Piccola grande Umbria – Passeggiata ad Assisi

Uno dei luoghi più frequentati e suggestivi dell’Umbria, e di rilievo mondiale per quanto riguarda la spiritualità e l’arte, è Assisi. Questa cittadina, che incredibilmente trasmette un grande senso di pace al visitatore già nel momento in cui egli, appena arrivato, ne varca il confine entrando per una delle porte medievali, è stata in realtà fino a poco tempo fa un’attrazione turistica talvolta caotica e senz’altro affollatissima, votata ad accogliere, nei suoi ampli spazi o all’interno delle due Basiliche principali, gruppi numerosi di visitatori e credenti da ogni angolo del mondo. Per evitare un inevitabile trambusto, che poco si confà al silenzio della meditazione, i frati hanno organizzato un sistema di noleggio audioguide e auricolari per visite guidate, reperibili all’ufficio informazioni sotto al loggiato che sta ai piedi del complesso religioso dedicato a S. Francesco.

Assisi, Loggiato di Sisto IV e Basilica Inferiore con ingresso alla chiesa

C’è da dire che Assisi, questa abitudine al transito multiculturale, ce l’ha da quasi 800 anni: inizialmente non si tratta di turisti ma di pellegrini, che vengono in massa ad adorare le spoglie di San Francesco, il Patrono d’Italia; proprio per loro è edificata, in forma di grande piazza al chiuso, la Basilica Superiore, ad aula unica, senza colonne o orpelli che intralcino la predicazione alle folle, arricchita dalla narrazione delle storie del Santo lungo le pareti, capolavoro giottesco di fine Duecento. Nel Quattrocento, Papa Sisto IV ritiene opportuno creare un enorme loggiato che possa accogliere i visitatori anche in condizioni di maltempo e che contenga i mercatini e banchi troppo a ridosso della Basilica.

Immaginiamo di aver lasciato l’auto in uno dei parcheggi a pagamento che si trovano fuori dalle mura (Moiano, Giovanni Paolo II) e di partire proprio dalla Basilica Inferiore (ingresso obbligato al percorso di visita): si entra e ci si gira subito a sinistra; di fronte a noi questa prima chiesa che ai lati reca degli affreschi con le Storie di S. Francesco e le Storie di Cristo, squarciati dalle cappelle laterali aperte da benefattori abbienti poco dopo la costruzione dell’edificio (la prima pietra di posa risale al 1228). Le cappelle presentano affreschi eseguiti, tra i grandi maestri, da Simone Martini e Giotto.

A metà navata troviamo una scala ripida che ci porta alla cripta in cui è custodito il corpo di San Francesco e di quattro suoi fedeli Fratelli: non è antica, ma costruita nell’Ottocento dopo la ricerca e la conseguente scoperta delle spoglie.

Risaliamo in superficie e troviamo il transetto, decorato da altri pittori importanti del calibro di Cimabue e i Lorenzetti e che mostra alcune reliquie di San Francesco. Anticamente, all’altezza dell’altare, si trovava il corpo del santo, ivi portato dopo il 1230.

Saliamo le scale per raggiungere la terrazza che guarda il chiostro di Sisto IV, decorato da Dono Doni, e che apre alla zona privata dei frati conventuali. Si vede anche il poderoso abside della seconda chiesa che stiamo per ammirare; proseguiamo infatti rientrando nell’edificio e, salendo, e ci troviamo dentro la Basilica Superiore, altezza transetto: meraviglia!

Un coro fatto da elegantissime tarsie lignee figurative rinascimentali è la prima cosa che ci si presenta davanti. Dalla parte opposta, la famosa Crocifissione di Cimabue che ha cambiato colore per un errore dell’artista e si trova in tutti i manuali di storia dell’arte.

Cimabue, Crocifissione,1280-83, Assisi, Basilica Superiore, Transetto destro.

Osservando la navata, non si può fare a meno di pensare al terribile terremoto che ha causato il crollo della volta nel 1997; oggi la decorazione del soffitto ci è stata restituita quanto meglio, grazie al lavoro dei restauratori che hanno rintracciato ogni singolo frammento di affresco caduto e lo hanno ricomposto a mo’ di sontuoso e complicatissimo puzzle pittorico.

Lungo le pareti troviamo, nel registro superiore, scene dell’Antico e Nuovo Testamento eseguiti da varie maestranze. Nel registro inferiore, entro grandi riquadri, i dipinti del grande Giotto aiutato dalla bottega, con le vicende di Francesco riprese dalla Legenda Maior di San Bonaventura da Bagnoregio.

Usciti dal bellissimo portale gotico, si può proseguire per via S. Francesco e arrivare alla Piazza del Comune, fiancheggiando le tante botteghe artigianali, negozi di souvenir e bar, dove in precedenza si trovavano le dimore dei benestanti nate dopo l’edificazione della Basilica: tutto il quartiere prima delle mura antiche oltre il quale si trovava l’area dell’Asisium romana è sorto dopo il 1228, in un’area che era rurale.

Superiamo la Pinacoteca, la loggia dei Maestri Comacini, muratori che erano, secondo la tradizione, stati impiegati nei lavori di costruzione della grande chiesa, l’Ospedale divenuto sede del Monte Frumentario. Dopo il varco della cinta muraria si supera il museo archeologico e si arriva in piazza del Comune, che con la chiesa di S. Maria sopra Minerva, sorta sopra un tempio dedicato a Minerva o, più certamente, ai Dioscuri, ci ricorda l’importanza della città durante il periodo in cui l’Impero Romano l’aveva eletta a municipio. Troviamo anche i simboli del governo medievale, come la Torre campanaria e il Palazzo del Podestà.

Piazza del Comune con vista sulla chiesa di S. Maria sopra Minerva, sorta su un tempio di epoca romana. Foto di Visit-Assisi.it

Dopo la fontana, si svolta a destra e si arriva alla piazza sormontata di lato da due statue moderne che rappresentano Madonna Pica e Pietro di Bernardone, i genitori di Francesco. L’adiacente chiesa di San Francesco converso è dono seicentesco del re di Spagna Filippo III ma racchiude, all’interno, un ambiente dove si dice che il santo sia stato rinchiuso per punizione dal padre: infatti, poco più in basso, si trova quella che si dice sia stata la dimora dei Bernardone, con tanto di fondo in cui era collocata la bottega delle stoffe.

Proseguendo, si trova anche una cappellina a memoria della stalla dove Madonna Pica, esortata da un misterioso viandante, avrebbe partorito Francesco, colui che è “l’alter Christi”.

Tornando al livello della piazza del Comune, non si può che concludere la passeggiata, uscendo dalla parte antica della città, con l’altra figura fondamentale per la storia di Assisi: Santa Chiara, non solo importante da un punto di vista spirituale ma anche poiché si narra che la giovane donna, con l’aiuto di Cristo, abbia messo in fuga le truppe di Federico II che volevano assediare la cittadella.
All’interno del complesso della Basilica di Santa Chiara si trova la cripta (ottocentesca) della santa e il crocifisso di San Damiano che ha miracolosamente parlato a San Francesco: infatti, prima dell’edificio dedicato a Chiara e le clarisse, si trovava la chiesina diruta di S. Damiano e poi quella di S. Giorgio, in cui il corpo del celebre santo venne ricoverato dopo la morte alla Porziuncola e in attesa che fosse pronto il suo sacrario presso la Basilica Inferiore.

Dal panorama della piazza si vede tutto: in alto la Rocca Albornoziana la cupola di San Rufino e, infine, affacciandosi dalla terrazza, Santa Maria degli Angeli con la sua Madonna dorata in lontananza, altro imprescindibile luogo del culto francescano.

Assisi, Complesso conventuale delle clarisse e chiesa di Santa Chiara

Ciao, sono Gioia! La mia vita è eternamente legata a due regioni: l’Umbria, mia terra d’origine e di residenza e la Toscana, il luogo che mi ha fatto comprendere quale fosse davvero la strada giusta da percorrere: l’arte e la promozione del Patrimonio culturale locale.
Ho incentrato infatti la mia tesi di laurea di Storia dell’arte sugli affreschi aretini del Quattrocento e poi ho scelto di diventare una Guida turistica abilitata a Firenze e Accompagnatrice turistica. Lì, tra i Palazzi appartenuti alla famiglia de’ Medici e i grandi artisti del Rinascimento, ho trovato per qualche anno la mia dimensione ideale; il mio cuore, però, mi ha lentamente riportato a fare tour anche a Perugia, Assisi, Spoleto e tutti quei centri caratteristici dell’Umbria, in cui si trovano scorci fiabeschi e interessanti musei presso tre dei quali lavoro anche come dipendente.
Ad essere sincera non c’entra solo il cuore, ma anche la gola: non riesco proprio a dir di no ai piatti e prodotti tipici quali salumi, formaggi, olio, tartufo ma anche agli ottimi vini, da provare assolutamente più di una volta nella vita, senza trascurare il fatto che la mia città di nascita, Perugia, è considerata la patria del cioccolato grazie al famoso Bacio Perugina. Seguimi per delle esperienze emozionanti, per gli occhi e…per la pancia!
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