Reggio Emilia è una di quelle città che non sempre figurano sulla mappa del turista che decide di spendere qualche giorno in giro per il nostro Paese. Riconosciuta per tante e importanti particolarità, non rappresenta certo una meta turistica in cima alla “bucketlist” della maggior parte delle persone.
Ma Reggio conserva un fascino tutto suo, in molti aspetti condiviso con le altre città che sorgono ai lati della Via Emilia, in molti altri assolutamente unico e caratteristico.
Tra questi c’è sicuramente quella terra di mezzo tra la Pianura Padana e l’Alto Appennino Tosco-Emiliano, distante poche decine di minuti dal cuore della città e capace, in un solo momento, di trasportare il passante in un contesto così diverso e particolare tanto da richiamare specifiche e più rinomate zone d’Italia non troppo lontane da qui.
Alla vista si aprono improvvisamente dolci e armoniosi pendii verdi, solcati dal passaggio dei trattori e delimitati dalla presenza di alberi isolati, la cui unica funziona sembra quella di fornire ombra a chi vuole godere di tutto questo in una calda giornata estiva. E ancora piccoli borghi dominati da campanili di pietra, fattorie e balle di fieno adagiate sul terreno, spettatrici privilegiate di un panorama mozzafiato che non perde mai di vista le vette più alte dell’Appennino non troppo lontano.
In questa splendida cornice tutto è perfettamente incastonato all’interno di un quadro che riesce a trasmettere prima di tutto pace e serenità.
La Pietra di Bismantova
Così è per la Pietra di Bismantova, qull’enorme masso a forma di nave che si staglia, inconfondibile, tra le colline reggiane poco sopra l’abitato di Castelnovo ne’ Monti. Un luogo dai contorni mistici, abitato da millenni e apprezzato persino da Dante, tanto da citarlo all’interno della Divina Commedia.


La Pietra ha sempre esercitato un fascino particolare sull’uomo e ancora oggi è meta di moltissimi appassionati, escursionisti e pellegrini. Le sue pareti verticali offrono innumerevoli possibilità ai climber provenienti da ogni parte d’Italia e d’Europa; la sua sommità, una volta luogo di pascolo, è il posto ideale per un pic-nic rilassante al cospetto delle cime più alte dell’Appennino.
Visitare la Pietra, a piedi o in bici, è qualcosa da fare assolutamente almeno una volta. Le escursioni sono tante, indipendenti o parte di cammini più lunghi (come il Sentiero Spallanzani) e il contesto all’interno della quale la Pietra sorge, offre tante opportunità differenti: piccoli borghi, luoghi di culto, agriturismo, locande e soprattutto le latterie che producono l’oro di questa terra, il Parmigiano Reggiano. Una perla incastonata nella Natura a pochi minuti dalla pianura.
Le terre di Matilde di Canossa
Lo stesso può dirsi di quello straordinario angolo di paesaggio calanchivo poco sopra l’abitato di Ciano d’Enza, esattamente al confine tra la provincia di Parma e Reggio Emilia.

Siamo nelle terre di Matilde, nel territorio di Canossa, dominato dalla presenza di torri medievali e castelli che si ergono dall’alto dei promotori sui quali sono stati costruiti.
Un angolo incredibilmente affascinante della collina reggiana, ricco di storia che ancora oggi si può vivere e respirare attraversando questi borghi e camminando lungo questi sentieri.
Su tutti, tra i calanchi che segnano inconfondibilmente il terreno, svettano i castelli di Canossa e Rossena, roccaforti testimoni di epoche e avvenimenti che hanno segnato la storia dell’uomo.
Il Castello di Canossa, eretto prima dell’anno 1000 da Adalberto Atto (bisnonno di Matilde) e oggi visibile nei ruderi rimasti e recuperati attraverso opere di restauro, fu dimora di Matilde ed è attrazione in grado di richiamare molti curiosi provenienti da ogni dove. Lo stesso può dirsi per il “dirimpettaio” Castello di Rossena, costruito poco dopo (insieme ad altri castelli e torri nella zona) con il principale intento di difendere, secondo una precisa e articolata strategia militare, la sede centrale del potere, rappresentata appunto dalla roccaforte di Canossa. A differenza di quest’ultimo, il Castello di Rossena è rimasto perfettamente conservato.
Ai piedi dei due castelli sorgono tanti piccoli borghi raggiungibili attraverso sentieri e itinerari ad anello che attraversano i calanchi tra vigneti, fattorie e laghetti di acqua sorgiva. Un’escursione qui intorno con sosta in locanda può essere il modo migliore per trascorrere una Domenica di pace e relax.
Votigno
Un altro punto caratteristico incastonato nella collina alle spalle di Reggio Emilia è Votigno, minuscolo borgo Medievale poco lontano da Canossa con il quale è fortemente legato.
Le sue vicissitudini sono strettamente connesse con i luoghi e i fatti avvenuti poco distante: a Votigno infatti si nascondevano i soldati di Matilde, pronti ad accorrere in difesa del castello ogniqualvolta fosse necessario.

Fortificato e incastonato tra le colline è stata successivamente la casa di tante genti: contadini, pellegrini e monaci. Recuperato a metà del secolo scorso, Votigno è oggi uno dei borghi più belli d’Italia e patrimonio UNESCO.
La sua particolarità principale, che trova origine a metà degli anni ’90, è data dalla presenza al suo interno di un monastero buddista. Votigno ospita infatti “La Casa del Tibet”, struttura inaugurata dal Dalai Lama in grado di accogliere monaci e persone che vogliono pregare e immergersi nella cultura tibetana. All’ingresso del borgo sono presenti diverse statue del Buddha e nel borgo sorge un museo che consente di apprezzare e comprendere la religione buddista e la vita tibetana.

Un gioiello immerso nella collina reggiana, molto spesso dimenticato, che consente a chi lo visita di viaggiare nel tempo, assaporando allo stesso tempo l’aspetto più mistico che lo contraddistingue.
La collina reggiana è questo e molto altro ancora: un’affascinante oasi di pace non lontano dalla pianura costruita e industrializzata. La Natura e la storia a portata di mano!
Sono Paolo, guida e vagabondo pieno di sogni e speranze. Non ho un’unica origine e la natura, in ogni sua sfaccettatura, è il luogo dove mi sento più a mio agio. La mia casa è ovunque e da nessuna parte, conseguenza di una vita trascorsa in posti diversi: l’Emilia, la mia terra natale; la Liguria, la mia casa; la Sicilia, a cui una buona parte delle mie origini è legata; l’Alto Adige, le cui montagne mi hanno catturato influenzando molte delle mie scelte. Tra cui quella più recente e forse più importante: diventare una guida. Perché come ogni buon vagabondo e chiacchierone, ho un sacco di cose che vorrei condividere e raccontare. Venite con me?!
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