Piemonte da scoprire – Trekking da Castelnuovo Don Bosco (AT) a Vezzolano (AT)

Il sentiero del Malvasia e del Romanico

L’Alto Astigiano è ricco di sentieri, non eccessivamente impegnativi, che invitano a piacevoli camminate da effettuare per lo più tra la primavera e l’autunno. Oggi scopriamo una parte del percorso del Cammino di Don Bosco, itinerario lungo circa 160 Km che parte dalla Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino per arrivare al Colle Don Bosco, e che si sviluppa su differenti percorsi (alto, medio, basso), ognuno dei quali a sua volta scomponibile in segmenti.

Segnaletica del Cammino di Don Bosco

Un tratto molto suggestivo del Cammino di Don Bosco è quello del Sentiero del Malvasia da Castelnuovo Don Bosco alla Canonica di Santa Maria di Vezzolano, che prende le mosse proprio dal paese di Castelnuovo Don Bosco, comune astigiano di circa 3000 abitanti, famoso per avere dato i natali a uno dei più conosciuti santi sociali del XIX secolo, San Giovanni Bosco. A lui è dedicato il grande tempio in località Becchi, a pochi chilometri dal centro abitato. Castelnuovo Don Bosco è oggi noto sia per la vocazione agricola e vitivinicola (Bonarda, Barbera, Freisa, Malvasia e Albugnano) sia come punto di partenza per escursioni immerse in un paesaggio rilassante, che nasconde pregevoli testimonianze architettoniche.

Punto di inizio della nostra escursione a piedi è la piccola chiesa di S. Eusebio, posta lungo la statale SP 16 in direzione Chivasso, presso cui vi è possibilità di parcheggio. Si tratta di una chiesa romanica documentata dal 1280, ma risalente probabilmente già al secolo XII, quando era dipendente dalla pieve del vicino paese di Pino d’Asti. In seguito, divenne chiesa parrocchiale di Castelnuovo Don Bosco e poi, con lo spostamento dell’abitato sulla sommità della collina intorno all’antico castello dei Rivalba (di cui resta oggi una torre), fu abbandonata. La chiesa ha subito varie trasformazioni. Durante gli ultimi restauri, è stata liberata dai detriti che l’avevano circondata e invasa e all’interno è stata ripristinata l’antica pavimentazione dietro l’altare. Facciata e interno risalgono al XVIII secolo; sopra l’ingresso un affresco mostra S. Eusebio, primo vescovo della diocesi di Vercelli, vissuto tra III e IV secolo. La dedicazione a questo santo si spiega col fatto che all’epoca della costruzione della chiesa Castelnuovo Don Bosco apparteneva proprio alla diocesi di Vercelli.

Subito dopo aver superato la chiesa si imbocca sulla destra un sentiero seguendo la segnaletica per Vezzolano. Dopo una ripida salita, sulla destra si apre un bellissimo scorcio sulle colline circostanti e sull’abitato di Castelnuovo Don Bosco con la torre dell’antico castello e l’antica chiesa di S. Maria.

Continuando a salire, in lontananza a sinistra si scorge la valle del rio Bardella e, circondata da vigneti, una villa settecentesca oggi sede di un’azienda vitivinicola, nei pressi della quale si trova una delle famose Big Benches, di colore verde chiaro.

Proseguendo lungo il sentiero, si giunge ai piedi della collina su cui sorge un’altra piccola chiesa romanica, S. Maria di Cornareto. Qui si può effettuare una deviazione imboccando il sentiero in leggera salita sulla destra rispetto la strada asfaltata in discesa. In pochi minuti ci si trova di fronte al piccolo edificio. S. Maria di Cornareto è documentata dal 1298, ma anche in questo caso si tratta di una costruzione più antica; in seguito, allo spopolamento verso il centro di Castelnuovo, essa cadde in disuso e poi in rovina. L’aspetto attuale è dovuto ai restauri a cui si devono la facciata intonacata e il campanile a struttura metallica. La piccola abside in pietra con tre monofore e tracce di decorazione scultorea è ben conservata. Dallo spiazzo si gode di un bellissimo panorama sulle Alpi dal Monviso al Gran Paradiso al Monte Rosa, e sulle colline circostanti, su cui si notano Castelnuovo Don Bosco e il Colle Don Bosco; il castello di Moriondo; quelli di Moncucco e di Cinzano. Verso nord, su una collina dirimpetto a quella di Cornareto, svetta la prossima tappa dell’itinerario, la chiesetta di S. Michele Arcangelo.

Tornando ai piedi della collina di Cornareto, si prosegue sullo sterrato lasciando alla propria destra un gruppo di case e si raggiunge la collina su cui sorge la chiesa di S. Michele Arcangelo: da notare il grande biancospino, sui cui una targa in legno indica il percorso. Anche qui si può effettuare una piccola deviazione risalendo la collina per ammirare la chiesa esternamente e il panorama. L’edificio risulta essere già citato a partire dal 1205, l’aspetto attuale deriva da rimaneggiamenti successivi e dai lavori di restauro avvenuti a partire dal 2000, con l’eliminazione dei ruderi del campanile crollato tempo prima e col restauro dell’abside romanica.

Tornando sui propri passi, si prosegue sullo sterrato lasciato poco prima in direzione Vezzolano fino a trovare una casa sulla sinistra ed un pilone votivo. Qui si biforcano due strade: la prima, sulla destra, scende e risale con alcuni punti impervi e molto ripidi tra i boschi e termina in cima ad un colle dove un pannello in legno indica la chiesa di Vezzolano, situata in una conca scenografica e di cui si può da qui ammirare la facciata. È consigliabile effettuare questo percorso sulla via del ritorno ed evitarlo del tutto in caso di maltempo nei giorni precedenti.

Imboccando l’altro sentiero, anch’esso indicato, si costeggia un prato e la recinzione di un’abitazione, quindi ci si addentra in un bosco dove sulla destra si può ammirare una quercia enorme accanto ad un pilone votivo. Si giunge su una stradina asfaltata che conduce all’antico abitato di Pogliano, un tempo dotato di castello, abbattuto nel corso del 1800. Si imbocca la strada sulla destra, segnalata dall’antico forno comune; il sentiero percorre come un grande arco alla cui destra si apre una piacevole conca coltivata a vigneto, a prato, a seminativo.

Al bivio successivo si segue il sentiero segnalato sulla sinistra e, passando alle spalle di Cascina Betlemme nell’omonima località, si attraversa un bosco di roveri e castagni e si giunge al punto in cui ci si riunisce al percorso proveniente dal bosco. Da qui, in basso, si apre la conca di Vezzolano da raggiungere tramite un sentiero tra vigneti e frutteti appartenenti al CNR, cui fa capo anche il complesso di edifici agricoli alle spalle della Canonica: qui vengono sperimentate tecniche di meccanizzazione agricola appositamente studiate per l’ambiente collinare, in un’ottica di sviluppo sostenibile.

Arrivati a questo punto, è d’obbligo la visita alla spettacolare Canonica di Santa Maria di Vezzolano (controllare orari e giorni di apertura sui siti www.polomusealepiemonte.beniculturali.it e www.turismoincollina.it), gioiello dell’architettura romanico-gotica piemontese, citata in documenti risalenti al 1095 e ampliata e realizzata fino al XIII-XIV secolo. La facciata a salienti mostra la tipica bicromia monferrina dovuta all’alternanza di mattoni e arenaria e si sviluppa su più livelli: partendo dal livello inferiore, il portale centrale è sormontato da una lunetta con un bassorilievo rappresentante la Vergine in trono affiancata dall’arcangelo Gabriele e un devoto, mentre il portale alla nostra sinistra è stato murato nel corso del 1700 e quello alla nostra destra mai realizzato.

Proseguendo con lo sguardo verso l’alto, la facciata è alleggerita da eleganti colonnine: una bifora ospita la statua di Cristo affiancata dagli arcangeli Michele e Raffaele. Al di sopra due angeli e ancora più in alto troneggiano due serafini mancanti delle teste; infine, in una piccola apertura in cima si staglia il capo di Cristo o del Padre Eterno. É la storia della salvezza, discesa all’umanità attraverso l’incarnazione di Cristo nella Vergine Maria.

L’interno offre una serie di sorprese, a partire dallo jubé che accoglie il visitatore appena varcata la soglia, uno dei rarissimi esempi di pontili medievali sopravvissuti in Italia, ancora ammirabile nelle sue forme e colori originali del XIII secolo: due ordini di bassorilievi rappresentano gli antenati di Cristo e della Vergine elencati nell’Antico Testamento e la Dormitio Virginis culminante nell’Incoronazione di Maria in trono. Bellissimi sono poi gli affreschi, per la maggior parte ben conservati, presenti nell’antico chiostro e risalenti al periodo compreso tra XIII e XIV secolo. Sul chiostro si affacciano diverse aule: l’antica aula capitolare con un’esposizione di pannelli che spiegano la posizione degli astri, del sole e della luna durante il periodo in cui la Canonica venne costruita e relativi significati simbolici e religiosi; l’antica foresteria, oggi sala per mostre temporanee, che ospita pannelli con una panoramica delle principali chiese e pievi romaniche del territorio; la sala dell’Abate con affreschi risalenti al XVII-XVIII secolo e un’esposizione di ex voto; l’antica cucina dove, in periodo natalizio, viene allestito il bellissimo presepe in miniatura della restauratrice Anna Rosa Nicola, che ogni anno arricchisce la sua creazione di nuovi particolari di vita quotidiana con una realistica rappresentazione degli antichi mestieri.

Nel giardino recintato che si sviluppa dietro la canonica di Santa Maria di Vezzolano, un’associazione si occupa della coltivazione e recupero di antiche varietà di mele piemontesi.

Poco lontano, sul grande piazzale che funge da parcheggio, è presente un piccolo ma confortevole chiosco dove poter degustare un calice di vino dei produttori locali e ristorarsi con un aperitivo a base di formaggi, salumi e altre specialità astigiane.

Il Sentiero del Malvasia deve il nome proprio al vino Malvasia di Castelnuovo Don Bosco DOC, prodotto da uve Malvasia di Schierano e Malvasia nera lunga, due vitigni aromatici a bacca nera da cui si ottiene il Malvasia di Castelnuovo Don Bosco DOC in versione dolce, frizzante e spumante.

È un prodotto da provare, veramente particolare per la sua aromaticità che ricorda innanzitutto la fragolina di bosco e poi la rosa canina: si abbina perfettamente alle paste di meliga (antica denominazione piemontese per il mais, quindi biscotti realizzati con la farina di mais) e alla macedonia, meglio se di fragole.


Mi chiamo Raffaella, sono guida abilitata per il Basso Piemonte e lavoro principalmente con ospiti stranieri, per lo più di lingua tedesca. I miei tour toccano diversi aspetti: storico-culturale ed enogastronomico, per unire le eccellenze che il Piemonte sa offrire ai suoi visitatori. Amo la mia regione ricca di cittadine piene di arte e di storia; amo la tranquilla bellezza dei paesaggi delle colline del Monferrato e delle Langhe che invitano a rilassanti passeggiate immersi nella natura, nella cultura e nelle tradizioni.
Cerco di trasmettere ai miei ospiti questo amore con passione e professionalità, mostrando attenzione e sensibilità verso le esigenze di ognuno. Insieme scopriremo le sfaccettature più o meno note di un territorio variegato: dai bellissimi scorci panoramici alle prelibatezze gastronomiche, dai prodotti vitivinicoli conosciuti nel mondo ai paesi adagiati sulle colline con le loro curiosità Spero che ne sarete affascinati e che potrete  innamorarvi e appassionarvi al  Piemonte, portando con voi e trasmettendo a chi incontrerete le emozioni e le esperienze provate!
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