato. Non aspettatevi solo il classico ‘cornetto’ (quello che altrove potrebbe chiamarsi ‘brioche’) farcito con ogni tipo di crema che la fantasia dolciaria possa realizzare. Tutt’altro che leggera, la colazione con il fritto palermitano è un must al quale non si può rinunciare: iris fritta con ripieno di immancabile ricotta (una brioche chiusa ripiena di crema di ricotta… panata e fritta!!), ma per chi tiene alla linea, la bomba si può scegliere anche ‘al forno’.


L’immenso universo della rosticceria spazia dal dolce al salato, ed è lì che gli occhi si sgranano increduli tra la stranezza e la voglia di sperimentare. Quadrati, triangolari, ovali e rettangolari, di tutte le forme e di tutti i gusti, dal semplice calzone (immancabile anche in versione fritta) con prosciutto e mozzarella, alle più sostanziose ravazzate (brioches con ripieno di ragù di carne), alle pizzette con formaggio e spinaci. A colazione fatta, se qualcosa è rimasta nella wishlist non resta che aspettare che il languorino torni a farsi sentire, a qualsiasi ora del giorno, oppure rimandare alla prossima colazione. La rosticceria è venduta ovunque in tutta la città.

In estate invece una colazione fresca fa sentire più leggero il peso della calda giornata che sta per iniziare: ed ecco una coppa con la regina della freschezza, la granita, servita con panna e brioche col tuppo.


Se durante la mattina arriva la voglia di qualcosa di dolce, è l’ora di un cannolo, rigorosamente con ricotta, o di uno di quei dolcetti che una volta si preparavano in convento, a base di mandorle e miele o fichi, aromatizzati con arancia e cannella. Qui si percepiscono i sapori maghrebini, tramandati dalle donne arabe entrate nei conventi e convertitesi alla religione cristiana dopo la conquista normanna. Nel XII secolo le suore entrarono a conoscenza di molte ricette arabe, facendole proprie, come la ricetta del marzapane, che in Sicilia chiamiamo ‘pasta reale’, ovvero pura pasta di mandorle che nelle pasticcerie si trasforma in coloratissimi frutti: la frutta di martorana, che prende nome proprio da quella splendida chiesetta arabo-normanna nel cui convento le suore realizzarono, nel giugno del ‘500, delle arance in pasta di mandorla per decorare gli aranci spogli del loro giardino in occasione della visita di re Carlo V di Spagna.

Ad ora di pranzo la migliore occasione è fermarsi a gustarlo in mezzo ai colori e ai profumi di uno dei mercati storici. Al Capo, a Ballarò, alla Vuccirìa o al Borgo Vecchio, lo Street food propone cibi caldi o freddi preparati e venduti in banchetti mobili, disseminati anche in ogni angolo della città, da consumare mentre si cammina o giusto seduti all’aperto in situazioni che definiremmo ‘spartane’. La tradizione del cibo di strada arriva dai Romani. Ormai in molti conosciamo la presenza di Thermopolium nelle antiche città romane, e in Sicilia ne abbiamo mantenuto il concetto piuttosto vivo, pur avendolo contaminato con piatti provenienti da altre culture, soprattutto quella araba ed ebraica.
Tra le bancarelle di pesce, carne, frutta e verdura (disposte come gioielli in vetrina), per il ‘take-away’ siciliano c’è l’imbarazzo della scelta, quasi tutto rigorosamente fritto, con olio EVO o con strutto (a’ sugna). Un pentolone pieno d’olio mostra dei quadrati giallo-oro che galleggiano in frittura: sono le panelle, croccantifrittelle piatte di impasto di farina di ceci che andranno in mezzo ad una pagnottella di buon pane siciliano assieme ai cazzilli di patate al profumo di menta.

Girandoci intorno si scorgono anche venditori di verdure fritte in pastella, oppure la frittula, avanzi di carni e cartilagini fritti nella nello strutto e serviti in un foglio di carta oleata o in mezzo a un panino. C’è un signore che urla “chi ciavuru” (‘che odore’ in siciliano) ….ma che venderà mai?! Una pizza strana, si chiama sfincione, (foto 6) dall’impasto soffice e condito con pomodoro, cipolla, acciughe e caciocavallo. Sì, in effetti il profumo è davvero inebriante!
Non manca nemmeno il pesce: c’è qualcuno che in piena piazza prepara il polpo bollito, che viene tagliato a tocchetti e servito al piatto pronto al consumo stile ‘finger food’ per un tuffo al sapore di mare.

Seppur anch’essa fritta, l’arancina incontra i gusti di molti: in una sola palla di riso panata, farcita con ragù (versione a’ ccarne), o prosciutto e mozzarella (versione a’ bburro), o spinaci e cento altre varianti si gusta un veloce pranzo (o merenda) mentre si continua a passeggiare.
C’è davvero l’imbarazzo della scelta …ma non si può perdere il re dello street food: u’ pani ca meusa ovvero il panino con la milza, dapprima bollita e poi fritta in strutto servito ‘schietto’ (con ricotta) o ‘maritatu’ (con il formaggio caciocavallo). Un sapore forte e deciso, è vero, ma che vale la pena di provare.

E direi che sia anche ora di berci su qualcosa, ma non di certo la Coca-Cola!! In Sicilia tutto parla siciliano, quindi anche le bevande. E dopo tali gusti forti, una bevanda digestiva a base di agrumi ci sta: l’immancabile gazzosa o la Spuma. Per chi, invece, preferisce la birra, non può che avere l’imbarazzo della scelta tra le innumerevoli versioni artigianali e locali ai sapori di Sicilia.
Si avvicina la sera e stranamente sembra esserci molta nebbia per le strade di Palermo…
Ma no, è pomeriggio ed è ora di merenda (o aperitivo) e le strade si inondano di fumo profumante di arrosto. Eccola in pieno, la tradizione maghrebina dell’arrosto di interiora in banchetti per strada che tiene viva la tradizione araba. Sono le stigghiole ( budella di vitello avvolte allo scalogno) arrostite alla brace, servite con sale e limone… e mangiate proprio lì, ancora fumanti, con tre dita della mano e portate direttamente in bocca, per un viaggio sensoriale verso le campagne restando comodamente in città.


E’ sera. Si inizia a pulire banchi e strade, i mercati chiudono e le varie attività, accompagnati dal sole al tramonto, salutano i visitatori di oggi… aspettandoli ancora domani per un altro viaggio sensoriale tra piazze, monumenti ed il gusto della cultura siciliana.
Sono Loredana Cannova, guida Turistica Sicilia, abilitata in francese e inglese. Appassionata viaggiatrice fin da bambina, mostro il legame con la mia terra anche nelle vesti di youtuber e decoratrice in cui esprimo l’energia dei suoi colori e tradizioni.
Partendo dal concetto che la Sicilia sia da vivere con tutti e 5 i sensi, vi svelerò il fascino della Sicilia attraverso aneddoti storici ed intrecci culturali… ma le mie grandi passioni sono Street food e tradizioni popolari: non lascerò mai andar via un visitatore senza avergli fatto vivere l’esperienza del buon cibo siciliano.
Passeggiate per Palermo o Tour di Sicilia, vi faranno lasciare quest’isola con la voglia di tornare.
Email: loredanacannova@gmail.com
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