Calabria Terra da Vivere – Trekking dell’Anello di Masistro (CS)

Il Parco Nazionale del Pollino è caratterizzato dalla presenza di due grandi aree di riferimento che identificano da una parte, il territorio al confine tra Calabria e Basilicata con il Massiccio del Pollino vero e proprio, e dall’altra quella a sud-ovest, che discende a ridosso del Mar Tirreno, conosciuta come Massiccio dell’Orsomarso (o più correttamente del Pellegrino).

È questa seconda area che andremo a visitare in questo articolo, scoprendo una particolare località che racchiude in sé tante piccole meraviglie raggiungibili anche alle persone che meno frequentano la montagna o praticano l’escursionismo, ho chiamato questo itinerario: l’Anello di Masistro.

Oltre che la particolare sequenza dei pianori presente di cui parleremo più avanti, arrivando comodamente in auto fino all’area pic-nic di Masistro nel Comune di Saracena (CS), si può da subito approfittare della frescura che questa faggeta matura regala, con la possibilità di usufruire dell’area attrezzata annessa proprio al bosco e al tempo stesso, ammirare i diversi esemplari di faggio dalle dimensioni notevoli. La fascia di bosco rimasta a seguito degli antichi usi, si distribuisce sui crinali circostanti, lasciando nella parte centrale, una serie di piani nel mezzo dei quali è tracciato uno dei percorsi escursionistici più importanti: in particolare il percorso codificato con il numero 601E facente parte del famoso Sentiero Italia, una delle tappe di questo mega-itinerario sviluppato in tutto il territorio nazionale, che qui collega il Piano di Novacco al borgo di Morano Calabro (CS). Non è questo itinerario però, quello che oggi ci interessa, bensì la piccola variante che vi si può compiere.

Difatti, seguendo il sentiero solo nella prima parte e raggiunti degli edifici ormai abbandonati che testimoniano però il passato uso delle foreste e dei tratturi tra i pianori circostanti, deviando a destra verso la faggeta e seguendo la linea di pendenza portandoci sul crinale, ci immettiamo lungo una traccia che permetterà di seguire la spina dorsale di Timpone del Vaccaro (1.436 m).

Immersi nella faggeta raggiungeremo una prima sella di questi rilievi, con una piccola area pianeggiante che permette l’affaccio sulla vallata del torrente Serrapotolo e sul gruppo montuoso del Palanuda, una delle vette più importanti dell’Orsomarso. Qui, in base alla stagione potremmo ammirare i colori dell’autunno o lo splendore del verde della faggeta.

Riprendendo il cammino, e facendo attenzione ad un passaggio breve ed in discesa che anticipa la nuova risalita, si raggiunge uno dei punti più suggestivi di tutta l’escursione: un arco di roccia che si staglia a ridosso del versante che degrada sempre più marcatamente verso la vallata. Questo elemento seppur non imponente, si sviluppa per una dozzina di metri, lasciando un suggestivo passaggio nel suo centro che regala prospettive uniche. È difficile, infatti, non fotografarlo o non esplorare meglio la struttura avvicinandosi e provare ad effettuare il passaggio da una parte all’altra per poi risalire e continuare il cammino.

Il percorso porta ora molto facilmente vero la cima già citata di Timpone del Vaccaro. Una vetta sicuramente minore ma che con poco sforzo permette di ammirare non poco, infatti volgendo lo sguardo nelle quattro direzioni si potranno osservare ad est e ad ovest entrambi i mari che bagnano la regione Calabria se la giornata permette una buona visibilità, mentre a nord e a sud si staglieranno evidenti e fieri i monti che compongono da un lato il Massiccio del Pollino, anticipato più a ovest dall’esteso bacino del Mercure/Lao, fino al Monte Sellaro sulla costa ionica; e dalla parte opposta l’imponente e verdeggiante Massiccio del Pellegrino. Per gli appassionati, inoltre, presso la cima è ben visibile il simbolo dell’Istituto Geografico Militare per i punti noti indicati sulle famose cartine topografiche.

Da qui iniziando la nostra discesa si procede fino a completare il percorso che in realtà combacia con il crinale che delimita anche il terzo pianoro, detto Piano Grande, proprio per la sua vastità ed estensione. Questo pianoro regala per ogni stagione una vista mozzafiato, dal bianco della neve post invernale, fino alle prime fioriture dei crochi, a cui seguono quelle delle viole, terminando con il pascolo vaccino e la presenza degli asfodeli. Una verde vallata che non fa altro che invitare l’escursionista al suo attraversamento. In questo tratto inoltre non è difficile notare dei resti di carcasse, prevalentemente vacche o cavalli, che finiscono vittime della loro distrazione ferendosi durante i loro spostamenti o in casi meno comuni ma effettivi, venendo predati dai lupi che abitano nei folti boschi dell’area.

Superato questo tratto le sorprese non sono ancora terminate perché proprio nel Piano di Mezzo comparirà un piccolo laghetto, che rimarrà evidente fino all’inoltro della stagione estiva, che caratterizzerà notevolmente il pianoro centrale di quelli attraversati, ognuno con la sua particolarità. Al centro di questa conca centrale, infatti, l’acqua viene naturalmente accumulata dal suolo argilloso che ne impedisce il deflusso, e giunchi e ranuncoli d’acqua creano un altro piccolo habitat che permette la vita ed il passaggio di altre specie animali e vegetali. Sul far della sera è di compagnia, infatti, il canto delle rane e delle raganelle che sfruttano la pozza come punto riproduttivo.

Il laghetto di Masistro in due periodi della stagione, prima e durante la fioritura

Se visiti questo luogo ricorda che solo il tratto che attraversa i tre pianori è effettivamente provvisto di opportuna segnaletica, mentre il resto che ti ho descritto, è stato sviluppato a seguito della conoscenza del territorio e delle sue peculiarità, dunque evita di frequentarlo se non possiedi esperienza e buona capacità di orientamento!

Ricorda che sono a piena disposizione per accompagnarti in questo luogo unico mostrandoti le sue tante peculiarità. Ti aspetto per camminare insieme e ammirare le tante meraviglie del Parco Nazionale del Pollino: contattami subito!

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Ciao, sono Andrea. Vivo nell’area protetta più grande d’Italia: il Parco Nazionale del Pollino, tra Calabria e Basilicata. E proprio qui, amante della mia stupenda e controversa terra, sono diventato prima Guida ufficiale del Parco (2013), e poi Guida Turistica abilitata (2019). Ho intrapreso questa strada con passione e voglia di fare perché credo nel valore di questo territorio che ha conservato luoghi ricchi di arte, storia e natura davvero unici.
Ti aspetto per visitarli insieme!

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