Finestra sull’Arte – Piet Mondrian e il Neoplasticismo

Piet Mondrian, Composizione A, 1920, GNAM di Roma.

Dal 1917 Piet Mondrian collabora alla rivista “De Stijl”, fondata da Van Doesburg e luogo di dibattito e di riflessione sui temi cruciali della cultura artistica contemporanea: è in questa sede che l’artista conia il termine Neoplasticismo, riferito al nuovo movimento di cui è il principale rappresentante in ambito pittorico.

Dopo le rappresentazioni degli anni dieci, dove aveva progressivamente prosciugato il motivo naturale per approdare a una struttura astratta costituita da impalcature di linee verticali e orizzontali e di segni cruciformi, negli anni 1919-1920 Mondrian dà inizio alla serie delle Composizioni, fondate su aggregazioni reticolari di linee nere verticali e orizzontali e su piani rettangoli dipinti nei tre colori primari (rosso, giallo e blu), più il bianco e il grigio e considerate dallo stesso artista «un estremo punto di arrivo».

Composizione A è una delle prime opere Neoplastiche della serie, ed è anche una delle pochissime opere dell’artista che oggi conserviamo in Italia (questa in particolare presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma).

L’impalcatura del quadro si articola sull’incrocio delle due ortogonali principali che dividono la tela in rettangoli leggermente diversi. Ciascuno di essi è a sua volta è scomposto e suddiviso al proprio interno da altre linee nere verticali e orizzontali e da stesure piatte di colori, con un impegno esclusivo dei tre colori primari e dei non-colori nero e bianco (chiamati così anche da Newton che grazie al suo esperimento dimostrò che il bianco è la somma di tutti i colori e il nero è l’assenza di colori).

Malgrado la sua fondamentale asimmetria la composizione, in virtù dei sapienti bilanciamenti tra qualità e quantità dei colori e dell’organizzazione degli spazi, appare in miracoloso equilibrio, configurandosi come metafora di una superiore e universale armonia.

Il carattere controllato e regolare delle linee e l’uniformità delle campiture cromatiche hanno altresì lo scopo di eliminare ogni residuo “romantico”, legato ai dati dell’emozione e dell’istintività, proiettando l’opera in un universo formale regolato dai principi di oggettività e razionalità.

Dettaglio di Composizione A

Per comprendere la complessità di una rappresentazione tanto elementare si necessita paradossalmente di focalizzarsi su tutto ciò che nella tela non c’è. Gli elementi neoplastici non sono banalmente ciò che si trova nel quadro, ma ciò che nel quadro rimane, ciò che sopravvive all’ostinata e lunghissima ricerca stilistica di un’arte nuova. Si pensi che tale composizione, infatti, venne realizzata quando l’artista aveva ormai superato i quarant’anni. Sorprende constatare che il determinante contributo di Mondrian allo sviluppo di una pittura compiutamente astratta si svolge attraverso l’insistito studio di paesaggi, inizialmente ripresi dal vero, come questa splendida veduta della campagna olandese.

Alberi sulla riva, 1907-1908, collezione privata

Dal 1908 Mondrian infatti iniziò ad approfondire la forza espressiva e simbolica della propria pittura di veduta isolando dal contesto singoli elementi.

Il suggestivo profilo di un albero talvolta fiorito, talvolta spoglio, è forse il più noto di questi soggetti. Attraverso le sue differenti versioni (da Crepuscolo del 1908 a Melo in fiore del 1912) possiamo cogliere lo sviluppo della prima attività artistica dell’artista, dalle premesse figurative espressioniste fino al Cubismo e al limitare della completa astrazione.

Col suo ossessivo ritornare sulle stesse vedute e sugli stessi luoghi, Mondrian rinnova la rigorosa indagine di Cézanne sulla struttura geometrica sottostante a tutti gli elementi del creato: un’indagine condotta sul piano della tela, rinunciando alle distinzioni chiaroscurali, attraverso l’uso del colore puro o del “non-colore” di grigi o bruni quasi monocromi, in un’evidente parallelismo con la fase analitica della ricerca cubista di Picasso e Braque.

Grazie alla progressiva essenzializzazione delle forme, Mondrian procede dall’analisi diretta della natura (tipica del realismo della tradizione olandese) verso una concezione puramente mentale della pittura, in cui non esiste più contrapposizione tra forma e contenuto, materia e spirito. Riesce così ad armonizzare tutti gli elementi in un’unità fondata sulle regole auree della geometria e della matematica.

In questa tensione spiritualistica si possono rintracciare le ragioni di fondo del Neoplasticismo, attraverso il quale Mondrian supera il plasticismo immediato e sensoriale di Cézanne.

Paul Cézanne, Montagna Saint-Victoire, 1902-1904, Philadelphia, Museum of Art

Nelle Composizioni degli anni seguenti ogni riferimento riconducibile a un soggetto reale è, sin dal titolo, abbandonato. In questa Composizione 10 in bianco e nero, che evoca nel sottotitolo l’immagine ricca di aperture simboliche della linea scura di un molo gettato verso l’immensità dell’oceano, anche la connotazione espressiva del colore è ormai rimossa. Dell’impressione visiva è rimasto soltanto l’elemento ritmico espresso dalla struttura di linee.

Composizione 10 in bianco e nero. Molo e oceano, 1915, Otterlo, Rijksmuseum Kröller-Müller

Una prima laurea in Scienze dei Beni culturali e una specializzazione in Storia e critica dell’arte. Convinta aspirante insegnante, milanese di nascita, amante di tutto ciò che è artistico!
La rubrica “Finestre sull’arte” nasce per raccontare e condividere con voi ciò che conosco su opere, artisti e correnti artistiche, raccontandole in brevi articoli di pochi minuti, come se fossero delle vere e proprie pillole da assumere una volta al giorno. Perciò, se siete interessati ad approfondire la vostra conoscenza su questi temi, date un’occhiata ai miei articoli sul blog!
Contatti:
E-mail:
 alicebrivio1@gmail.com
LinkedIn: http://www.linkedin.com/in/alice-brivio-3b4325142
Instagram: alicebrivio_

Rispondi