Se fem en Brianza – Albiate

Il Comune di Albiate sorge sulla riva destra del fiume Lambro, nel centro della provincia di Monza e della Brianza.

Il centro storico del paese si trova nelle adiacenze del fiume, che a sua volta caratterizza il paesaggio di una parte del territorio.

Il toponimo del comune deriva probabilmente dal nome gentilizio latino Albius. Un’altra versione vuole invece che derivi dalla parola lombarda “albi”, nel suo significato di “alveo, conca” e con riferimento al fiume Lambro.

Se ti trovi ad Albiate ecco quello che non ti puoi proprio perdere!

La Parrocchiale di San Giovanni Evangelista

Foto da gelsia.it

La presenza in Albiate di una chiesa parrocchiale intitolata a San Giovanni Evangelista è attestata sin dal 1280.

Le testimonianze successive non parlano di un edificio di gran pregio, tanto che nel 1578 il cardinale Carlo Borromeo rimproverò gli albiatesi per lo stato di abbandono della chiesa, ordinandone l’immediata riparazione. Dopo l’aggiunta di un ampliamento, la chiesa cadde in abbandono e nel 1748 il cardinale Giuseppe Pozzobonelli ne propose l’abbattimento insieme al campanile.

Tale proposta non fu gradita e in particolare al parroco Dionigi Motta: in pochi anni progettò la ricostruzione della chiesa. I lavori ebbero dunque inizio nel 1780 e continuarono per tre anni.

Benedetta nel 1784, la parrocchiale venne nei decenni successivi impreziosita da nuovi arredi sacri e dagli affreschi del pittore Raffaele Casnedi. L’incremento della popolazione di fine Ottocento  rese necessario un nuovo ampliamento.

Il campanile è una magnifica costruzione in pietra eretta su base quadrata di quattro metri di lato e alto 35 metri. Una lapide alla base del campanile ha indotto a datare la costruzione della torre agli inizi del Quattrocento: in realtà, studi più recenti fanno risalire l’impianto dell’opera alla prima metà dell’XI secolo.

Villa Campello

Villa Campello – Foto da Tripadvisor

Il complesso prende il nome dalla località in cui sorge. Recintato, si estende su una superficie di 50.000 metri quadrati.

Il parco si raggiunge attraverso un viale alberato che crea una suggestiva scenografia, nella quale si possono ammirare monumentali esemplari arborei, tra cui faggi, tigli, ippocastani, araucarie e cedri.

Oggi, aperto al pubblico, è frequentato per il suo parco giochi, per le passeggiate e la pratica di sport nel verde. E’ sede di diversi eventi cittadini durante il corso dell’anno.

La villa è un edificio eclettico, dove svariati stili architettonici si fondono in un insieme armonioso. L’edificio si sviluppa su tre piani sopra una pianta ad U e fu costruito tra il 1903 e il 1907 su progetto dell’architetto Giuseppe Gmur.

La Villa fu l’abitazione di Michelangelo Viganò e di sua moglie Serafina Boleri, che curarono direttamente la progettazione dello spazio verde. Michelangelo Viganò apparteneva ad un’importante famiglia della borghesia industriale: suo padre Galeazzo aveva fondato una importante filatura che divenne importante occasione di lavoro per centinaia di persone nella cittadina. Michelangelo rivestì a più riprese l’incarico di assessore e consigliere comunale, mentre la sua famiglia contribuì alla crescita della comunità albiatese con la costruzione delle case degli operai (i “rifugi”) e della scuola materna. Morì nel 1918.

Le fortune imprenditoriali della famiglia Viganò subirono una traumatica battuta d’arresto dopo il 1923. Lungo il fiume che scorre in Val di Scalve, nella bergamasca, la famiglia Viganò commissionò la costruzione di una diga per alimentare una centrale idroelettrica: la diga crollò, provocando quella che le cronache dell’epoca definirono un’immane catastrofe.

Dopo la morte di Antonio Viganò, nel 1972, Villa Campello fu posta in vendita e rilevata da una società immobiliare.

Nel 1976 l’Amministrazione Comunale di Albiate decise di rilevare l’immobile e già nello stesso anno, il parco venne aperto al pubblico. Dal 1991 la Villa, che ha subito una profonda ristrutturazione degli spazi interni, è il Municipio di Albiate. Al piano terreno della Villa, si trova la sala del Consiglio Comunale, che è intitolata alla memoria del Senatore Vittorino Colombo, già ministro e presidente del Senato della Repubblica, nativo di Albiate. Sempre a pian terreno vi è la sala di rappresentanza, alla quale è stato mantenuto in buona parte l’aspetto originario.

Il Santuario di San Fermo e la sagra

Il santuario di San Fermo – Foto da beweb.chiesacattolica.it

La presenza di un santuario ai margini dell’antico centro abitato di Albiate è attestata già dal 1280. Poco si sa di questo santuario, intitolato a San Pietro: la notizia storica successiva è un decreto del 1566 che ne dispone l’abbattimento, in quanto edificio fatiscente.

L’edificio venne invece restaurato nel 1570 e vene chiesto di cambiare il titolo della chiesa in San Fermo Martire, il cui culto era già diffuso in paese.

Nel 1609 vennero donate dalla città di Bergamo le reliquie dei santi Fermo, Rustico e Procolo: l’importante evento è all’origine della Sagra di San Fermo, che si celebra ancora oggi durante il mese di agosto. La donazione delle reliquie, collocate in teche di legno e a seguire in busti di rame argentato, fu anche l’occasione per un ampliamento del santuario.

Durante la peste del 1630, le adiacenze del santuario vennero trasformate in cimitero e oggi rimane visibile la colonna di pietra sormontata da una croce di ferro che si erge nel piazzale antistante la chiesa.

All’interno, dietro il tabernacolo si eleva un’edicola con la statua di San Fermo ben scolpita in legno dorato e dipinto. La magnifica balaustra in marmo di stile barocco con intarsi di madreperla chiude l’altar maggiore. Al termine della guerra, una delle cappelle laterali della santuario divenne sacrario in onore dei caduti in guerra: a destra dell’altare maggiore è collocata una pala dell’Ecce Homo; opera che alcuni soldati impegnati sul fronte albanese avevano strappato da una chiesa in fiamme ed avevano conservato per tre anni nel proprio zaino. Nel 1983 e nel 1984 sono stati collocati sui due lati interni del santuario due mosaici dell’artista Giorgio Scarpati.

Scopri la sagra di San Fermo al seguente link:
http://www.comune.albiate.mb.it/sagra-di-san-fermo

Dove mangiare ad Albiate

Nel centro di Albiate sono presenti alcuni ristoranti e trattorie come La Dispensa. Ottima anche la gelateria Coccinella.

Un’ulteriore chicca è il ristorante Parco dei Principi, scendendo verso il Lambro.

Buona scoperta della Bassa Brianza!


Sono Laura Valleri, guida turistica abilitata in Milano, Monza e Brianza.
Lo scopo del mio lavoro è questo: far sì che le persone possano sapere di più dei luoghi in cui abito, affinché la loro storia, i monumenti, le tradizioni possano continuare ad essere tramandati.
Svolgo servizi di visite guidate da più di 10 anni in italiano, spagnolo e inglese,  per diversi target di clienti.
Al lavoro di guida turistica affianco il progetto di rivelare scritti locali oramai persi e dimenticati nel tempo: promuovo e consiglio la lettura di svariati libri o articoli sul mio territorio.

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