Romagnatrekking – San Paolo in Alpe (FC)

Nel regno dei selvatici

L’itinerario di oggi passa da uno dei luoghi simbolo del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna: la piana di san Paolo in Alpe, altopiano ricchissimo di fauna selvatica e carico di storia.

Per arrivare al sentiero di devono percorrere alcuni km di strada sterrata, poco dopo l’abitato di Lago di Corniolo (piccola frazione del comune di Santa Sofia): si possono lasciare le auto lungo la strada sterrata forestale in corrispondenza di una curva, alcune decine di metri dopo aver tralasciato Sulla destra il bivio per Case Fiumari.

Il sentiero, con segnavia 283/255, scende fino a raggiungere il torrente Fiumicino di San Paolo che si supera senza problemi grazie ad un solido ponte in pietra e ferro: un bivio si presenta agli escursionisti. Si prende la strada a sinistra in direzione Poggio Squilla e si costeggia il torrente un primo tratto, alternando tratti boscati ad ambienti un poco più aperti. Il bosco misto di querce, ornielli e cornioli, rende molto vario il paesaggio. Il sentiero dolcemente sale, sempre in mezzo al bosco, con alcuni passaggi su ampi tratti di roccia marnoso arenacea in cui sono ben visibili le ondulazioni delle contro-impronte modellata sugli antichi fondali marini di 18-20 milioni di anni fa, quando il mare occupava questi territori.

Si prosegue fino ad arrivare ad un fosso (solitamente secco): il sentiero lo attraversa e sale deciso all’interno di un vasto rimboschimento di conifere (abete rosso e Douglasia).

La presenza di questi boschi, di origine antropica, sono un chiaro segno che, nel secolo scorso o anche precedentemente, quella porzione di territorio era occupata da prato pascoli o coltivi, abbandonati in seguito allo spopolamento della montagna conseguente al boom economico successivo alla seconda guerra mondiale, quando decine di famiglie hanno scelto di andare a vivere in paese lasciando le abitazioni sparse nelle pendici dei monti.

La politica di riforestazione dell’epoca ha scelto di rimboschire con conifere per evitare dissesti idrogeologici, lasciandoci in eredità boschi di dubbio valore naturalistico.

Questo tratto di rimboschimento ci accompagna a lungo; il sentiero ad un certo punto transita a fianco di uno scosceso vallone roccioso su cui sono stati realizzati, in passato, dei terrazzamenti, con lo scopo (forse) di ricavare un po’ di terreno pianeggiante dove poter coltivare qualcosa.

Il sentiero transita di fronte ai ruderi di Cà Ristefani, grosso edificio ormai ridotto a poche mura diroccate, ma un tempo abitato da una famiglia numerosa (a giudicare dalle dimensioni sia della casa che dell’estensione del rimboschimento che la circonda) e continua su falso piano per diverse centinaia di metri.

Lungo il tracciato, che ora si fa più erto, il bosco muta di struttura: la conifera di impianto antropico la scia il posto all’autoctono faggio e carpino, che ora diventano le essenze dominanti.

Lungo il percorso si aprono scorci panoramici interessanti sula valle sottostante. La salita ora si fa più erta, segnale che il crinale e il Poggio Squilla è vicino: gli alberi si fanno più radi, lasciando spazio ad un sottobosco più fitto.

Qua e là alcuni alberi secchi lasciano intravedere fori perfettamente circolari, segnale che il picchio verde e il picchio rosso maggiore frequentano con assiduità la zona.

Finalmente l’ultima salita ci proietta sulla strada forestale sterrata che dalla frazione di Biserno sale e porta fino a San Paolo in Alpe: da qui la vista spazia in direzione del Lago di Ridracoli e delle cime che lo sovrastano.

Si prosegue ora sulla comoda carrareccia sterrata che digrada dolcemente: il punto panoramico sull’altopiano ci presenta San Paolo in Alpe in tutta la sua magnificenza.

La piana di San Paolo in Alpe

Le estese praterie possono essere popolate da mandrie di daini e cervi al pascolo, che numerosi affollano i prati circostanti i ruderi presenti. Con un po’ di fortuna si potrebbe avvistare l’aquila reale che frequenta questi luoghi per cacciare, assieme ad un altro predatore simbolo del Parco, il lupo. Frequentemente è possibile rinvenire le sue tracce o le sue fatte lungo il sentiero.

Si termina la discesa e si arriva allo steccato di legno che delimita il terreno destinato al pascolo delle mucche (attenzione che a volte è presente anche il toro!): si apre il cancello, avendo cura di richiuderlo, e si arriva ai ruderi della chiesa di Sant’Agostino a San Paolo in Alpe.

Questo luogo era, un tempo, un vero centro di incontro per gli abitanti della montagna. C’era un’osteria e varie altre abitazioni, oltre ovviamente alla canonica. Ogni anno, l’ultima domenica di giugno, si celebra una festa “di paese” con tutti i vecchi abitanti delle case sparse, a ricordo dei tempi duri in cui si viveva di poco o niente.

La pian di San Paolo in Alpe è sta anche luogo simbolo della Resistenza: su questo altopiano, durante la 2° Guerra Mondiale, gli alleati (al segnale in codice lanciato da Radio Lonfra “Le ciliegie sono mature”) effettuavano aviolanci di viveri e munizioni per le truppe partigiane che vivevano alla macchia o nascosti dalla popolazione locale e che, in questi frangenti, uscivano allo scoperto per rifornirsi prima di gettarsi nuovamente nella foresta.

Dopo una visita ai ruderi (ora in fase di ristrutturazione e consolidamento) e ai due pioppi neri monumentali posti nella parte anteriore della chiesa, si prosegue lungo il sentiero che riporta alle auto.

Si transita davanti al cimitero, ristrutturato alcuni anni fa, che nella sua architettura è identico a tanti altri cimiteri presenti nei piccoli borghi sparsi nelle varie vallate del Parco Nazionale. Il sentiero continua a scendere costringendo a balzi e zigzag fra rocce e massi staccatisi dalla montagna. Il tracciato è in parte leggermente esposto e senza protezioni, per cui in alcuni punti è necessario prestare la massima attenzione ed in caso di pioggia è necessario valutare bene se scendere per questa via oppure optare per la più lunga (ma più sicura) strada forestale che transita nei pressi.

La discesa è costante e si arriva ai ruderi di Campodonato, edificio ormai sepolto dai rovi e dall’edera, ma costituito da due corpi di fabbrica. I campi aperti (ora colonizzati da ginepri, ginestre, rosa canina e prugnoli) sono testimoni dell’attività agricola di un tempo.

L’itinerario prosegue alternando il bosco misto di carpini, querce, aceri campestri e noccioli (nei versanti più freschi ed umidi) ai rimboschimenti; scendendo si incrocia anche il rudere di Campodonatino, altra casa facente parte della Parrocchia di Sant’Agostino a San Paolo in Alpe, altro rudere in stato di abbandono totale. Siamo ormai in vista delle auto, anche se c’è ancora un dislivello di quasi 200m da colmare: lungo il tracciato che resta da percorrere molti sono i punti panoramici che permettono di gettare lo sguardo sulle cime dei monti più alti, fino ad ammirare le foreste di Campigna e del crinale.

Il Fiumicino di San Paolo

Alcuni ultimi tornanti e ci si riporta all’altezza del torrente attraversato ad inizio giro: dopo poco si incontra nuovamente il solido ponte in muratura e la breve salita che ci fa riguadagnare la strada forestale e concludere l’itinerario.


Laureato in Scienze Faunistiche, sono Guida Ambientale Escursionistica dal 2006 e fondatore di Romagnatrekking®. Innamorato fin da piccolo di montagna, natura e soprattutto di animali selvatici, da molti anni ho fatto di questa passione il mio mestiere.
Accompagno in escursioni giornaliere e trekking di più giorni, in ogni ambiente naturale e area protetta dell’Emilia-Romagna e d’Italia. Mi occupo di Outdoor Education per scuole di ogni ordine e grado. Organizzo anche corsi di aggiornamento per Guide GAE e per chiunque voglia saperne un po’ di più di Natura. Sono docente nei corsi di formazione per aspiranti Guide Ambientali Escursionistiche.
Sono il Responsabile delle Attività Didattiche del Museo Ornitologico “F.Foschi” di Forlì e collaboro con altri musei naturalistici.
“Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori.” (R.Messner)
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