Oggi vi descriverò una delle piccole fontanelle che, sebbene non siano famose, rendono speciale una città già particolare come Roma.
Infatti, soprattutto il centro storico, è costellato da fontane non monumentali ma che, allo stesso tempo, sono capaci di mostrarci la tradizione e la storia dell’Urbe.

Ne è un esempio perfetto la cosiddetta Fontana dei Libri, i cui interessanti elementi ci riportano indietro nel tempo, tra arte, religione e cultura.
Innanzitutto, va detto che la Fontana dei Libri è un’opera molto recente, databile attorno al 1927 sorta su progetto dell’architetto Pietro Lombardi.
All’epoca, si volle realizzare a Roma una serie di piccole fontane che potessero simboleggiare, per mezzo di elementi specifici ed attributi particolari, gli storici rioni cittadini in cui le fontanelle sarebbero state realizzate. Ed ecco che questo fu proprio il caso della Fontana dei Libri, originariamente posta sull’antica Via dell’Università.
Effettivamente, sin dagli anni ’20 del secolo scorso, la fontana è qui dove la vediamo oggi, ma il nome della strada è diverso. Ufficialmente, infatti, la Fontana dei Libri si trova in Via degli Staderari.
Il toponimo ha origine dal nome di quegli specifici artigiani che, nei secoli passati, costruivano bilance e strumenti di precisione, artigiani le cui botteghe si affollavano proprio in questa zona. Peccato che l’originale Via degli Staderari non era questa, in cui è posta la Fontana dei Libri, bensì una piccola viuzza parallela che fu però completamente allagata, per poi sparire sotto la mole del complesso edilizio di Palazzo Madama.
Dunque, capito che in origine il vicoletto in cui è posta la Fontana dei Libri si chiamava Via dell’Università, la domanda sorge spontanea: che relazione c’è tra esse?
E la risposta è pronta per voi! L’edificio su cui poggia la Fontana dei Libri era l’antica sede dell’Università La Sapienza di Roma, una delle più antiche d’Italia e la prima della Città Eterna.
Inaugurata infatti agli inizi del ‘300 era qui, nei locali e nel complesso edilizio in cui oggi abbiamo la meravigliosa chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza (appellativo non casuale) del Borromini, che le primissime aule piene di studenti e di dotti professori, che l’università vide la luce. E, di conseguenza, i grandiosi tomi che oggi decorano la Fontana dei Libri servono proprio a sottolineare come questo angolo di Roma fosse particolarmente dedito alla cultura ed allo studio.
Ma non finisce qui, poiché la Fontana dei Libri ha altro da dire e da mostrarci…
Difatti, un altro elemento spicca nella facciata della Fontana dei Libri, tra i getti d’acqua potabile che rendono la fontanella utilissima in estate! Vediamo al centro un rilievo a forma di testa di cervo.
Come mai? Perché la Fontana dei Libri è posta nel piccolo Rione Sant’Eustacchio, un santo il quale, secondo l’agiografia ufficiale, si convertì da paganesimo al cristianesimo proprio a seguito di una visione: durante una battuta di caccia, si narra, vide una splendente croce sormontare il palco di un cervo.

Ecco, dunque, il motivo di questo elemento così particolare, ed ecco perché, effettivamente, leggiamo dall’alto in basso proprio il nome del santo e dell’omonimo rione: Sant’Eustacchio.
Siamo arrivati all’ultimissima curiosità. Tornando al nome sopracitato, noterete che esso è scritto con due “c”: Eustacchio. Ebbene, siamo di fronte ad un errore vero e proprio! Infatti, Eustachio si scrive con una “c” sola, ma evidentemente lo scalpellino commise un errorino che passò inosservato ma che ha resistito al tempo. Bella questa Fontana dei Libri, vero?