Non solo Ancona – Genga (AN) e i suoi tesori

Le grotte di Frasassi sono tra le più belle e conosciute al mondo: scoperte casualmente nel 1971, aperte al pubblico nel 1974, ogni anno visitate da un gran numero di turisti italiani e stranieri. Ma anche il luogo su cui sorgono, Genga, è pieno di bellezza e di storia!

Genga, in provincia di Ancona, è un paesino arroccato in collina, a 320 mt di altezza.

Entrando nel piccolo centro storico, dall’arco in pietra bianca calcarea locale, si respira subito un’atmosfera di altri tempi, grazie alle case e ai palazzi, tutti costruiti in pietra bianca e rosea, e al panorama mozzafiato nei monti circostanti.

Poco si sa delle origini antiche dell’abitato, tuttavia il paesino giunto ai nostri giorni è quello medioevale (X – XI) e appare anche oggi come un castello fortificato con le spesse mura in pietra, ancora esistenti.

Tra i signori di queste terre, dobbiamo ricordare i conti Della Genga, il cui rappresentate più illustre fu Annibale, diventato nel 1823, Papa Leone XII.

Di carattere energico, pieno di iniziative, indisse il Giubileo nel 1825 e per il suo paese, oltre a profetizzare che un giorno sarebbe diventato famoso nel mondo, ordinò il riassetto della strada della gola di Frasassi che conduceva anche ad una grotta, già conosciuta all’epoca come sede di eremiti e di uccelli, dove volle la costruzione di un Tempietto, in onore della Vergine Maria.

Il Tempio, insieme ad un antico Eremo, sorge all’ingresso della “Grotta di Frasassi”, detta anche “Grotta del Santuario”; l’Eremo, costruito tra le rocce e in parte scavato nella parete della grotta, era un monastero femminile di clausura delle monache benedettine e risale al 1029.

Al suo interno, fino agli anni ’40, era presente una statua della Madonna in legno, distrutta in un incendio. Oggi vi è una statua in pietra, copia dell’originale.

Il Tempio invece, all’interno della grotta stessa, venne costruito nel 1828, su progetto dell’architetto Valadier, commissionato da Papa Leone XII, con blocchi di travertino bianco, estratti da una cava sovrastante, a pianta ottagonale con cupola ricoperta in piombo.

Sull’altare in alabastro locale, si trova oggi la copia della Madonna con il Bambino, della scuola del Canova, in marmo di Carrara mentre l’originale si trova esposta al Museo di Genga “Arte, Storia, Territorio”, insieme ad altre importanti testimonianze artistiche e storiche del paese.

Sempre in questa grotta, sono stati trovati nel tempo, resti archeologici che testimoniano come in antichità la popolazione si rifugiasse nelle grotte del territorio per difendersi dai nemici e gli invasori.

Infine, alcuni anni fa, vi è stata ritrovata “la Venere di Frasassi”, una stalattite raffigurante una donna, risalente a circa 20.000 anni fa: secondo gli studiosi infatti la grotta ebbe anche una funzione rituale per molti millenni, fino all’Età del Bronzo.

L’originale si trova oggi esposta ad Ancona, al Museo Archeologico Nazionale delle Marche, mentre la copia è esposta al Museo di Genga “Arte, Storia e Territorio”.

Dirigendoci da Genga verso le Grotte di Frasassi, attraverso la strada suggestiva della gola, scavata dal fiume Sentino che scorre ai suoi piedi, che insieme alle acque sulfuree risalenti dal basso, ha generato le stupende sale della Grotta Grande del Vento di cui superiamo l’ingresso, arriviamo nel piccolo suggestivo borgo di San Vittore delle Chiuse.

Anche qui si respira un’atmosfera di altri tempi, con le case in pietra calcarea bianca e rosea, la torre gotica e il ponte romano sopra il fiume Sentino, ma soprattutto vi sorge un’Abbazia romanica tra le più belle della regione!

Si tratta dell’Abbazia di San Vittore, risalente all’inizio del 1000 fondata dai monaci benedettini, fu per un lungo periodo molto potente: con propria autonomia giuridica, dipendevano da essa molte chiese del territorio e alcuni feudi dei dintorni.

Vista sulla Chiesa di San Vittore

Con il passare dei secoli e con lo sviluppo dei Comuni, l’Abbazia rinunciò via via alla propria autonomia, passando sotto la protezione del Comune di Fabriano e nel ‘400 venne annessa ad un monastero della città.

Nel corso dei secoli, abbandonata, venne utilizzata come fattoria; i primi restauri risalgono al 1830, voluti da Papa Leone XII.

Oggi la Chiesa, dopo il restauro di fine anni ’90, in seguito ai danni causati dal terremoto Marche Umbria del 1997, appare imponente, solida come nei secoli che furono, è aperta al culto e molto visitata perché sorge nel territorio delle Grotte di Frasassi.

In quello che rimane delle sale del monastero, è stato istituito il museo “Speleo paleontologico”, con le testimonianze paleontologiche e archeologiche del territorio.

Architettonicamente la Chiesa è romanica, con influssi bizantini, alta e imponente con 2 torrette sulla facciata, l’una più antica cilindrica, l’atro quadrangolare.

L’ interno si presenta a pianta centrale, a croce greca, con le pareti e la pavimentazione in pietra locale bianca e rosata.

La piccola cupola, d’aspetto orientale, appare emisferica all’interno e poligonale all’esterno.

Infine una curiosità: presso una finestra, a sinistra dell’altare, appare inciso nella pietra il numero “8”, non se ne conosce l’origine e il perché della sua presenza, si sa comunque che tale numero rappresenta l’universo, l’infinito, ideale dunque in un luogo mistico e spirituale come la Chiesa di San Vittore!


Ciao, mi chiamo Cristina, lavoro nel turismo da 30 anni e dopo aver viaggiato qua e là per il mondo, per lavoro, sono tornata nelle Marche, nel mio paese, in collina, decisa a restare e far conoscere agli altri le meraviglie di questa discreta terra. 
“L’Italia in una regione”. così la definiva Guido Piovene nel suo libro “Viaggio in Italia” e non si sbagliava, infatti in pochi km di territorio troviamo di tutto: dalla costa con il suo mare e le sue spiagge di sabbia o le baie rocciose del Conero, alle affascinanti montagne dell’Appennino Umbro-Marchigiano, ricche di tradizioni e leggende, alle dolci colline con le “città balcone”, da cui godere di panorami mozzafiato!
Poi ci sono le città, ricche di arte, di storia, le chiese, quelle discrete e affascinanti romaniche, le abbazie nascoste, gli importanti santuari, come quello di Loreto, i parchi archeologici, i parchi naturali protetti, i piccoli incantevoli paesini e i borghi di collina e a completare e deliziare il tutto, l’ottimo cibo tipico di questa terra e i vini bianchi (in primis il Verdicchio) e rossi, prodotti nelle colline, a darci un po’ d’allegria.
Premesso tutto ciò, svolgo con passione il mio lavoro di guida turistica, anche in lingua francese, da 20 anni, da Ancona, a Loreto e Recanati, Jesi, Fabriano, Arcevia, Corinaldo, Numana, Sirolo, e tutto il territorio della provincia di Ancona, compresi i musei o le raccolte d’arte sparse nel territorio un po’ ovunque.
Collaboro anche con i Traghettatori del Conero e in estate potrete approfittare di un’escursione in barca per ammirare dal mare, delle bellezze della riviera del Conero.
Infine, da alcuni anni, sono anche istruttore guida in italiano, alle Grotte di Frasassi, tra i complessi ipogei più belli al mondo.

Contatti
E-mail: crifabbretti@tiscali.it
Cell: 3474795292
Sito web: http://www.anconaguideturistiche.it/ita/index.php

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